[29/10/2009] News toscana

Aziende tra crisi e bonifiche: le proposte di Legambiente Val di Cornia

PIOMBINO. La Legambiente è sempre stata disponibile a discutere nel merito ai problemi ambientali del territorio e a fare proposte, tant'è vero che a suo tempo abbiamo chiesto al ministero dell'ambiente di partecipare alle riunioni della conferenza di servizi sulle bonifiche a Piombino, ma tale conferenza non si è più riunita da anni.

Anche volendo venire incontro alle aziende che parlano di costi esorbitanti per le bonifiche ambientali e per gli affitti dei terreni demaniali le strade percorribili sono: Scartare le ipotesi delle palancolature che è un'idea fasulla, fatta solo perché si dovevano vendere queste palancole (lastroni di ferro da conficcare nel terreno).

Bisogna ammettere che questa ipotesi presuppone progetti faraonici, costosissimi e inutili e non si può dire: è vero, quella è una cosa inaccettabile però se ne fa un pezzo fino alla chiusa, poi vedremo. Occorre rivedere complessivamente tutto, fare altri studi e dei progetti veri e propri che finora sono mancati e che riguardino tutto il territorio da bonificare. Sicuramente questi saranno meno costosi e le aziende potranno trarre benefici.

I costi degli affitti demaniali si possono abbattere riducendo il territorio occupato e restituendo superfici per altri insediamenti industriali.

La diminuzione della superficie occupata può determinare solo una riduzione del canone da ora in avanti, non può essere un motivo per ridurre il pagamento del danno ambientale dovuto. Questo sarebbe il solito pasticcio che porterebbe solo a rimettere in discussione le bonifiche in tutta Italia, anche quelle pochissime che si sono avviate.

In questi anni il ministero dell'ambiente ha più volte provato ad imporre procedure di emergenza alle aziende, senza assolvere alle normali procedure, così ha perso tutti i ricorsi al Tar. Le stesse sentenze dicono che occorre invece procedere in studi e progettazioni in conferenze di servizio, prima istruttorie e poi decisorie.

Comunque è giusto il tentativo di mettere insieme più ministeri e più problemi, infatti se non si fanno le bonifiche non si fa neppure il porto e le infrastrutture. Giusto mettere i ministeri di fronte alle loro responsabilità e ricercare finanziamenti ma anche rimettere in moto le giuste procedure.

Le stesse aziende dovrebbero essere propositive e presentare progetti di bonifica, invece di spendere soldi in avvocati per respingere le istanze, pur sbagliate, del ministero o sparare ricatti occupazionali, e sperare che tutto si areni.

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