[19/11/2009] News toscana

Via libera al progetto della centrale a biomasse nel porto di Livorno

LIVORNO La Provincia di Livorno ha approvato la centrale a biomasse da 52 megawatt che verrà realizzata nel terminal Leonardo da Vinci all'altezza del canale industriale, nel porto di Livorno. Dopo la verifica nella conferenza dei servizi e la presentazione della valutazione di impatto ambientale, nei prossimi giorni, il responsabile dell'area tecnica della provincia firmerà l'atto autorizzativo che di fatto dà  l'avvio alla fase esecutiva del progetto. Con un investimento di 90 milioni di euro, il consorzio Inso, società controllata dal Nuovo Pignone General Eletric, costruirà un impianto alimentato a olio di palma proveniente dal Sud America e dall'Africa non rispettando - va detto - le linee di indirizzo definite dal Piano energetico regionale e dal piano provinciale in fase di elaborazione. Il documento di indirizzo del piano, infatti, i cui punti generali sono stati annunciati dall'assessore provinciale all'energia Toncelli in una recente riunione a palazzo Granducale, suggerisce la creazione  di una filiera corta, un limite al trasferimento dei combustibili che deve essere al massimo di 70 chilometri. Non solo. Il piano provinciale redatto dall'Agenzia provinciale energetica, sempre per le centrali a biomasse, ha chiesto di privilegiare l'uso di materiali di scarto delle potature, di paglie, e residui di taglio del bosco. Così non sarà.

Il progetto presentato dalla Porto Energia srl, controllata della Compagnia  portuali, punta su oli vegetali provenienti dalla palma dei paesi in via di sviluppo e dalla jatropha, arbusto originario del Centro America coltivata principalmente in Asia e Africa. Con 5 viaggi all'anno, le navi cisterna porteranno sulle nostre banchine dalle 15 alle 20 tonnellate di oli vegetali. Lunghi viaggi  che il piano provinciale ha sconsigliato (il documento non può infatti imporre le scelte ai Comuni ma solo dare degli indirizzi). Le controindicazioni ambientali alle centrali a biomasse da filiera lunga sono note: gli oli vegetali vengono importati da dove molto spesso le foreste vengono tagliate per far posto a piantagioni di olio di palma da cui si estrae la biomassa oleosa. Il vulnus ambientale è quindi notevole. Non è poi da dimenticare l'inquinamento prodotto dalle navi che trasportano gli oli. Per questo motivo l'Unione europea ha indicato più volte che la via maestra da seguire è quella della riduzione dell'emissione di anidride carbonica.

Il presidente della Cilp Enzo Raugei garantisce, però che tutto sarà realizzato nel rispetto  dell'ambiente. «Abbiamo tutte le carte in regola e i permessi di valutazione ambientale per avviare la fase esecutiva - ha spiegato Raugei. Gli oli saranno forniti da società che non attuano la deforestazione, aziende affidabili dal punto di vista ambientale e certificate a livello internazionale da società apposite». Contenuto, sempre secondo Raugei, l'inquinamento dei mezzi di trasporti per trasferire i combustibili che dall'Indonesia o dall'Africa arriveranno in porto. «Gli oli arrivano con delle navi cisterna direttamente in banchina e da qui portati direttamente nell'impianto dove viene prodotta l'energia - continua Raugei».

 I contratti le società di fornitura non sono comunque ancora stati definiti. Di certo sappiamo che le turbine prodotte e fornite dal Nuovo Pignone della Generl Electric produrranno, oltre ai 52 megawatt elettrici, anche 8 megawatt termici.

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