[10/11/2009] News

Truffa su parchi eolici siciliani, arrestato presidente Anev

LIVORNO. Presentavano false certificazioni per avere accesso a contributi erogati in favore dei produttori di energia eolica. Con quest'accusa sono finiti agli arresti, questa mattina, quattro persone, due delle quali in Sicilia, e altre 11 sono state denunciate

C'è anche Oreste Vigorito, presidente dell'Anev, l'associazione dei produttori di energia eolica, nonché amministratore dell'impresa eolica Ivpc e del Benevento calcio, tra le persone arrestate questa mattina nell'ambito dell'operazione denominata 'Viacolvento'.  Gli altri arrestati - fonte Ansa - sono Vito Nicastri, di 53, di Alcamo (Trapani); Ferdinando Renzulli, di 43, di Avellino; e Vincenzo Dongarrà, di 47, di Enna. Il blitz delle Fiamme gialle, giunto al termine di due anni di indagine, ha portato al sequestro di sette parchi eolici riconducibili a 9 società di Avellino.

L'organizzazione, secondo gli inquirenti, avrebbe beneficiato di fondi pubblici producendo false attestazioni sulla titolarità dei terreni utilizzati per impiantare turbine e sulle disponibilità economiche presso istituti di credito. Il meccanismo della frode prevedeva che le diverse società, tutte facenti capo alle stesse persone o comunque gestite in maniera coordinata, attestassero formalmente da una parte la titolarità dei terreni su cui avrebbero dovuto sorgere i parchi eolici e dall'altra le disponibilità finanziarie da destinare al progetto. La titolarità dei terreni, all'atto della richiesta di contributo, era certificata da false attestazioni.

Per quanto riguarda l'aspetto finanziario, la frode avveniva attraverso un complicato meccanismo in base al quale il 'gruppo' mostrava una maggiore capacità di fondi della società che in quel momento stava chiedendo il contributo, attraverso fittizie assegnazioni di capitali provenienti dall'estero (in massima parte dal Regno Unito). In realtà tali fondi corrispondevano all'importo del contributo già ottenuto da un'altra impresa, trasferito, non appena erogato, nella disponibilità della nuova società che andava ad accedere al contributo.

La giustizia, come si sul dire in questi casi, farà il suo corso. Quello che non vorremmo, ma siamo purtroppo certi che accadrà, è che con questa inchiesta qualcuo finisca per credere (o per argomentare ulteriormente la teoria) che tutto l'eolico italiano sia solo un grande bluff. Perché questo sarebbe davvero un madornale errore. L'eolico, come altri impianti di energia da fonte rinnovabile, gode di incentivi. Questi permettono di dare forza ad un mercato che altrimenti avrebbe delle difficoltà causa i costi ancora troppo elevati, ma con l'obiettivo della sostenibilità ambientale. Se poi c'è chi se ne approfitta è bene che gli inquirenti facciano le loro inchieste, ma è come voler arrestare un'auto per eccesso di velocità al posto dell'autista.  

Quanto sostiene Italia Nostra Sicilia, infatti, non fuga affatto questo dubbio, anche se è più che lecito avere opinioni diverse dalla nostra.

«Nei nostri puntuali, numerosi interventi contro l'indiscriminato proliferare di centrali industriali eoliche in Italia e in Sicilia - spiega Leandro Janni, Presidente di Italia Nostra Sicilia - abbiamo costantemente chiesto per quale ragione l'energia del vento avesse tanto successo in un paese, e in una regione, con scarsa e inadatta ventosità. L'inchiesta giudiziaria in corso, che ha portato al clamoroso arresto del presidente dell'ANEV - Associazione nazionale dell'energia del vento - associazione che rappresenta gran parte degli imprenditori del settore, mette in evidenza la singolare situazione italiana. Poche ore di vento: una media di produzione di sole 1700 ore (di cui effettive immesse in rete 1450) contro le oltre 2000-2800 del Nord Europa. Di contro, i più alti incentivi d'Europa, tramite certificati verdi valutati il doppio che altrove (oltre 160 euro a MWh). E ora la nuova verità: anche contributi pubblici ulteriori. A fondo perduto, e per i quali  pare si siano fatte "carte false"». 

L'inchiesta giudiziaria resa nota in queste ore - aggiunge - ha bloccato presso il Minindustria circa 30 milioni di contributi, ed ha sequestrato centrali industriali eoliche del valore di 153 milioni. Noi chiediamo la verità su questa controversa, abnorme situazione normativa. Italia Nostra non è mai stata sentita al Ministero dell'Ambiente. L'ANEV - che è Associazione ambientalista riconosciuta - è invece sempre presente con i suoi sostenitori di Legambiente e Greenpeace . Alla luce di quanto emerso, dunque, chiediamo un'inchiesta, subito. Anche in Parlamento».

Come si vede già vengono citate due associazione che nulla hanno a che vedere con questa storia...

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