[03/11/2009] News toscana
FIRENZE. Si terrà ad Arezzo (Centro Affari), dal 6 all'8 novembre "Agrienergie 2009", la rassegna giunta alla terza edizione in cui si parlerà di buona parte del futuro dell'agricoltura. Infatti in un quadro generale dove l'approvvigionamento energetico talvolta è fonte di criticità e di impatti sull'ambiente le agrienergie costituiscono un'opportunità, soprattutto nelle aree rurali. Ad Arezzo si parlerà sia di energie rinnovabili di provenienza agricola e forestale (biocombustibili solidi, liquidi e gassosi), sia di energie rinnovabili per l'agricoltura (come solare termico, fotovoltaico e mini-eolico), verificandone le possibili ricadute sui territori. «La produzione di energia termica ed elettrica da biomasse mostra i primi, importanti, segnali di crescita facendo registrare in un anno e mezzo un aumento del 132%. Si stima infatti che entro l'anno prossimo la potenza degli impianti in esercizio passerà da 75,6 a 175,6 megawatt. La filiera delle fonti energetiche rinnovabili si allarga e si incrementa in maniera decisa e confortante- ha dichiarato l'assessore regionale all'energia e all'ambiente, Anna Rita Bramerini- Ad oggi sul fronte delle energie rinnovabili registriamo in Toscana una serie di cifre positive che vanno dal +1,8% dell'idroelettrico, al +10% della geotermia, al +113% dell'eolico al +614% del fotovoltaico».
Alcune anticipazioni su quanto sarà possibile vedere ed ascoltare ad Arezzo, sono state fatte da Maria Grazia Mammuccini, amministratore dell'Arsia (Agenzia regionale sviluppo e innovazione nel settore agricolo e forestale): «Ad Arezzo presenteremo una ricerca che consente di stimare in 300 Megawatt elettrici (e/o in circa 750 termici) la quantità di energia che potrebbe essere ottenuta complessivamente in Toscana da un utilizzo di biomasse residue dalle lavorazioni agricole e forestali e, solo in minima parte, da quelle derivanti da colture dedicate. Si tratterebbe di una produzione realizzata integralmente con un approccio sostenibile e in un'ottica di filiera corta, capace, però di consentire notevoli ricadute economiche: se infatti la produzione di questa energia fosse immessa sul mercato permetterebbe di ricavare una cifra indicativa pari a 800 milioni di euro, cioè a un terzo della produzione lorda vendibile dell'agricoltura». Questo aspetto è stato ripreso da Bramerini: «le biomasse, per le quali il Piano energetico regionale prevede piccole centrali e filiere corte, vanno oltre il raddoppio della la loro potenza, in una regione coperta da boschi e foreste per metà del proprio territorio e in cui è notevole la quantità di scarti da lavorazioni agricole. Questo è particolarmente importante ed indicativo di come si stiano riscoprendo le enormi potenzialità di questo sistema, antico ma modernissimo, di produrre calore ed elettricità sfruttando le risorse di cui disponiamo in loco» ha concluso l'assessore.