[02/12/2009] News toscana
LIVORNO. «Dobbiamo prendere di petto anche la questione energia»: fra Enel e altri soggetti (Eni, Lucchini, Solvay) c'è una pluralità di centrali che producono elettricità, poi c'è la terza linea del termovalorizzatore, poi l'offshore Olt, «ma quanta elettricità deve produrre il nostro territorio?».
La domanda - non banale - la pone Fabrizio Zannotti, responsabile Cgil del dipartimento servizi pubblici locali (Tirreno di oggi). Non un ecologista, dunque, ma un membro del più importante sindacato dei lavoratori. A questa domanda dovrebbe rispondere la politica, nel senso di chi governa la Toscana. E, per dire la verità, lo ha fatto già da un pezzo realizzando con un iter lunghissimo quel Piano di indirizzo energetico regionale (Pier) approvato dalla giunta e dal consiglio regionale. Dove viene da sempre sostenuto che la Toscana avrà solo un rigassificatore e pur non specificando che questo è l'Olt di Livorno, lo è implicitamente visto che è stato da tempo approvato ed è, pur lentamente, in corso di realizzazione.
Al di là dell'essere o meno d'accordo sull'impianto, almeno sul fatto che uno e uno soltanto se ne farà dovrebbero esserne a conoscenza tutti. Specialmente chi, il Pd, è il partito di maggioranza in Toscana. Non stupisce, infatti, che sia Confindustria a dire di volere anche quello di Rosignano, bensì che lo sostenga sia il segretario territoriale Pd Marco Ruggeri, sia l'assessore Gianfranco Simoncini, anche lui dello stesso segno politico (e per giunta assessore della giunta regionale).
Ma come: si lavora anni per un piano energetico e poi quando lo si è varato e votato ci si lamenta, a distanza di oltre un anno, che questo rischia di diventare «un vincolo dogmatico, in un momento in cui la crisi economica in generale, e la situazione difficile che sta attraversando il polo Solvay in particolare, richiederebbero maggiori capacità di saper cogliere la differenza tra un impianto di mero approvvigionamento energetico, che giustamente è normato dal Pier, e un progetto di rilancio industriale»?
Se questo fosse vero, perché non ci si è battuti ai tempi per realizzare questo e non l'Olt di Livorno - evidentemente considerato solo "mero approvvigionamento energetico"- quando era arcinoto dai tempi dell'assessore Marino Artusa quale fosse la posizione della Regione? Se la motivazione è quella che prima non c'era la crisi, ci pare un po' pochino perché allora questo potrebbe voler dire che in nome di essa si può fare tutto e il contrario di tutto. Se questo progetto, come si legge ora, prevede centinaia di posti di lavoro, perché questi stessi attori hanno preferito battersi per l'altro che ne prevede si è no una sessantina?
Siccome per fortuna l'archivio di greenreport è sempre online ci si può divertire a vedere da quanto tempo anche gli allora Ds su questa storia proprio non hanno voluto prendere atto della situazione:
Il 5 febbraio 2007 ad esempio, all'ex vicepresidente della Commissione ambiente e territorio della Regione Toscana, Virgilio Simonti, domandammo: L'assessore regionale Artusa, in una intervista concessa a greenreport, ha detto che il rigassificatore di Rosignano ‘non si farà mai' e parlarne è energia sprecata. Inoltre nel documento preliminare del Piano energetico regionale del progetto non c'è menzione. Risposta: «La posizione di Artusa è quella della Regione, infatti, come ho detto riteniamo il progetto molto difficile da realizzare».
Il giorno dopo (6 febbraio 2007) intervistammo Paolo Cocchi, allora presidente del gruppo consiliare regionale toscana Ds e a lui domandammo: La Regione si è detta contraria all'ipotesi di due impianti. Già il 20 aprile 2005 l'allora assessore Tommaso Franci disse che «La Regione ha già fatto la sua scelta: avanti con il progetto Olt», entrando anche in polemica con l'allora ministro dell'ambiente Altero Matteoli che invece spingeva per Rosignano.
Anche il 20 febbraio 2006 la giunta, dando il via libera all'Olt, sottolineò che «l'intesa raggiunta vale solo per l'impianto di Livorno». Vero è, per contro, che il 10 novembre 2006 il Comitato tecnico regionale espresse parere favorevole al rilascio del nullaosta di fattibilità per la realizzazione dell'impianto Bp di Rosignano, ma Artusa disse anche che si trattava solo di una questione tecnica, e che politicamente il progetto era stato bocciato dalla giunta.
Non è così? «Non c'è una posizione formale della Regione. La situazione è molto complessa, ma riteniamo la discussione sul rigassificatore di Rosignano ancora aperta».
Non c'era già allora peggior sordo di chi non voleva sentire nonostante anche Claudio Martini sempre a greenreport (ma non solo) avesse riconfermo la cosa in modo limpido già il 13 febbraio 2007: «La Regione resta della stessa posizione di prima. Con il metanodotto e la Olt consideriamo che la Toscana abbia fatto la sua parte. Di Rosignano non c'è neppure il progetto».
Ora la nostra non vuole essere una difesa della Regione, ma degli strumenti che si è data per affrontare questa situazione energetica. La pianificazione è infatti l'unico strumento che può dare seguito ad un'idea di sviluppo specialmente se questo lo si vuole sostenibile ambientalmente e socialmente. Invece prima sul Pier ci si spende energie economiche e mentali, per poi cercare in tutti i modi di bypassarlo: vedi la questione delle centrali a biomasse nessuna delle quali (o almeno la stragrande maggioranza) rispettosa del piano, con la giustificazione che tanto è di indirizzo e non vincolante.
Forse proprio per questo si crede che lo si possa sforacchiare e aggiustare come si vuole, o almeno questa pare l'idea del Pd (se non altro quello del territorio livornese). Che se però passasse, l'idea intendiamo, quale messaggio si lancerebbe alla cosiddetta gente? Che le leggi e la pianificazione valgono solo per loro ma che le istituzioni possono fare come vogliono? Per poi magari lamentarsi dell'antipolitica e delle derive di piazza. Ma qui la parte dei comitati le fanno le istituzioni!
E lo sbrindellamento, ci dispiace dirlo, è anche nel sindacato che a un livello dice una cosa - quella riportata prima - e poi a un altro si dice pronta, in difesa del progetto Edison Bp - di andare a protestare a Firenze e a Roma. Ora nessuno vuole il pensiero unico, ma almeno la coerenza sì. Basta pensare che se tutto resta come ora, ci ritroveremo con un rigassificatore considerato quasi inutile che però pur di realizzarlo si è negato anche il referendum (qualcuno poi ci sa dire il comitato dei saggi che cosa sta facendo?); oppure, se ci fosse una svolta ovvero due rigassificatori, con una Regione che deve smentirsi e che dovrà rifare da capo il Piano energetico sulla cui utilità a quel punto è lecito interrogarsi. Il tutto con la firma dello stesso partito... se non c'è da essere sgomenti in questa situazione pensando agli scenari disegnati dall'Irpet sul futuro di questa regione, qualcuno ci dia almeno un segnale.
Che razza di politica è quella che si sveglia sempre dopo e va dietro a chi urla di più? Ma se si è deciso per un sì o per un no, la buona politica non è quella coerente con le sue scelte? Possibile che non si sia più in grado di sopportare alcun conflitto e si pensi di risolverli "piegandosi" di volta in volta ad ogni richiesta?
Forse, diciamo forse, questo partito - ma la cosa è ben più generalizzabile - ha bisogno di chiarirsi le idee, ma non sui giornali please, una volta nella vita usate il telefono.