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[29/10/2009] News
LIVORNO. Continua il tira e molla sul nucleare iraniano: la televisione di Stato ha detto oggi che il Presidente dell'Iran Mahmoud Ahmadinejad è pronto a cooperare con le potenze mondiali sulle questioni riguardanti il combustibile nucleare. In un discorso pronunciato a Machhad, nel nord-est del Paese, Ahmadinejad ha ammorbidito i toni rivendicando (come fa di solito quando si ritira strategicamente) una vittoria per imbarazzare i "nemici": «Accogliamo favorevolmente lo scambio di combustibile, la cooperazione nucleare, la costruzione di centrali nucleari e di reattori e siamo pronti a cooperare. Gli occidentali cooperano con l'Iran e sono passati dalla politica dello scontro alla cooperazione».
Il presidente iraniano ha detto di apprezzare l'iniziativa dell'International Atomic Energy Agency (iaea) che il 23 ottobre era stata approvata da Usa, Francia e Russia. La proposta dell'Iaea prevede che l'Iran spedisca in Russia 1.200 kg del suo uranio arricchito entro la fine dell'anno. Il materiale dovrà poi essere inviato in Francia dove saranno realizzate le "cartucce" per un reattore di ricerca a Teheran che è stato costruito da esperti argentini con tecnologia francese. Quindi la Francia, l'unica in grado di fornire questo tipo di tecnologia nucleare, si presterebbe a far funzionare il nucleare islamico fino a ieri visto come il diavolo. Forse Ahmadinejad ha una qualche ragione per esultare.
Che l'ammorbidimento iraniano fosse nell'aria era chiaro, ieri il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, durante la sua conferenza stampa mensile, aveva salutato con favore la recente ispezione dell' International Atomic Energy Agency (Iaea) nel nuovo sito di arricchimento dell'uranio in Iran definendola «Una misura positiva». Poi ha rivelato che durante il suo incontro a settembre con Ahmadinejad aveva chiesto a Teheran «Di prendere questa iniziativa e di cooperare strettamente con l'Iaea sui problemi in sospeso»
Erano le ore in cui Barack Obama, Sarkozy e Brown rivelavano quel che l'Iran aveva già ammesso e che russi e Cinesi probabilmente sapevano da tempo: la presenza di un impianto nucleare a Qom.
Comunque Ban Ki-moon ha detto «Saluto anche il progetto di accordo, redatto dall'Iaea, legato alla fornitura di combustibile per il reattore di ricerca a Teheran. L'accordo rappresenta un'importante misura di fiducia ed aprirà la via ad altri progressi nei negoziati».
Sembra crederci anche Ahmadinejad che per ora non esce certo con le ossa rotte da una sfida nucleare che lo ha visto portare a casa l'impunità per quanto l'Iran ha fatto e la conferma che ha il diritto a diventare una potenza nucleare (almeno) civile.
Oggi su Ria-Novosti Elena Melkunian, ricercatrice dell'Istituto orientale dell'Accademia delle scienze della Russia, si mostra molto scettica sulla sincerità di Ahmadinejad e sul suo desiderio di collaborare con gli occidentali per l'arricchimento dell'uranio: «E' ancora difficile dare interamente fiducia a queste dichiarazioni. Delle proposte in questo senso sono già state fatte, ma Teheran vi ha sempre rinunciato. Dei progetti di arricchimento di uranio iraniano in Russia, poi in Francia, con la partecipazione degli Stati Uniti esistevano già. Solo che, alla fine dei conti, l'Iran a sempre insistito sul suo diritto esclusivo all'arricchimento. E' ancora troppo presto per fare dichiarazioni ottimistiche a questo riguardo. Non c'è alcun motivo per pensare che questo sia un passo avanti. La dichiarazione di Ahmadinejad deve essere confermata con degli accordi con gli altri Paesi, per permettere alla fine un lavoro reale in materia di arricchimento. Tuttavia, la dichiarazione del presidente iraniano è benvenuta. Può essere che gli sforzi congiunti della comunità internazionale alla finiscano per dare dei risultati, e questo è già un bene. Ma per ora, non è questo il caso».