[21/07/2009] News
LIVORNO. Tuvalu, un piccolo Stato insulare formato da 9 isole sparse nell'Oceano Pacifico, punta ad espandere la propria produzione di energia solare attraverso le donazioni di "e8", un consorzio di compagnie elettriche dei Paesi del G8 di cui fa parte anche l'italiana Enel insieme ad American electric power, Duke energy, Hydro-Québec, Ontario power generation, Edf, Rwe Ag, Jsc"RusHydro", Kansai electric power, Tokyo electric power.
Le Tuvalu si trovano a subire i colpi del cambiamento climatico e dell'innalzamento del mare e si sono date come obiettivo nazionale quello di essere interamente alimentate da fonti energetiche rinnovabili entro il 2020.
Il governo tuvaliano e l'e8 puntano a realizzare il primo "solar system" su grande scala e i pannelli fotovoltaici installati sulla copertura del più grande stadio di calcio delle Tuvalu fornisce già il 5% dell'energia di cui ha bisogno Funauti, la capitale del piccolo Stato insulare. L'impianto è di proprietà dell'impresa statale Tuvalu electricity corporation e fornisce energia a famiglie, strutture sanitarie e piccole e medie imprese.
Una realizzazione che ha consentito nei primi 14 mesi di ridurre di circa 17.000 litri le importazioni di gasolio dalla Nuova Zelanda che servono a far funzionare i generatori di elettricità a Tuvalu, riducendo così la "carbon footprint" delle isole di 50 tonnellate di CO2 e allo stesso tempo abbassando il rischio di inquinamento dovuto alle fuoriuscite di gasolio che hanno già colpito l'arcipelago formato da quattro basse isole coralline e cinque atolli.
Visto che il progetto pilota funziona, ora le Tuvalu puntano ad essere alimentate interamente con fonti rinnovabili entro 11 anni, un obiettivo che richiede un investimento stimato dal governo di Funati in poco più di 20 milioni di dollari.
Il collegamento alle linee di distribuzione elettrica dei primi 40 chilowatt di energia solare è stato realizzato sotto il controllo della giapponese Kansai electric power e con il contributo della Tokyo electric power, una scelta anche di marketing industriale, come spiega Takao Shiraishi, general manager di Kansai electric power: «Ci possono essere altri grandi impianti di energia solare del mondo, ma nessuno può essere più significativo per i clienti rispetto a questo. La situazione di Tuvalu di fronte ad una marea crescente e vivacemente precoce rappresenta la peggiore conseguenza del cambiamento climatico. Per Tuvalu, dopo 3000 anni di storia, il successo dei climate talks dell'Onu a Copenhagen a dicembre potrebbe essere una questione di sopravvivenza nazionale».
Infatti il governo delle Tuvalu sta lavorando per espandere il progetto iniziale dell'e8 costato 410.000 dollari da 40 a 60 kW e poi per estendere la solarizzazione alle isole esterne entro la fine di quest'anno con uno stanziamento di 800.000 dollari, anche per produrre 46 chilowatt di energia solare per la scuola secondaria di Motufoua a Vaitupu, un progetto in via di realizzazione e che ha il sostegno del governo italiano.
Dovrebbe essere abbastanza facile soddisfare il fabbisogno energetico di queste paradisiache isole grandi appena 26 chilometri quadrati e con solo 12.000 abitanti, poste a metà strada tra le Hawaii e l'Australia, con un'altitudine massima 4,5 metri e la maggior parte del territorio a meno di un metro sul livello del mare.
Un paradiso lillipuziano e in pericolo, che negli anni passati ha già sperimentato inondazioni e che potrebbe scomparire sotto il mare che sale già entro questo secolo.
Il ministro per le public utilities and Industries, Kausea, dice: «Ringraziamo coloro che stanno aiutando Tuvalu a ridurre la sua impronta ecologica, così si rafforzerà la nostra voce nei prossimi negoziati internazionali. E noi attendiamo con ansia il giorno in cui il nostro Paese offrirà un esempio per tutti: alimentato interamente da risorse naturali come il sole e il vento».
l'e8's Tuvalu project é stato avviato dopo una serie di "regional renewable energy feasibility workshops" organizzati congiuntamente dalla Pacific power association e dall'e8, quest'ultimo ha deciso di donare e di installare il primo impianto, garantire il suo successo e la manutenzione ma anche la formazione di operatori locali per assicurare la sostenibilità del progetto.
Johane Meagher, direttore esecutivo dell'e8, sottolinea il valore del progetto come esempio pilota per gli altri piccoli Stati insulari del Pacifico e sottolinea: «Siamo orgogliosi del ruolo che l'e8 ha svolto nella realizzazione di questo progetto di energia pulita, che è destinato a generare molta più energia elettrica a Tuvalu. E'un messaggio per tutto il mondo riguardo all'urgente necessità di promuovere lo sviluppo con lo sviluppo energetico e a ridurre le emissioni di gas serra su vasta scala».