[23/11/2009] News
LIVORNO. Bisognerà aspettare il 2014 perché arrivino in Toscana (senza fermarsi) molti degli 8 miliardi di metri cubi di gas algerino all'anno trasportati dal gasdotto Galsi attraverso il Mediterraneo e la Sardegna. L'opera dovrebbe prendere il via il prossimo anno per trasportare 8 e costare 3 miliardi di euro, il consorzio che lo realizzarà mette insieme l'algerina Sonatrach 41,6%), Edison (20,8%), Enel (15,6%) ed Hera (10,4%).
Lo ha annunciato oggi a Cagliari durante il convegno "Il gasdotto Galsi: nuova energia per la Sardegna", il presidente di Galsi e manager Edison Roberto Poti: «Il 2010 sarà un anno importante. Aspettiamo le ultime autorizzazioni da parte del ministero dell'ambiente, dello sviluppo economico e della regione (Sardegna, ndr). Aspettiamo anche la conferma del diritto di capacità all'ingresso nella rete nazionale a Cagliari e la possibilità di immettere i quantitativi di gas all'interno della rete nazionale dei gasdotti. Il budget di spesa complessivo, compreso fra le rete nazionale e quella internazionale, è intorno ai 3 miliardi di euro. Ci sono stati alcuni ritardi nell'iter autorizzativo iniziato a luglio 2008, che non è concluso, ma speriamo entro l'anno. La posa dei primi tubi è prevista all'inizio del 2011 e la fine dei lavori nel 2013. Saranno tre anni di lavori intensi e difficili e nel 2014 è previsto l'avvio del gasdotto. Ci sono state difficoltà sia tecniche nel tratto Algeria-Italia e nel tratto Sardegna-Toscana dove ci siamo trovati di fronte a una situazione diversa da quella prospettata sul fondale marino. Abbiamo dovuto aggiustare il percorso in modo tale che il gasdotto potesse appoggiare su un plateau stabile da un punto di vista sismico».
Il progetto Galsi prevede una sezione internazionale via mare, dalla costa algerina fino al sud della Sardegna, nei pressi di Cagliari, e da una sezione italiana che comprende il tratto a terra di attraversamento della Sardegna (fino alla zona di Olbia) e un nuovo tratto a mare fino alla costa toscana nei pressi di Piombino, dove si collegherà alla rete nazionale di trasporto.
Gli organizzatori del convegno spiegano che «Il gasdotto si svilupperà complessivamente per circa 900 chilometri, di cui 600 offshore con una capacità di trasporto iniziale pari a 8 miliardi di metri cubi l'anno. Posato a quasi tremila metri di profondità massima nel tratto di mare tra Algeria e Sardegna il metanodotto Galsi sarà il più profondo mai realizzato. Una grande sfida ingegneristica che si combina ad una missione altrettanto sfidante che Galsi si pone: fornire una nuova fonte approvvigionamento di gas naturale al mercato italiano, in particolare quello sardo, ed europeo con l'obiettivo di contribuire al progresso economico e al benessere della comunità».
Al convegno hanno partecipato la regione Sardegna, il presidente dell'Autorità per l'Energia Elettrica e il gas, i vertici delle imprese promotrici del progetto e della società Galsi, non c'è stata invece l'annunciata partecipazione del ministro dello sviluppo economico Claudio Scajola e del ministro dell'energia e delle risorse minerarie dell'Algeria Chakib Khelil, ma Scajola non ha voluto far mancare una nota stampa: «La sicurezza degli approvvigionamenti è uno dei principali obiettivi della politica energetica italiana, assieme a quello della diversificazione. Tutti i progetti per la realizzazione di nuove infrastrutture di trasporto, tra cui anche il Galsi, sono fondamentali per far fronte alla crescita della domanda energetica che si manifesterà sicuramente una volta usciti dall'attuale crisi mondiale. La realizzazione del progetto Galsi potrà contribuire insieme ad altre iniziative a fare dell'Italia un hub energetico del Mediterraneo, collegando i Paesi europei con quelli del Nord Africa, caratterizzati da importanti riserve di idrocarburi e con grandi potenzialità anche per le fonti rinnovabili».
Al convegno si è tenuta anche una tavola rotonda su "Le sfide imprenditoriali nel quadro energetico e regolatorio italiano ed europeo" tra gli azionisti del consorzio con un'analisi dell'impatto dell'infrastruttura sul territorio e sull'economia Sarda e sono stati illustrati i risultati di una ricerca sui cambiamenti e le opportunità di questa infrastruttura energetica per l'economia sarda, la realizzazione della rete di distribuzione del metano Sardegna sarà affidata al Consorzio Galsi e a Snam Rete Gas. Paola Mosa, direttore sviluppo Snam Rete Gas, ha parlato di «basi per la creazione di un hub Italia attraverso la creazione di un ponte con il Nordafrica e un collegamento diretto con l'Europa continentale».