[27/11/2009] News toscana
FIRENZE. Dopo l'approvazione del Decreto Ronchi ed in particolare dell'art.15 che spalanca le porte ai privati nella gestione della risorsa idrica (e la gestione in questo caso è fondamentale, che i tubi rimangano pubblici importa poco), nel paese si sono scatenate una serie di reazioni. Anche i partiti sono in subbuglio e fioccano le prese di posizione (molte personali), di consiglieri o amministratori di comuni, province regioni.
A Firenze il Pd ha passato due giorni di "travaglio": prima in commissione sviluppo economico (presieduta da un esponente del Pd) ha votato a favore della mozione del Gruppo Spini, che in sostanza impegnava il governo della città nella battaglia contro il decreto approvato, ed indirizzava, passaggio fondamentale, verso una gestione del servizio idrico effettuata attraverso un ente di diritto pubblico.
La notizia (tra l'altro il Pdl si era astenuto!), stava assumendo un enorme rilievo: il comune di Firenze stava forse ergendosi a protagonista della battaglia contro la Legge approvata dal Parlamento italiano e contemporaneamente Renzi aveva in mente di spiazzare gli stessi compagni di partito che in questi anni, a vari livelli, si sono battuti per l'affermazione del modello toscano pubblico-privato? Nulla di tutto questo.
La mozione è stata bocciata dalla maggioranza sia in commissione controllo che in commissione ambiente. I proponenti, ovviamente (non sappiamo se sorpresi) sicuramente sono stati tra i più delusi: «Sia il Pd, che inizialmente aveva votato a favore, che il Pdl, che si era astenuto, hanno bocciato, la mozione presentata dal nostro gruppo consiliare- ha affermato Tommaso Grassi del gruppo Spini. Abbiamo avuto conferma che sull'acqua Pd e PdL a Firenze la pensano uguale: vogliono privatizzarla e regalarne la gestione ai privati. Un cambio netto di orientamento, avvenuto nel giro di 24 ore, di entrambi gli schieramenti, che non può far altro che pensare ad un ordine di Partito, teso a far tacere immediatamente una iniziale insofferenza di alcuni Consiglieri verso le scelte della politica toscana e fiorentina degli ultimi anni nel campo dei servizi di acqua, gas e rifiuti».
Il consigliere del gruppo Spini, passato il momento di amarezza, non ha ancora alzato definitivamente "bandiera bianca": «Speriamo che da domani il Pd possa rivedere il proprio voto, e che in aula possa votare a favore, prendendo una posizione chiara e trasparente, facendo assumere al comune di Firenze una posizione politica di altissimo valore, che permetterebbe di contribuire a contrastare questa ignobile legge, insieme alle associazioni, ai movimenti e a tantissimi singoli cittadini, che in queste ultime settimane si sono mobilitati» ha concluso Grassi.
E quest'ultimo passaggio è senza dubbio vero. Anche la Chiesa, seppure con un suo avamposto territoriale come la Parrocchia Madre a Menfi (Ag), uno dei paesi in prima linea contro la privatizzazione delle reti idriche in Sicilia, attraverso la voce del suo parroco Saverio Catanzaro prende posizione anche troppo netta: «Lo dice il Vangelo, non è giusto fare affari sulla povera gente: fedeli, cittadini, munitevi di una pistola ad acqua e resistete a questo sopruso. La pistola ad acqua è una provocazione - prosegue il parroco - ma anche un simbolo per chi vuol resistere pacificamente di fronte ad una ingiustizia.
L'acqua è un bene per la vita e sulla vita nessuno deve metter le mani. La privatizzazione, dove c'è stata, ha portato arricchimento per pochi e disagi per tanti. Qualcuno dice che è l'affare del secolo, forse è vero. Io ascolto la gente, e la gente è contraria alla privatizzazione». Al di là dell'invocazione del ricorso alle armi, seppur giocattolo, che non è mai opportuno e in quelle terre addirittura deleterio, per il resto potremmo dire "parole sante".