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[05/11/2009] News
LIVORNO. Sul ritrovamento del container al largo delle coste elbane da arte della nave della nave del Nurc-Nato "Alliance" intervengono anche quelli che ne sono stati i principali (e ignorati, quando non sminuiti ed accusati di essere dei provocatori allarmisti) i veri protagonisti l'equipaggio della imbarcazione ambientalista Thales che il 5 luglio scorso intorno alle ore 21,00 si imbatterono nella nave "Toscana", battente bandiera maltese, mentre era stranamente ferma in mezzo al mare, ma con segni inequivocabili di attività di scarico di materiale utilizzando le gru di bordo, a nord dell''isola d'Elba, in pieno Santuario internazionale dei mammiferi marini Pelagos (Italia, Francia, Principato di Monaco) nella posizione 43° 07,893'N, 10° 15,026'E. Che l'attività oltre che ad essere strana fosse anche molto sospetta lo dimostrò anche il successivo tentativo di speronamento messo in atto dalla nave per intimidire l'equipaggio della "Thales".
La MS Thales che svolge crociere nell'ambito del progetto internazionale Green Ocean ed ha con Legambiente una collaborazione all'interno del progetto "Plastic from the sea" scattò alcune foto che dimostravano la strana attività lavorativa in alto mare della "Toscana" proveniente da La Valletta. Poi, dopo aver presentato regolare denuncia di quanto ha accaduto la "Thales" ha inviato a Legambiente il resoconto dell'accaduto.
Ora l'equipaggio ambientalista tedesco in una e-mali inviata a Legambiente Arcipelago Toscano fa un bilancio di questa sua avventura: ecco cosa dicono:
«Informazioni sulla nostra segnalazione del 5 luglio 2009 - Affondamento di container davanti alla costa della Toscana. Il primo container affondato é stato trovato ad una profondità di 120 m. La nave da ricerca della Guardia Costiera italiana lo ha scoperto ad una distanza di soli 900 metri da quella della posizione indicata dal comandante della MS Thales. Ora nulla sbarra la strada al recupero del container è ed è solo una questione di tempo per poter esaminare il suo contenuto.
E'importante ora ad esaminare quale sia il contenuto che dovrebbe essere stato smaltito illecitamente, e se ci sia un collegamento con la moria di pesci nelle acque davanti alla costa, abbiamo già comunicato che sono stati ritrovati spesso nelle ultime settimane più pesci morti nelle reti dei pescatori.
Il vostro aiuto e il vostro sostegno alle nostre attività ci ha permesso di dare un valido contributo alla protezione ambientale. Gli ufficiali e l'equipaggio della nave interessata saranno ritenuti responsabili. Tuttavia, più importante di tutto è che abbiamo dimostrato che si può impunemente e inosservatamente affondare rifiuti in mare! Nemmeno di notte e con la nebbia! Ringraziamo tutti i partecipanti del programma Green Ocean Explorer perché ci hanno dato la possibilità di svolgere il nostro lavoro».