[01/12/2009] News toscana

Irpet Toscana 2030, D’Angelis: «Più che il mantra del declinobisogna accendere il motore della green economy»

FIRENZE. Le previsioni dell'Irpet Toscana 2030 disegnano un cupo scenario da "ritorno al declino", ma la Toscana ha buone carte da giocare, come ha dimostrato il recente meeting Green Days. Stona la mancanza di previsione economica legata al segmento produttivo in grado di spingere la nostra economia verso il futuro: le opportunità contenute nel pacchetto clima-energia-infrastrutture ambientali. Nelle regioni europee nostre dirette concorrenti e negli Stati Uniti, infatti, ormai la nuova frontiera è l'economia verde e, di fronte ad una crisi gravissima, bisogna coglierne le enormi opportunità di occupazione e sviluppo. Più che il mantra del declino, insomma, serve il mantra del genio d'impresa, dell'invenzione, della creatività, della scommessa su prodotti e tecnologie del futuro". "I nostri territori regionali sono potenzialmente i più fertili per la ‘terza rivoluzione industriale' annunciata da molti economisti e dallo stesso Obama. Se non vogliamo limitarci a tifare da spettatori lontani, è l'ora delle ambizioni e di puntare sull'ambiente che crea lavoro, economie e investimenti.

Ci sono opere e impianti sui quali abbiamo accumulato ritardi enormi. Ci sono piani regionali da trasformare in azioni e c'è un pacchetto complessivo di risorse e incentivi europei e nazionali che vale la tenuta occupazionale nei comparti in crisi e l'apertura di nuovi cantieri per opere utili e per migliaia di posti di lavoro. Il solo settore delle energie rinnovabili può garantire una filiera produttiva e dare lavoro a 20.000 nuovi addetti per coprire il 50% del nostro fabbisogno elettrico. E' il momento di mettere in campo forti politiche pubbliche, utilizzando tutti i fondi disponibili per un piano straordinario per infrastrutture ambientali e sicurezza dai grandi rischi. La Toscana ha alle spalle investimenti in infrastrutture della mobilità e della logistica per 15 miliardi di euro negli anni 2000-2008, per i prossimi 4 anni ne sono previsti altri 15,9. A queste vanno aggiunti 7.4 miliardi nel 2010-2013 in settori che mettono al centro qualità dei territori e della nostra vita: welfare, mobilità, tecnologie per smaltire rifiuti, manutenzione delle città, edilizia antisismica, sicurezza dalle alluvioni, acqua, servizi, turismo, cultura. Se non vogliamo che qualcuno, a cominciare da Obama ci riporti indietro le tre caravelle piene di prodotti del futuro, non perdiamo il treno della green economy.

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