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[24/11/2009] News
LIVORNO. Il 2008 Greenhouse gas bulletin reso noto ieri dalla World meteorological organization (Wmo) conferma che «Tutte le ultime analisi dei dati delle osservazioni raccolti nel quadro del programma Global atmosphere watch (Gaw) del Wmo rivelano che, sulla media mondiale, i rapporti del mix di biossido di carbonio (CO2), di metano (CH4) e di protossido d'azoto (N2O) hanno raggiunto dei nuovi picchi nel 2008, e cioè 385,2 ppm per la CO2, 1797 ppb per il CH4 e 321,8 ppb per l'N2O.
Questi valori oltrepassano rispettivamente del 38%, del 157% e del 19% quelli dell'epoca preindustriale (prima del 1750). Nel 2008, il ritmi di aumento della CO2 e dell'N2O nell'atmosfera si iscrivono nelle tendenze degli anni recenti. Quanto al CH4 atmosferico, la sua progressione è stata di 7 ppb tra il 2007 e il 2008, cioè una cifra analoga a quella dell'anno precedente. Si tratta degli aumenti più importanti osservati dal 1998.
Secondo l'Annual greenhouse gas index (Aggi) pubblicato dalla Noaa, il "forcing radiativo" dell'atmosfera per l'insieme dei gas serra persistenti si è accresciuto del 26,2% tra il 1990 e il 2008. Il forcing radiativo indotto dall'insieme degli alocarburi è circa il doppio di quello imputabile all'N2O. Alcuni alocarburi accusano un lento arretramento dovuto al fatto della riduzione delle emissioni conseguente all'adozione del Protocollo di Montreal relativo a delle sostanze che impoveriscono la cappa di ozono, mentre altri sono in rapida progressione».
Il bollettino è il quinto di una serie annuale di pubblicazioni del Wmo sui gas serra, in particolare CO2, CH4, N2O, CFC-12 e CFC-11, che da soli rappresentano circa il 96% dell'aumento del forcing radiativo osservato dopo il 1750, ma presenta anche un riassunto del contributo degli altri gas serra.
Il Greenhouse gas bulletin si basa sui dati del Gaw e su quelli raccolti attraverso la rete del Global climate observing system (Gcos) e che vengono archiviati e distribuiti dal World data centre for greenhouse gases (Wdcgg) presso la Japan meteorological agency (Jma). L'analisi del Wmo non tiene conto dei dati provenienti da stazioni mobili ad eccezione dei campioni raccolti dalla Noaa. I dati sulla CO2 sono stati forniti da 45 Paesi aderenti alla Wmo e circa il 50% dei risultati comunicati al Wdcgg si riferiscono ai siti che fanno parte del Noaa Esrl cooperative air sampling network.
Il resto della rete di rilevamento è amministrata da Australia, Canada, Giappone e da numerosi Paesi europei. La rete Advanced global atmospheric gases experiment (Agage) è un altro network affiliato al Gaw che ha fornito dati per il bollettino e fanno parte del siastema Gaw station information system (Gawsis)amministrato dall'Empa della Svizzera.
La Wmo spiega che «Il presente bollettino dà la priorità ai gas serra che subiscono direttamente l'influenza delle attività umane e la cui durata di vita nell'atmosfera è generalmente ben superiore a quella del vapore acqueo, I gas in questione sono in stretta interazione con la biosfera e gli oceani e la loro concentrazione subisce del resto l'influenza delle reazioni chimiche che hanno luogo nell'atmosfera. Per prevedere l'evoluzione dei gas serra presenti nell'atmosfera è necessario conoscere bene le fonti ed i pozzi di questi gas, che sono molteplici».
Secondo l'Annual greenhouse gas index (Aggi) della Naa il forcing radiativo totale indotto dall'insieme dei gas serra persistenti è aumentato del 26,2% dal 1990 e dell'1,3 % tra il 2007 e il 2008».
Il bollettino Wmo si occupa anche dell'esafloruro di zolfo (SF6), un potente gas serra regolamentato dal Protocollo di Kyoto, prodotto artificialmente ed i utilizzato come isolante elettrico: La sua presenza n nell'atmosfera è raddoppiata dagli anni '90. Invece i clorofluorocarburi (CFC) che distruggono l'ozono e i gas halon minori contribuiscono per il 12% al forcing radiativo dell'atmosfera del pianeta. La buona notizia è che i CFC e la maggior parte dei gas halon sono in diminuzione, mentre potenti gas serra come gli idroclorofluorocarburi (HCFC) e gli idrofluorocarburi (HFC) aumentano ad un ritmo veloce, anche se sono ancora poco abbondanti.
«L'ozono troposferico - spiega la Wmo - ha una durata di vita relativamente breve, ma l'effetto serra legato all'aumento della sua concentrazione da un secolo a causa delle attività umane è paragonabile a quello che producono gli alocarburi, anche se è certamente minore. E' in effetti difficile valutare la sua ripartizione e la sua evoluzione su scala planetaria a causa della sua distribuzione geografica molto ineguale e della sua forte variabilità temporale».
Il bollettino Wmo rileva che altri inquinanti come il monossido di carbonio, l'ossido di azoto ed i composti organici volatili, per essendo insignificanti come gas serra, «Influenzano direttamente il forcing radiativo per la loro azione sull'ozono troposferico, la CO2 ed il metano. Gli aerosol (particelle in sospensione), compreso il carbone, sono anch'esse sostanze effimere che hanno impatti sul forcing radiativo».