[03/11/2009] News toscana

Il Mugello tra Tav, banda larga, ferrovie locali (e future "bretelle")?

FIRENZE. «Sono frequenti e numerose le segnalazioni di malfunzionamento, disservizi e problemi tecnici nella gestione del servizio di banda larga, con numerose zone non ancora coperte e raggiunte dal segnale». Inoltre, «ultimamente sono stati avvertiti disagi nel trasporto ferroviario, in particolare (per quanto riguarda) la Faentina». Parole con cui l'assessore della comunità montana del Mugello, Mario Lastrucci, ha motivato la convocazione di due riunioni per venerdì prossimo: nella prima il tema banda larga sarà affrontato insieme ai sindaci del distretto e all'assessore provinciale all'Ambiente Renzo Crescioli, mentre alla seconda, in cui si parlerà di mobilità, prenderanno parte gli assessori ai trasporti dei comuni e i membri dell'Osservatorio locale sui trasporti.

Sono quindi in procinto di essere discussi due aspetti fondamentali inerenti allo sviluppo del sistema infrastrutturale mugellano, e in generale toscano: riguardo allo sviluppo della banda larga, non sembra necessario appuntare ancora una volta come esso possa rappresentare un importante volano per il motore economico, ma con il vantaggio (rispetto ad altri veicoli di sviluppo) di avere un impatto sui sistemi naturali, sul paesaggio e sulla popolazione molto minore rispetto ad altri ambiti di investimento, anche se naturalmente non certo pari a zero. La diffusione della banda larga, peraltro, ha "a valle" significative influenze sulla domanda di mobilità, ad esempio per le possibilità offerte dal telelavoro che può togliere alle strade e alle ferrovie toscane una significativa componente di traffico pendolare, ed è di fondamentale importanza, in generale, per lo sviluppo della cosiddetta "knowledge economy", oltre ad aprire prospettive di interesse in direzione della telemedicina e dell'e-government, con tutte le esternalità ambientali positive associate.

Discorso analogo, almeno in parte, vale per la questione-ferrovie: se in generale uno sviluppo del sistema ferroviario è da considerarsi strumento di perseguimento della sostenibilità, è anche vero che la messa in opera delle relative infrastrutture non è naturalmente "gratuita" per i territori attraversati: e ciò, per quanto riguarda il Mugello, diventa ancora più evidente se pensiamo alla sentenza di primo grado che, a marzo, ha emesso la condanna per 27 persone (pene da 3 mesi a 5 anni) e condannato la ditta Cavet a pagare 150 milioni in risarcimenti a causa dei danni causati dalla realizzazione della linea Firenze-Bologna, una tratta di 79 km di cui 73 in galleria.

Al di là del fatto che le richieste di risarcimento erano molto maggiori (si parlava di cifre intorno ai 750 milioni), e che la sentenza investe solo le responsabilità nella gestione illecita dei rifiuti prodotti perchè i danni al sistema idrico sono stati giudicati di natura colposa e quindi non perseguibili penalmente (almeno, così stanno le cose a questo punto dell'iter giudiziario, in attesa di sviluppi), è evidente che il Mugello ha pagato un prezzo enorme allo sviluppo di una infrastruttura che è fondamentale per la Toscana, per l'Italia e per estensione anche per la mobilità continentale, ma i cui vantaggi sono ben poco percepibili dai cittadini mugellani.

Ma comunque, di linea ferroviaria si tratta, qualunque sia il suo impatto, e l'analisi costi-benefici relativa allo status quo non può non tenere conto dei vantaggi associati alla realizzazione della Tav. C'è però, per il Mugello, una vera e propria spada di Damocle che pende sopra la testa degli abitanti, ed è il progetto per la realizzazione della cosiddetta "bretella" tra Barberino di Mugello e Incisa Valdarno. Se oggi, infatti, chi percorre l'A1 in direzione nord può passare, per andare verso Bologna, solo a sud di Firenze (facilitato in questo dalla realizzazione della terza corsia), in futuro questo percorso potrebbe essere affiancato da quello che, deviando da Incisa verso Pontassieve e la valle della Sieve, porterebbe a Barberino passando per il Mugello.

Il progetto, che per ora è in stand-by almeno nel parere più volte espresso da parte dell'assessore ai Trasporti della Regione Riccardo Conti (che ha ripetutamente indicato il 2015 come data in cui andrà giudicata l'effettiva necessità di realizzare l'opera), gode invece di un forte sostegno da parte del sindaco di Firenze Matteo Renzi, che sia quando era presidente della provincia di Firenze sia da quando è salito al cadreghino di primo cittadino del capoluogo si è espresso ripetutamente in direzione della messa in opera della variante autostradale. E anche il presidente di Confindustria Firenze, Giovanni Gentile, ha più volte auspicato la costruzione della Bretella, parlando (ancora il 30 giugno scorso) di «infrastruttura necessaria al decongestionamento di tutta la grande viabilità della Toscana centrale».

Insomma, anche se la cosa non è all'immediato ordine del giorno, e anche se la realizzazione della bretella non sembra destinata ad andare effettivamente a buon fine perchè è radicata, in gran parte della società toscana, la convinzione che effettivamente il Mugello abbia pagato un prezzo sufficiente al miglioramento del sistema infrastrutturale toscano e nazionale, incombe comunque sul Mugello e sulla Val di Sieve la possibilità che venga realizzata un'opera che condivide con la Tav l'imponenza dell'impatto sul territorio, ma non le esternalità positive associate al perseguimento di una mobilità sostenibile. E' quindi da auspicarsi che lo sviluppo della banda larga e il miglioramento della ferrovia Faentina siano affrontati nell'ottica non solo di migliorare i servizi offerti alla popolazione del Mugello, ma anche di mostrare agli operatori economici concrete possibilità di investimento (e quindi opportunità di creazione di lavoro) alternative, in modo da prosciugare l'acqua in cui nuotano i sostenitori dell'opera. Altrimenti, non è da escludersi che, a lungo termine e passata l'indignazione popolare per i danni creati dalla Tav, l'opposizione alla realizzazione della bretella sia sopraffatta dal sostegno che essa riceve dalla volontà di influenti centri di potere politico ed economico, cioè da "vasi di ferro" davanti ai quali il Mugello sarebbe solo un vaso di coccio.

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