[12/11/2009] News

Rischio idrogeologico, solo iniziata in Consiglio dei ministri la discussione sul decreto

FIRENZE. Nel Consiglio dei ministri che si è svolto oggi, durato poco più di un'ora, è stato solo avviato l'esame del decreto-legge proposto dal ministro Stefania Prestigiacomo per prevenire e contrastare nuovi pericoli per le aree qualificate a grave rischio idrogeologico, al fine di realizzare misure di salvaguardia e pianificare gli interventi.

Anticipazioni sul documento del Ministero per l'ambiente sono state fatte dal sottosegretario Roberto Menia, in un'informativa del governo alla Camera sulle politiche relative all'assetto idrogeologico. Il testo prevede un Piano nazionale sul rischio idrogeologico, su proposta di regioni ed enti locali, per individuare gli interventi più urgenti. Viene ipotizzata anche la nascita di una commissione tecnica sul rischio idrogeologico, composta da Autorità centrali e locali, per redigere il piano entro 60 giorni dal suo insediamento.

«Per scongiurare altri eventi drammatici è improcrastinabile un programma straordinario di prevenzione e manutenzione del territorio- ha dichiarato Menia- Il ministero dell'Ambiente, in questa fase critica intende proporre un ruolo centrale dello Stato nella pianificazione sia sul piano della programmazione (con il piano straordinario di interventi ed il supporto della commissione tecnica), sia sul piano operativo, sia su quello del monitoraggio».

Qualche contraddizione emerge: si cerca la collaborazione con gli enti locali attraverso la commissione tecnica (che però dovrebbe dare solo un supporto), ma poi si propone una centralizzazione nella fase di pianificazione, programmazione, monitoraggio. Sicuramente. capiremo meglio in seguito quando sarà disponibile un testo definitivo e non solo ipotesi. Facciamo notare che il conflitto sulle competenze tra Stato e regioni sulla difesa del suolo, è stato uno dei motivi (con peso specifico di rilevo) per cui ancora oggi in materia non abbiamo una legge quadro e invece sono disponibili tante norme scaturite dopo le emergenze.

Per quanto riguarda le risorse il ministero prevede di reperire 900 milioni attingendo dai fondi Fas (Fondi aree sottoutilizzate), 100 milioni dal cosiddetto 'Fondo Letta' finalizzato alla gestione delle emergenze, mentre 254 milioni sono già resi disponibili dal ministero dell'Ambiente che vuole destinarli proprio alla difesa del suolo.

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