[04/11/2009] News toscana

Green economy: Usa e Toscana investono sul fotovoltaico

GROSSETO. Uno dei problemi che spesso incontra l'installazione dei pannelli fotovoltaici è quella dell'inserimento nel paesaggio. Il problema riguarda sia i borghi storici ( ma non solo) quando i pannelli devono essere collocati sui tetti, sia le aree agricole quando si tratta di impianti a terra. C'è poi il fatto che per ottenere un'adeguata potenza è necessario installare una discreta estensione di pannelli e questo non sempre è possibile.

Una nuova tecnologia messa a punto  nei laboratori del Georgia Institute of Technology, potrebbe dare risposta ad entrambi questi problemi. I ricercatori statunitensi, guidati dal Professore Zhong Lin Wang, sono riusciti a realizzare la prima cella tridimensionale a rivestimento di una fibra ottica, dello stesso tipo di quelle utilizzate dal settore delle telecomunicazioni per il trasporto dei dati. Su questa fibra, dopo aver rimosso il rivestimento, viene applicato un film conduttivo intriso di ossido di zinco e- grazie ad una tecnica sperimentata- riescono a far sviluppare filamenti disposti lungo la fibra, che vengono poi ricoperti di un colorante fotosensibile, in grado cioè di catturare la luce solare.

Quando la luce solare entra nella fibra ottica passa attraverso questi filamenti e  interagisce con le molecole di colorante producendo corrente elettrica che viene poi raccolta tramite un elettrolita liquido.  Il risultato ottenuto dai ricercati statunitensi è dunque un sistema ibrido capace di una efficienza maggiore di più di sei volte rispetto alle celle piane in ossido di zinco con la stessa superficie.

Il rendimento ottenuto sino ad ora è del 3,3%, ma con ulteriori modifiche di superficie, ovvero impiegando una fibra polimerica di 20 centimetri di lunghezza, il team ha l'obiettivo di ottenere rapidamente un rendimento pari all'8%.

«Maggiore è la lunghezza, meglio è - spiegano gli scienziati su Rinnovabili.it- perché più tempo la luce può viaggiare all'interno della fibra, maggiori saranno i rimbalzi e di conseguenza l'assorbimento».

Quindi una tecnologia in grado di dare quella flessibilità che attualmente i pannelli fotovoltaici non possiedono e inoltre - secondo quanto sostiene il coordinatore della ricerca, Zhong Lin Wang  - data la loro possibilità di essere «nascosti e mobili» potrebbero più facilmente essere utilizzati anche in quelle situazioni particolarmente sensibili in cui la loro presenza può determinare problemi al paesaggio.

Le fibre ottiche potrebbero infatti  «condurre i raggi solari attraverso i muri di un edificio dove le nanostrutture li convertirebbero in elettricità.». Così  - ha detto Wang - «Potremmo eliminare i problemi estetici dei grandi moduli»

E' evidente che gli stessi ricercatori sono ben consapevoli che ancora si tratta di potenzialità e che non sarà così semplice né tanto meno rapida la sostituzione delle attuali celle al silicio con queste veicolate su fibre ottiche, ma è pur sempre la dimostrazione che questo settore ha enormi possibilità di sviluppo e che quindi sarebbe importante destinare risorse adeguate per la ricerca e l'innovazione in questi ambiti.

Una scelta che la Toscana sembra impegnata a fare. Ieri infatti Sici, la società di gestione del risparmio indipendente che rappresenta l'intero sistema finanziario toscano, ha annunciato il suo ingresso nel capitale di  Siena Solar Nanotech (2SN) attraverso il fondo Toscana Innovazione, con un milione e 200 mila euro, con l'obiettivo di mettere a punto un progetto innovativo nel campo del fotovoltaico.

Siena Solar Nanotech è una società specializzata nelle tecnologie innovative per lo sfruttamento dell'energia solare con il fotovoltaico di seconda generazione che nasce come spin-off da un'iniziativa Cnr- Isms (Consiglio nazionale delle ricerche. Istituto per lo studio dei materiali nano strutturati), per realizzare celle fotovoltaiche flessibili (che si adattano meglio cioè alle caratteristiche del territorio nel quale devono essere impiantate), utilizzando come materiale di base il telluloro di cadmio, invece del silicio.

Già oggi dispone della proprietà intellettuale della tecnologia che permette di ottenere film sottili di dimensioni nanometriche per fare celle fotovoltaiche di seconda generazione con materiali innovativi.

«Con il nostro progetto - ha detto Carlo Taliani, Presidente di 2SN - puntiamo a realizzare un processo industriale per la produzione di celle fotovoltaiche a film sottile. Il vantaggio di queste celle è che possono garantire un'efficienza simile a quella del silicio ma con costi molto inferiori creando le basi per raggiungere la cosiddetta grid-parity, ovvero un costo dell'energia elettrica uguale o inferiore a quello determinato dall'uso dei combustibili fossili». L'obiettivo è di passare nel giro di un anno  alla fase di industrializzazione. «Con il nostro investimento - ha detto il presidente di Sici, Massimo Abbagnale - abbiamo un obiettivo duplice: attrarre investimenti in Toscana e favorire insediamenti che possano generare occupazione qualificata e ulteriore sviluppo».

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