[01/12/2009] News toscana
LIVORNO. La notizia che la Giunta della Regione Toscana ha bocciato il progetto BP Edison ha dell'incredibile. Si tratta di un investimento del valore di oltre 500 milioni di euro che in termini occupazionali "vale" alcune centinaia di posti di lavoro. Mentre la crisi economica si trasforma ogni giorno di più in emergenza, si gettano al vento irripetibili occasioni di investimento e di occupazione. Ancora una volta, dopo anni di estenuanti procedure, si liquida tutto passando il problema ai tavoli governativi, già ingombri di mille altri problemi, eccependo che il progetto è incompatibile con i contenuti del Piano energetico, che oramai rischia sempre di più di essere un vero e proprio vincolo allo sviluppo. E' diventata ormai una costante che, dai termovalorizzatori al terminale gas, dopo lunghissime disquisizioni, non se ne faccia di nulla.
Ci chiediamo allora a cosa servano gli innumerevoli "tavoli" dove la costante, a parole, sembra la determinazione a combattere la crisi e salvaguardare l'occupazione. Non sono certamente queste le iniziative di consolidamento e sviluppo della politica industriale che ci aspettavamo dalla Regione.
Non a caso dall'inizio dell'anno abbiamo più volte richiamato la urgente necessità di un riposizionamento delle strategie di politica economica da parte della Regione e degli Enti Locali, per fronteggiare con iniziative adeguate e concrete la crisi. Anche recentemente abbiamo auspicato una revisione proprio del Piano energetico regionale, per renderlo rispondente alle esigenze dell'economia e dell'occupazione, ma la risposta è venuta con la bocciatura del terimanale gas a Rosignano. Mentre si boccia un progetto di investimento non si riesce a comprendere in quale modo con queste scelte politiche si pensi di trovare occasioni di occupazione compensative delle centianai di posti di lavoro che la crisi sta mietendo.
Purtroppo il grave episodio della bocciatura del terminal gas di Rosignano è soltanto un esempio della difficoltà che si incontrano rispetto alle innumerevoli problematiche con cui ci si approccia alla politica industriale. Le politiche industriali richiedono, viceversa, attenti criteri di selezione attraverso i quali sia possibile misurare i risultati in termini di sviluppo ed occupazione, altrimenti resteremo fanalino di coda dell'economia dell'Italia centrale, aspettando che altri risolvano i problemi al posto nostro.