[10/11/2009] News
LIVORNO. L'International energy agency (Iea) ha presentato a Londra il suo "World Energy Outlook 2009" (Weo 2009) e il presidente dell'Iea Nobuo Tanaka ha voluto illustrare l'atteso rapporto con una sollecitazione: «I leader del mondo che si riuniranno a Copenaghen il prossimo mese per il vertice sul clima delle Nazioni Unite hanno una opportunità storica per evitare gli effetti peggiori del cambiamento climatico. Il World Energy Outlook 2009 intende dare impulso ai loro negoziati in questa fase cruciale per specificate le misure pratiche necessarie per un futuro energetico sostenibile nel quadro di un accordo globale sul clima. Il Wwo 2009 fornisce sia motivi di pericolo che di ottimismo. Pericolo, perché un proseguimento delle attuali tendenze dei consumi energetici mette il mondo sulla strada di un aumento della temperatura fino a 6 gradi centigradi e pone una seria minaccia alla sicurezza energetica globale. Ottimismo, perché ci sono le soluzioni più efficaci per evitare gravi cambiamenti climatici ma anche per migliorare la sicurezza energetica e questi sono a portata di mano come dimostra il rapporto»
Il Weo 2009 svela che, anche a causa della crisi economica-finanziaria, il consumo mondiale di energia è calato nel 2009 rispetto al 2008 e che i progetti energetici difficilmente potranno riprendere lo stesso trend di crescita degli anni passati se non cambieranno le politiche dei governi.
Comunque, anche con questo scenario di riferimento, la domanda di energia dovrebbe salire del 40% entro il 2030, raggiungendo i 16,8 miliardi di tonnellate equivalenti di petrolio (tep).
«I combustibili fossili continueranno a dominare il mix energetico, e rappresenteranno oltre i tre quarti dell'incremento della domanda I paesi non-Ocse rappresentano oltre il 90% di questo aumento, e la Cina e l'India da sole oltre la metà - spiega il rapporto Iea - Oltre ad aumentare la suscettibilità alle brusche impennate dei prezzi dell'energia, lo scenario di riferimento prevede un livello persistentemente elevato di spesa per importazioni di petrolio e di gas che rappresentano un onere finanziario notevole per i consumatori dipendenti dall'importazioni. La Cina supererà gli Stati Uniti intorno al 2025 per diventare l0 "Spender" più grande del mondo per le importazioni di petrolio e di gas. La sfida della povertà energetica resta irrisolta con 1,3 miliardi di persone ancora senza elettricità nel 2030 sugli 1,5 miliardi di oggi, anche se l'accesso universale potrebbe essere realizzata con un investimento di soli 35 miliardi dollari all'anno nel periodi 2008-2030».
Secondo il Weo 2009 la lotta ai cambiamenti climatici ed il loro contenimento è possibile, ma solo attraverso un profondo cambiamento del settore energetico. Il rapporto propone il "450 Scenario" con azioni da attuare aggressivamente e con un calendario certo per limitare a lungo termine le concentrazioni di CO2 in atmosfera a 450 parti per milione e mantenere l'aumento della temperature globale entro I 2 gradi rispetto ai livelli pre-industriali. «Per ottenere questo scenario - dice l'Iea - la domanda di combustibili fossili deve raggiungere il suo picco entro il 2020 e le emissioni di CO2 collegate all'energia devono scendere a 26,4 gigatonnellate nel 2030 rispetto alle 28,8 Gt del 2007».
Secondo Tanaka esiste la consapevolezza politica del problema: «Nel corso della riunione ministeriale della Iea, la grande maggioranza dei ministri ha mostrato l'intenzione di prendere l'iniziativa, si stanno organizzando e impegnando per realizzare la sfida del "450 Scenario", con un percorso verso la green energy e la crescita verde. Solo con un'azione di mitigazione in tutti i settori e in tutti i continenti possiamo trasformare il "450 Scenario" in 450. L'efficienza energetica è il maggior contributo, rappresentando oltre la metà della riduzione totale entro il 2030. Anche le tecnologie energetiche a basse emissioni di carbonio svolgono un ruolo cruciale: nel 2030 circa il 60% della produzione mondiale di elettricità proverrà da fonti rinnovabili (37%), nucleare (18%) e da impianti provvisti di carbon capture and storage (5%). Inoltre, si è verificato un cambiamento drastico nella vendita di auto, con i veicoli ibridi, plug-in hybrids ed elettrici che rappresenteranno quasi il 60% delle vendite nel 2030, da circa l'1% di oggi».
Rispetto all'attuale scenario di riferimento, per raggiungere gli obiettivi del "450 Scenario", occorre che gli investimenti aumentino 10,5 trilioni (mille miliardi) di dollari entro il 2030 per incrementare le low-carbon energy technologies e l'efficienza e il risparmio energetico. Un costo enorme che sarà però ben compensato dalla diminuzione di perdite economiche, umane ed ambientali dovute ai cambiamenti climatici gravi e dallo sviluppo economico, con una riduzione della bolletta energetica per trasporti, edilizia e industria che da sola arriverà ad 8,6 trilioni di dollari a livello globale nel periodo 2010-2030.
Tanaka ritorna a Copenhagen: «La sfida per i negoziatori climatici è quella di concordare strumenti che diano i giusti incentivi al fine di dare garanzie che gli investimenti necessari saranno effettuati e sui meccanismi per finanziare gli investimenti nei paesi non-Ocse: Nel nostro 450 scenario, nei paesi Ocse il prezzo del carbonio raggiungerà i 50 dollari per tonnellata di CO2 nel 2020 e 110 dollari nel 2030».
Il Weo 2009 evidenzia anche un calo degli investimenti nel settore petrolifero come una seria minaccia per l'economia mondiale proprio mentre sembra iniziato un lento recupero: gli investimenti in gas e petrolio nel q 2009 si sono ridotti di 90 miliardi di dollari rispetto al 2008 e la domanda di petrolio è nettamente diminuita.
Secondo lo Scenario di Riferimento il recupero inizierà nel 2010, raggiungendo gli 88 mb/d nel 2015 e i 105 mb/d nel 2030.«Penso che aumentare gli investimenti nelle forniture di combustibile fossile non sia in contraddizione con la necessità di passare ad un percorso di energia a basse emissioni di CO2 - dice Tanaka - Anche nel "450 Scenario" , la produzione Opec aumenta ancora notevolmente nel periodo fino al 2030, aumentando in termini reali le entrate dei Paesi di 4 volte rispetto ai livelli dei 23 anni precedenti Secondo il rapporto il gas «E' destinato a continuare a svolgere un ruolo di ponte nel soddisfare le esigenze mondiali di energia sostenibile. Nello Scenario di Riferimento, la domanda di gas aumenta del 41% da 3,0 trilioni di metri cubi nel 2007 a 4,3 nel 2030. La domanda di gas continua ad espandersi anche nello "450 Scenario", ma è del 17% più bassa nel 2030 rispetto allo Scenario di Riferimento, grazie ad un uso più efficiente, alla domanda di elettricità inferiore e una maggiore passaggio a fonti energetiche non fossili».
Il mercato del gas è in rapida trasformazione grazie alle risorse di gas non convenzionali ( in particolare gli shale gas, il gas contenuto negli scisti) del Nord America che avranno conseguenze significative: la quota di produzione di unconventional gas negli Usa è passata dal 44% del 2005 a circa il 50% nel 2008 e, nello Scenario di Riferimento del Weo 2009, si prevede un aumento di quasi il 60% nel 2030. Un boom che insieme alla crisi economica potrebbe far aumentare la disponibilità del gas nel tempo.
Il rapporto dimostra un sotto-utilizzo dei gasdotti esistenti e del Gas naturale liquefatto che potrebbe arrivare dai circa 60 miliardi di metri cubi nel 2007 a 200 miliardi di m3 nel 2015. «Questa sovrabbondanza potrebbe avere conseguenze di ampia portata per la struttura dei mercati del gas, con i fornitori in Europa e Asia-Pacifico, sotto pressione per modificare le condizioni di prezzo con contratti a lungo termine, e uno scollegamento dai prezzi del gas dal petrolio». Un calo dei prezzi che potrebbe stimolare la domanda di gas.
Secondo il Weo 2009. , sarà il Sud-est asiatico il protagonista del futuro mercato energetico con una domanda che crescerà del 76% tra il 2007 e il 2030: «Insieme ad una forte crescita in Cina e in India, questa forte domanda nel Sudest asiatico ridefinirà il panorama energetico mondiale sempre più verso l'Asia». Conclude Tanaka
Quel che è certo per l'Iea è che «Ogni anno di ritardo nell'intraprendere il percorso verso un livello di emissioni che limiti l'aumento di temperatura a soli 2 gradi, aggiunge circa 500 miliardi di dollari al costo, in aumento, di 10.500 miliardi di dollari già necessario nel periodo 2010-2030. Solo qualche anno di ritardo renderà probabilmente del tutto irraggiungibile la meta se ciò accadesse, gli ulteriori costi per l'adattamento sarebbero molte volte più alti di questa cifra».