[03/12/2009] News

Robin tax: il boomerang dai consumatori torna alle imprese

GROSSETO. Il ministro Giulio Tremonti, noto per i suoi richiami all'economia creativa, appena insediato al dicastero dell'Economia, aveva annunciato  l'intenzione di prendere  provvedimenti per frenare i profitti dei petrolieri, tradotti (nell'agosto scorso) in quella che lo stesso ministro ha chiamato la Robin Tax, ovvero una tassa sugli utili che le compagnie petrolifere ottengono dagli aggiustamenti dei prezzi alla pompa di carburante a seguito dell'oscillazione dei prezzi del greggio, ritardando cioè l'adeguamento dei prezzi di vendita alle quotazioni al ribasso del petrolio.

Una tassa che la Lega aveva provato anche ad incrementare con una serie di aliquote progressive per chi non provvedesse a rivedere subito i listini in caso di ribasso del prezzo del greggio. Ma l'emendamento inserito dai deputati del Carroccio al collegato alla finanziaria in corso di discussione al parlamento, è stato però cancellato al passaggio al senato.

Un problema che da subito era sorto per l'applicazione della robin tax  riguardava la modalità di controllo da attuare per evitare che la tassa si riverberasse direttamente sui consumatori e per questo era stato dato mandato di vigilare all'Autorità per l'energia. Agli operatori dei settori che ricadevano nel circuito della maggiorazione dell'imposta era stato infatti posto il divieto di traslare questo aggravio sul consumo finale.

Ma a quanto scrive il Quotidiano energia, sarebbero già pronti i  primi procedimenti nei confronti degli operatori del settore oil, elettrico e gas che avrebbero contravvenuto a questo obbligo. Quindi le ipotesi su un probabile meccanismo di scarica-barile sembrerebbero del tutto avvalorate e a rimanere impigliati nei meccanismi di controllo dell'Autorità per l'energia sembrerebbero anche aziende di grandi dimensioni.

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