[24/11/2009] News

Fuga radioattiva dal deposito di Saluggia. Per l'Arpa Piemonte valori nei limiti

GROSSETO. Le perdite radioattive dalla condotta di scarico di effluenti radioattivi liquidi del complesso Sorin-Avogadro a Saluggia, non sono pericolose per la salute pubblica.
Nella relazione dell'Arpa Piemonte relativa alle perdite di materiali radioattivo si legge infatti che «le valutazioni di radioprotezione effettuate consentono di affermare che, pur trattandosi di potenziale esposizione indebita, non vi sono pericoli per la popolazione».

Un risultato confortante per la salute della popolazione di Saluggia ma che pone ancora una volta l'accento sul problema dei rischi della presenza di materiali radioattivi, provenienti dall'applicazione nucleare.
Le analisi di Arpa rientrano nel quadro dell'attività del monitoraggio radiologico presso il sito nucleare di Saluggia, e in particolare in questo caso si tratta delle misure eseguite sui campioni di suolo prelevati duranti gli scavi per il ripristino del collettore di scarico del deposito Avogadro, le cui perdite avevano fatto rilevare la presenza di Cs-137.

In concomitanza alle operazioni di ripristino Arpa ha quindi predisposto prelievi di campioni di suolo in punti dello scavo - secondo uno schema circolare - immediatamente circostanti la condotta. Durante i campionamenti i tecnici avevano avuto anche una evidenza visiva della perdita della condotta in un punto ben definito, che è stato confermato dalle analisi per la presenza di radioattività.
Le analisi sono state condotte sia su campioni di suolo tal quale, per poter disporre di dati analitici immediati, sia su campioni di terreno essiccati per poter riferire il risultato al peso secco del campione.

I risultati delle misure hanno evidenziato la presenza di perdite lungo la condotta di scarico per la presenza di concentrazioni di Cs-137 (Cesio 137) e Co-60 (Cobalto 60).
«La tipologia di radionuclidi rilevati ed il rapporto tra le loro concentrazioni - si legge nella relazione di Arpa Piemonte- porta a ricondurre la contaminazione agli scarichi di effluenti liquidi del deposito Avogadro. A questo proposito è utile ricordare che l'ultimo scarico effettuato dal deposito Avogadro risale all'anno 2005», come a dire che la contaminazione non è recente ma che ancora persiste.

Riguardo ai radionuclidi messi in evidenza nel punto di perdita visibile, dove era verosimile trovare maggiori concentrazioni di radioattività, Arpa formula alcune considerazioni in merito alle possibili esposizioni e quindi ai relativi rischi.
Se si considera la contaminazione uniforme del suolo sia in superficie che in profondità - anche se l'Arpa sottolinea che «si tratta di una esposizione indebita» - ricorda anche che «i valori di concentrazione misurati, di poco inferiori al valore soglia relativo al limite per la non rilevanza radiologica, sono molto al di sotto del valore soglia corrispondente al limite di dose per gli individui della popolazione. Questo significa che se un individuo staziona in prossimità dello scavo o del cumulo di suolo contaminato riceve una dose da esposizione molto inferiore al limite di legge».

Analoga la situazione per la possibile esposizione da ingestione, mangiando cioè vegetali coltivati in quella zona o nel campo coltivato che insiste nelle immediate vicinanze.
Anche in questo caso i valori di concentrazione misurati nel punto di maggiore contaminazione, anche se superiori al valore soglia relativo al limite per la non rilevanza radiologica, sono comunque al di sotto del valore soglia corrispondente al limite di dose per gli individui della popolazione. Mentre in tutti gli altri punti è rispettato anche il limite per la non rilevanza radiologica, in particolare nel suolo del campo adiacente coltivato.

«Questo significa - si legge nella relazione dell'Arpa - che l'ingestione di vegetali coltivati su suoli contaminati con livelli paragonabili a quelli del punto di intervento 11 (a maggiore contaminazione ndr) comporterebbe il superamento del limite per la non rilevanza radiologica, mentre sarebbe rispettato il limite di dose per gli individui della popolazione. Tuttavia è opportuno sottolineare che il suolo del punto di intervento 11 non è coltivabile (perché posto a 2 m di profondità su una strada vicinale)».

Infine la relazione riporta le modalità con le quali si dovrebbe trattare il terreno rilevato contaminato, evidenziando che ai sensi del l D.Lgs. 230/95 la concentrazione oltre la quale un suolo contaminato è considerato un rifiuto radioattivo è fissata in 1.000 Bq/kg , valori superati sino a otto volte nel campione prelevato laddove era visibile la contaminazione.

Ma Arpa rileva inoltre che facendo riferimento agli scenari di esposizione possibili e ai casi trattati nel rapporto di radioprotezione della Commissione europea (Practical use of the concept of clearance and exemption) «sarebbe opportuno considerare, in via maggiormente cautelativa, il valore di 380 Bq/kg per Cs-137 come soglia per la rimozione del suolo contaminato».

E questo vorrebbe dire considerare quindi limiti più cautelativi nell'affrontare i prossimi passaggi, dato che come ci ha detto l'autrice del rapporto, Laura Porzio «adesso si dovranno fare sondaggi e carotaggi lungo tutto il percorso della condotta. Sarà comunque l'Ispra a fare una valutazione globale e complessiva».

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