[02/12/2009] News
ROMA. Si è conclusa con un record di patrocini istituzionali e lavori accademici provenienti dagli Atenei di tutta Italia l'edizione 2009 del Premio Socialis, l'unico riconoscimento italiano dedicato alle migliori tesi di laurea sulla responsabilità sociale e lo sviluppo sostenibile.
I vincitori sono Alessia Marmiroli, Facoltà di Economia, Università di Parma, con la tesi "La sostenibilità ambientale nelle strategie competitive di imprese industriali e di distribuzione", Consuelo Rubina Nava, Facoltà di Scienze dell'economia e della gestione aziendale, Università della Valle d'Aosta, con la tesi "Responsabilità Sociale d'Impresa: una nuova sfida dell'innovazione delle relazioni tra PA e Imprese"", Francesca Sambuco, Facoltà di Psicologia, Università la Sapienza di Roma con la tesi "Il ruolo della reputazione nella gestione della crisi organizzativa" i tre vincitori della VII edizione del Premio Socialis per tesi sulla responsabilità sociale e lo sviluppo sostenibile e si aggiudicano la possibilità di effettuare lo stage formativo presso alcuni dei sostenitori del progetto: Barilla, Chiquita, Costa Crociere, Fondazione Chiesi, Novartis, MerckSerono, Randstad, Terna, COOPI, Lega del Filo d'Oro, World Food Programme.
greenreport in esclusiva pubblica le conclusioni della tesi della vincitrice Alessia Marmiroli:
Soltanto se le politiche ambientali sono caratterizzate dalla contemporanea presenza delle tre dimensioni individuate nel presente lavoro: sociale, economica e di marketing, l‟impresa potrà trasformare il proprio impegno ambientale in vantaggio competitivo.
Innanzitutto le politiche ambientali devono essere inserite nel più ampio quadro della Responsabilità Sociale d‟Impresa. L‟assunzione del concetto di responsabilità ambientale d‟impresa presuppone per l‟azienda l‟integrazione di obiettivi di tutela ambientale nel quadro delle strategie sociali. Le attività sviluppate per la tutela dell‟ambiente devono integrarsi e coordinarsi con le diverse attività sociali poste in essere dall‟azienda stessa.
Inoltre la tutela ambientale è un fine di base che deve essere valorizzato nella formulazione delle strategie e degli obiettivi aziendali. L‟attribuzione permanente di rilevanza strategica dell‟ambiente, è una scelta imprenditoriale, che, oltre a rispondere alla condivisione di valori sociali, discende dalla convinzione che, sebbene alcuni interventi non costituiscano sostanziali benefici in termini di redditività, possono contribuire, nel medio lungo periodo, alla formazione del capitale intangibile in termini di know-how, immagine, motivazione, riduzione dei rischi. Formulato esplicitamente l‟impegno ambientale si potrà includerlo e valorizzarlo all‟interno delle strategie aziendali.
Inoltre l‟impresa deve dotarsi di sistemi di misurazione delle performance ambientali per poter valutare i progressi compiuti sotto tale profilo e poter dimostrare ai diversi stakeholders di riferimento il proprio grado di sensibilità rispetto alla tutela ambientale. Tuttavia, si ritiene che su questo problema di misurazione i progressi conseguiti siano stati relativamente modesti. Questo sia per la difficoltà di individuare in modo completo gli aspetti più socialmente rilevanti dell‟attività svolta dall‟impresa, sia per l‟obiettiva complessità d‟identificazione di parametri significativi di valutazione. Se a tutto ciò si aggiunge la limitata disponibilità di dati per poter condurre utili comparazioni, si hanno chiari gli ostacoli connessi con un‟efficace attuazione del processo di auditing sociale ed ambientale.
Infine, ma non per importanza, anche le politiche di marketing devono essere orientate alla tutela dell‟ambiente. Le indagini sociali e di mercato evidenziano, in questi anni, una crescente consapevolezza da parte dei consumatori verso le problematiche ambientali ed una spiccata sensibilità verso tutto ciò che concerne la natura. È la consapevolezza, infatti, a caratterizzare sempre più il consumatore nostrano nelle sue scelte d‟acquisto e consumo nonché a descriverlo nelle sue azioni quotidiane in tema di sostenibilità ambientale. Per questo, l‟intero piano di marketing sostenibile, ovvero la definizione delle modalità d‟impiego delle leve fondamentali del marketing-mix, deve essere orientato alla tutela dell‟ambiente. In particolare spetta alla politica di prodotto progettare e realizzare "il prodotto/servizio ecologico" dotato delle giuste caratteristiche per soddisfare il target di consumatori a cui l‟aziende intende rivolgersi.
L‟attenzione agli aspetti di natura ecologica divengono in questo modo, nelle aziende definite «proattive», un elemento portante della complessiva strategia aziendale. In tali aziende, infatti, la variabile ambientale rappresenta un elemento centrale della propria strategia, con riguardo sia al soddisfacimento delle attese sociali, sia alla produzione di un prodotto/servizio competitivo sui mercati. L‟elemento «compatibilità ambientale» diviene, quindi, in presenza di strategie proattive, un fattore caratterizzante l‟impresa sia nel momento di confronto con gli interlocutori sociali, sia nel momento di confronto nell‟arena competitiva.
Concludendo, le pressioni provenienti dalle normative e la spinta all‟innovazione ecologica dei prodotti sono forze che non possono più essere ignorate. Non per questo però l‟impresa deve considerare l‟evoluzione di questi elementi come dei vincoli: l‟ambiente non genera solo costi.
L‟introduzione della variabile ambientale nei processi di formulazione ed implementazione delle scelte strategiche, nonché nelle procedure operative ai diversi livello organizzativi, può contribuire all‟ottenimento di miglioramenti nella struttura dei costi, opportunità di differenziazione nonché l‟ottenimento di un vantaggio competitivo ecologico.
L‟ambiente non solo non è un vincolo ma per l‟impresa è conveniente orientare la gestione in senso ecocompatibile. Se questo risulta vero oggi, che ci troviamo in un‟epoca di transizione, sarà ancora più vero domani quando non si parlerà più di ambiente come componente del sistema economico ma di sviluppo ecotrainato.