[28/10/2009] News
FIRENZE. Per il Wwf Italia, reduce dal XIII Congresso mondiale sulle foreste tenutosi a Buenos Aires, anche il nostro Paese deve passare dalle parole ai fatti per contrastare il fenomeno della deforestazione selvaggia e del commercio illegale di legname. Al vertice qualche risultato è stato raggiunto: l'Argentina, il Paraguay e il Brasile, si sono impegnati a tutelare quel che resta di una delle foreste subtropicali più minacciate al mondo, la Mata Atlantica, che fornisce acqua a milioni di persone ed ospita una ricchissima biodiversità di piante e animali.
Dei suoi 500.000 km2 originari, oggi si estende per soli 35.000 km2, il resto è stato distrutto dall'espansione delle attività agricole e dall'edilizia. I tre Paesi sudamericani ora lavoreranno per azzerare il processo di deforestazione e implementare un pacchetto di misure che includa legislazioni nazionali a supporto di quest'obiettivo.
«Prendendo questo importante impegno, Argentina, Paraguay e Brasile hanno dimostrato di essere consapevoli delle loro responsabilità e di aver compreso che solo politiche coordinate tra Paesi diversi possono affrontare problemi globali come la perdita di biodiversità e i cambiamenti climatici - ha sottolineato Massimiliano Rocco, responsabile Traffic e Timber Trade del Wwf Italia - Infatti, oltre alla perdita di habitat, biodiversità e degli indispensabili servizi che gli ecosistemi sono in grado di offrire alla vita sulla Terra, la deforestazione e i processi di degradazione delle foreste sono responsabili di almeno il 20% delle emissioni globali di gas serra, tanto che bloccare la perdita di copertura forestale è considerato uno dei modi più efficaci per tutelare il pianeta dalle gravi conseguenze dei cambiamenti climatici».
I numeri sulla deforestazione globale sono allarmanti: ogni anno scompaiono 13 milioni di ettari di foreste, ovvero 36 campi da calcio al minuto. Solo negli ultimi 25 anni è scomparso il 10% delle foreste, principalmente a causa dell'attività umana e ogni anno viene degradato o distrutto circa l'1,2% delle foreste tropicali, con perdite maggiori nel centro e sud-America, e poi in Asia e Africa. Ciò ha indotto il Wwf a lanciare la campagna planetaria "zero deforestazione entro il 2020".
L'Italia in questo contesto non gioca un ruolo marginale: il nostro Paese rappresenta uno dei maggiori mercati al mondo di legname tropicale, con rilevanti quantità di legname importato in particolare dal Bacino del Congo, dall'Indonesia e Malesia e dal Sudamerica. Secondo i dati del Wwf sul mercato europeo rappresentiamo i primi partner commerciali per alcuni Paesi in via di sviluppo e i più grandi mercati in termini di importazioni specifiche, anche da aree dove la deforestazione avanza più rapidamente. L'industria italiana della lavorazione e trasformazione del legname costituisce un'importante porzione del settore produttivo nazionale con un indotto di miliardi di euro.
«I paesi in via di sviluppo hanno dimostrato il loro impegno, ma è da Paesi come l'Italia che devono ora più che mai arrivare azioni serie e responsabili - ha continuato Rocco - Oggi più che mai l'impegno del Governo e dell'industria del settore deve mirare con atti concreti a rendere il mercato italiano un mercato certificato e sostenibile, dove ci sia un misurabile impegno a contrastare il commercio di legname illegale e a promuovere solo prodotti certificati». Il Wwf considerato che a metà novembre si riunirà la Plenaria della partnership internazionale per la salvaguardia delle foreste del Bacino del Congo (Cbfp) chiede un impegno preciso al governo italiano.
«Data la grande responsabilità della nostra industria e del nostro mercato sui processi di gestione forestale nel Bacino del Congo, ci aspettiamo che in quel contesto l'Italia faccia un passo serio, attivandosi nella sfida di gestire in maniera sostenibile le foreste di questa parte del pianeta. La nostra industria, che ha concessioni per milioni di ettari di foreste tropicali in quell'area, deve impegnarsi per certificarle entro i prossimi cinque anni e rinnegare così una volta per tutte un mercato illegale che mina gli interessi di noi tutti» ha concluso l'esponente del Wwf.