[10/11/2009] News

L'uranio iraniano arricchito in Turchia?

LIVORNO. La via di uscita dal labirinto nucleare iraniano potrebbe essere inaspettatata: un Paese della Nato che fa affari nucleari con la Russia. Infatti, secondo quanto scrive oggi il quotidiano turco Milliyet, i governi di Ankara e Teheran (islamici, anche se uno è "moderato" e l'altro "radicale") stanno esaminando la possibilità di un arricchimento "complementare" dell'uranio iraniano in territorio turco e a quanto pare (a meno dell'ennesimo bluff che precedede l'ennesima marcia indietro) le autorità iraniane accetterebbero questa formula che è stata ufficialmente proposta dal direttore generale uscente dell' International atomic energy agency (Iaea) Mohamed ElBaradei.

Secondo Milliyet «I negoziati hanno avuto luogo lunedi ad Istanbul, dove una delegazione iraniana condotta dal presidente Mahmoud Ahmadinejad era arrivata ieri per partecipare a un summit economico dell'Organizzazione della conferenza islamica(Oci). Il 6 novembre scorso, il direttore generale dell' International atomic energy agency ha proposto un'iniziativa che prevede l'arricchimento complementare dell'uranio in Turchia (con la quale Teheran intrattiene buone relazioni).

Questa idea è stata avanzata dopo che le autorità iraniane avevano respinto le proposte del Gruppo dei 6 (Usa, Gran Bretagna, Francia, Germania, Russia e Cina) di spedire l'uranio per l'arricchimento in Russia. La cosa aveva irritato non poco Mosca che è, nonostante l'atteggiamento ufficiale internazionale, la vera artefice del nucleare iraniano.

Secondo la propsta dell'Iaea, l'Iran dovrebbe inviare i Turchia 900 chiologrami di uranio debolmente arricchito dei 1.200 di cui dispone attualmente. Dopo l'arricchimento in Turchia il materiale radioattivo sarà inviato in Francia che lo trasformerà in barre di combustibile da rispedire in Iran attraverso la Turchia.

Un gomitolo che cerca di nascondere una colossale ipocrisia nucleare e che salva la faccia al G6 e a Teheran attraverso un Paese Nato, cioè dell'alleanza militare che fino a qualche settimana fa asseriva di dover realizzare uno scudo anti-missile in Europa per proteggersi da un'improbabile minaccia nucleare iraniana...

Il ministro degli esteri turco Ahmet Davutoglu ha detto ai giornalisti che «I negoziati di Istanbul si sono basati a sull'iniziativa di ElBaradei. Abbiamo adottato una posizione esclusivamente costruttiva verso i negoziati con l'Iaea e l'Iran». Ma il governo di Ankara non vuole dare dettagli della delicatissima operazione che lo mette al centro della diplomazia nucleare in una delle aree più pericolose ed instabili del mondo.

L'accordo sembra benedetto anche da una ritrovata amicizia russo-iraniana: Il vice ministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov, ricevuto dal capo negoziatore iraniano per il nucleare, Saeed Jalili, e ha affermato che il diritto iraniano di arricchirsi d'uranio dentro i confini nazionali è «incontestabile».

Lo rivela la rete satellitare iraniana PressTv sottolinea che «L'Iran precisa che l'accordo per lo scambio di uranio deve essere ''esaminato accuratamente da tecnici ed economisti, a causa dei suoi aspetti economicì'. Dopo l'incontro avvenuto nella capitale iraniana fra il ministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov e il negoziatore per il nucleare Saeed Jalili, Teheran si augura "ulteriori negoziati con le potenze mondiali". Dopo l'incontro avvenuto il primo ottobre 2009 dove erano stati individuati i punti di partenza dell'accordo per lo scambio di uranio se ne sarebbe dovuto tenere un altro che però è stato sospeso.

L'accordo in sintesi prevedeva l'invio del 75% della sua riserva (1.200 chilogrammi) di uranio scarsamente arricchito al 3% (Low-enriched Uranium, LEU) alla Russia che lo avrebbe arricchito al 20% e poi trasferito in Francia per la sua trasformazione finale in carburante utile per il reattore nucleare di Qom da dove si sarebbero estratti gli isotopi a scopo medico. L'intero processo, invio e ritorno, richiederebbe circa 18 mesi. Nel frattempo gli Stati Uniti avrebbero provveduto a fornire le tecnologie per migliorare e potenziare il reattore nucleare.

Alla fine, seppur con una settimana di ritardo, Teheran si è detta disposta a firmare l'accordo a condizione che l'uranio venga inviato a piccoli lotti successivi in base alla ricezione del succitato carburante da parte Francese». Ora si scopre che la chiave dell'accordo è in Turchia.

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