[23/11/2009] News

Veicoli fuori uso, pubblicata la relazione della commissione Ue

LIVORNO. Sembrerebbe ben recepita nel periodo 2005-2008 la direttiva sui veicoli fuori uso, ossia quella finalizzata principalmente a prevenire la produzione di rifiuti risultanti dai veicoli fuori uso e a incoraggiare il riutilizzo, il riciclaggio e altre forme di recupero di tali veicoli e dei rispettivi componenti con l'obiettivo di ridurre i rifiuti destinati allo smaltimento. Anche se, sulla base dei pochi dati forniti dagli Stati membri la UE non è in grado di compiere una valutazione esauriente sulla sua l'attuazione.

Lo afferma la Commissione europea nella relazione inviata al Parlamento, al Comitato economico e sociale e al comitato delle regioni. E lo afferma perché cinque stati membri non hanno fornito informazioni sul recepimento, molte risposte sono mancante, alcune sono incomplete o oscure.

Inoltre la data per la comunicazioni prevista per il 2008 è stata scarsamente rispettata e le modalità di comunicazione hanno reso opinabili i dati.

Comunque sia, risulta che l'Italia ha dichiarato di aver adottato provvedimenti mirati a garantire gli obiettivi di recupero di "materia", ma non ha previsto obiettivi più ambiziosi rispetto a quelli previsti.

Tutti gli Stati membri (o meglio quelli rispondenti), dunque, hanno dichiarato di avere adottato provvedimenti conformi alla gerarchia dei rifiuti, al fine di promuovere il riutilizzo dei componenti del veicolo che sono riutilizzabili e il recupero dei componenti che non lo sono, con una preferenza per il riciclaggio.

Tanto che tutti i rispondenti hanno dichiarato di aver adottato provvedimenti finalizzati a garantire che gli obiettivi di riutilizzo/recupero e di riutilizzo/riciclaggio stabiliti dalla direttiva siano raggiunti dagli operatori economici. Mentre la maggior parte degli Stati membri ha recepito letteralmente gli obiettivi stabiliti dalla direttiva, i Paesi Bassi hanno rivisto la data, molto ambiziosa, entro la quale si sono impegnati a raggiungere gli obiettivi del 95% di riutilizzo/recupero e dell'85% di riutilizzo/riciclaggio, riportandola dal 2007 al 2015. In Bulgaria un obiettivo di recupero dell'87% e un obiettivo di riciclaggio dell'81% dovevano essere raggiunti entro il 31 dicembre 2008 e per il 2015 è stato stabilito un graduale incremento fino al 95% per il recupero e all'85% per il riciclaggio.

Invece l'Italia, così come Repubblica ceca, Grecia, Lettonia, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Romania, Slovacchia e Ungheria si è avvalsa della possibilità di adottare obiettivi più bassi per i veicoli fabbricati anteriormente al primo gennaio 1980.

Per quanto riguarda i tassi di riutilizzo/riciclaggio e di riutilizzo/recupero, nel 2006 l'Italia non ha raggiunto né l'obiettivo dell'80% di riutilizzo/riciclaggio (la Repubblica ceca e la Francia si erano avvicinate all'obiettivo) - al contrario di diciannove stati membri - né quello dell'85% di riutilizzo/recupero, che invece è stato raggiunto da 13 Stati membri, (la Spagna si è avvicinata all'obiettivo).

Inoltre tutti gli Stati membri rispondenti hanno dichiarato di avere adottato provvedimenti per garantire che i fabbricanti, di concerto con i produttori di materiali e di apparecchiature, utilizzino le norme di codifica dei componenti e dei materiali, e di avere obbligato i produttori di componenti a fornire informazioni sulla demolizione, lo stoccaggio e la prova dei componenti agli impianti di trattamento autorizzati. Infatti in tutti gli Stati membri i fabbricanti devono fornire informazioni per la demolizione di ogni tipo di veicolo nuovo immesso in commercio. Tanto che la maggior parte degli Stati membri ha dichiarato di ricorrere al sistema Idis (International dismantling information system), che viene regolarmente aggiornato.

Inoltre, agli Stati membri è stato chiesto se avessero adottato qualche misura nuova in materia di prevenzione dei rifiuti. La Germania ha dichiarato che l'industria automobilistica ha predisposto un elenco riguardante la comunicazione di certe informazioni relative a sostanze rilevanti per i componenti e i materiali forniti all'industria automobilistica, e ha fatto inoltre riferimento al progetto Sees, finalizzato fra l'altro a promuovere lo sviluppo di processi sostenibili di demolizione e riciclaggio, al fine di aumentare i tassi di recupero e riutilizzo. La Germania ha inoltre osservato che persiste la tendenza generale ad accelerare lo sviluppo delle tecnologie applicabili nella fase successiva alla frantumazione, per recuperare la massima quantità possibile di rifiuti frantumati.

 

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