[23/11/2009] News

Nucleare: la gaffe dell'Enel sul modello finlandese da imitare

GROSSETO. La Finlandia, per quanto riguarda il nucleare, è un modello da seguire secondo il direttore della divisione ingegneria e innovazione di Enel, Livio Vido. Il riferimento è al sistema consortile utilizzato nella realizzazione dell'impianto di Olkyluoto che «consente all'offerta -operatori elettrici - e alla domanda - altri soggetti industriali energivori - d'incontrarsi e di partecipare congiuntamente alla realizzazione di grandi investimenti».

Quello che non dice, Vido, è il fatto che a questi grandi investimenti - il cui tenore lievita di mese in mese - partecipa anche la parte pubblica e che senza questo intervento i privati anche riuniti in consorzi - non potrebbero arrivare.

Del resto anche il quadro di riferimento normativo che reintroduce il nucleare nel nostro paese - sia quello in essere che - a quanto sembra - quello in divenire, offre varie forme di copertura agli investimenti privati, tra cui anche il fatto che si prevedono risarcimenti (anche per I progetti) qualora non se ne facesse di niente.

Ma non è solo questo elemento che crea scetticismo nel prendere la Finlandia, con la centrale in corso di costruzione a Olkyluoto, come modello di riferimento: a parte i ritardi che l'hanno resa famosa e il conseguente aggravio dei costi, adesso c'è un altro problema che potrebbe  ulteriormente rimandare la data di consegna, ovvero una dichiarazione congiunta  delle autorità nucleari della Finlandia, del Regno Unito e della Francia, che recentemente hanno segnalato che il sistema di controllo dei reattori Epr è inadeguato e deve essere riprogettato, dal momento che i sistemi di controllo e i sistemi di protezione dell'impianto non sarebbero indipendenti, come invece richiesto per evitare che il danno di uno possa compromettere anche il corretto funzionamento dell'altro.

Una dichiarazione confermata anche da un'analisi richiesta da Greenpeace a Helmut Hirsch, esperto indipendente di sicurezza  nucleare, secondo il quale l'assenza di un sistema di controllo indipendente «nel peggiore dei casi può trasformare un piccolo incidente in un incidente molto serio». E questo è il caso del progetto dei sistemi di controllo delle centrali Epr, che secondo Hirsch,  «è contrario alla sicurezza nucleare».

Ulteriore motivo- secondo Lauri Myllyvirta, di Greenpeace Nordic, he si aggiunge ai già tanti motivi per abbandonare l'energia nucleare. «L'energia nucleare - ha detto Myllyvirta -  insidia la protezione del clima e la scelta finlandese dell'energia nucleare ha chiuso il portello sull'investimento nell'energia rinnovabile e nel risparmio di energia».

Diametralmente opposta la posizione di Enel che anzi vede in questa richiesta delle autorità di controllo nucleare «la conferma del fatto che il settore nucleare è caratterizzato da controlli continui volti a garantire il perfetto funzionamento degli impianti» come ha dichiarato Vido in una intervista su Affari &Finanza. Affannandosi a sottolineare che «queste analisi tecniche non avranno impatto sulla realizzazione del progetto». «Si tratta in sostanza - ha sostenuto Livio Vido - di effettuare le necessarie verifiche di sicurezza che però non hanno rilevanza né per la tecnologia, né sui tempi e costi del progetto».

Affermazioni difficili da dimostrare quando, appunto, sia i tempi che i costi dell'impianto finlandese continuano a dilatarsi e che mettono quindi profondamente in dubbio l'attendibilità delle alte questioni così come sono state sostenute, ovvero che non vi siano problemi di tecnologia e di progetto su questo tipo di impianti e che anzi questa sia una «ulteriore garanzia del fatto che quando i reattori Epr entreranno in servizio, rappresenteranno lo stato dell'arte raggiunto dalla tecnologia nucleare». Che sempre di più non appare essere una tecnologia tanto avanzata, anche in termini di sicurezza.

E a proposito di sicurezza proprio sabato sul sito di New York Daily News è apparsa la notizia di una fuga radioattiva dalla centrale di Three Mile Island in Pennsylvania, dove negli anni '70 vi fu il primo serio incidente della storia nucleare civile.

Si sarebbe trattato di un «basso livello di contaminazione» secondo Diane Screnci, portavoce della Nuclear Regulatori Commission he ha aggiunto che «Non sembra esserci alcun rischio per la salute e la sicurezza pubblica». Le 20 persone coinvolte- a quanto scrive il quotidiano americano- sarebbero tutti lavoratori addetti all'impianto, immediatamente allontanate non appena scattato l'allarme della fuga radioattiva che ancora non è stato messo in relazione con cause precise.  Un fatto che dimostra ancora una volta che la sicurezza nucleare è una chimera.

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