[02/11/2009] News

“El clima no está en venta” gli ambientalisti catalani ai Climate change talks di Barcellona

LIVORNO. Gli ambientalisti catalani e spagnoli seguiranno molto da vicino i Climate change talks di Barcellona al via oggi. Il 31 ottobre, secondo la Guardia Urbana, almeno 1.700 persone hanno manifestato nel capoluogo catalano per chiedere iniziative urgenti e strutturali per fermare il cambiamento climatico.

A promuovere questa prima manifestazione sotto lo slogan "El clima no está en venta" sono stati una quarantina di gruppi ambientalisti catalani, tra i quali Ecologistes de Catalunya, Maulets, Amigos de la Tierra y Col.lectiu Transgènics For che metteranno in piedi durante i 5 giorni della Conferenza di Barcellona molte iniziative per chiedere che il summit di Copenhagen si concluda coi un accordo per una drastica e immediata riduzione delle emissioni di gas serra e che i Paesi del Nord del mondo riconoscano "il debito ecologico" che hanno con quelli del sud. I manifestanti hanno denunciato «Le lobby imprenditoriali che fanno pressione» per far fallire Copenhagen.

Alla manifestazione era presente anche una delegazione del partito indipendentista Esquerra Republicana de Catalunya e la deputata dell'Erc Laura Vilagrà ha detto che «Solo un sovvertimento dell'attuale sistema capitalista e delle istituzioni non democratiche della Banca mondiale, Fondo monetario internazionale e Organizzazione mondiale del commercio permetterà di risolvere il problema. I nonni dei manifestanti hanno fatto la rivoluzione industriale senza cotone, carbone e acciaio, e le attuali generazioni faranno la rivoluzione verde, senza gas (anche se questa opzione almeno nel mix energetico da transizione con le rinnovabili appare l'unica possibile, ndr), petrolio né uranio».

A Barcellona è presente in forze anche Oxfam che in Plaza Catalunya ha montato una gigantesca scultura per far capire su chi stia davvero pesando il cambiamento climatico: una donna del sud del pianeta che trasporta una lavatrice ed è circondata da diversi elettrodomestici. Durante i Climate change talks è previsto un vero e proprio vertice alternativo organizzato dalle associazioni catalane: il 31 ottobre ecologistes en Acciò ha organizzato all'università  "Tanquem les nuclears", un'iniziativa sulle energie rinnovabili e il cambiamento climatico e Aturem la guerra il seminario  "No més guerres per petroli". Ieri  la carta Mediterrani i de l'administració Autonomica I espanyola ha curato una tavola rotonda su sulle ripercussioni del cambiamento climatico nel bacino del Mediterraneo e su come evitarle. Domani ci sarà un incontro sulla giustizia climatica nell'aula magna dell'università con l'equadoriano Carlos

Larrea  che illustrerà le politiche del suo paese per difendere le foreste dalle multinazionali petrolifere ed al quale porteranno le esperienze di iniziative e lotta per il clima ricercatori scientifici ed attivisti statunitensi, sudamericani, e thasilandesi.

Il 4 novembre gli Amici della Terra terranno una riunione dei partecipanti internazionali alla campagna "El clima no està en venda" e il 5 novembre un concerto con "Alamedadosouna" e una campagna informativa sui negoziati di Copenhague.

Il 6 novembre le iniziative ambientaliste si concluderanno con una contro-conferenza finale organizzata da Amics de la Terra ed Ecologistes en Acció che vedrà la partecipazione  di Pelenise Alofa Pilitati, un noto leader comunitario delle Kiribati, uno degli Stati insulari più a rischio per l'innalzamento del livello degli oceani, di Luciano Brunet delll'Incra Brasile ed un membro della  FoE Internacional per discutere del Tribunale della giustizia climatica voluto dalla Bolivia.

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