[04/12/2009] News
ROMA. Il 3 dicembre Greenpeace aveva eretto una statua di ghiaccio raffigurante Silvio Berlusconi a fianco delle statue dei grandi imperatori del passato nei Fori Imperiali a Roma, pensando che si sarebbe sciolta in circa quattro giorni, esattamente in coincidenza con l'apertura del vertice dell'Onu sul clima di Copenhagen.
Ma lo strano conto alla rovescia del Berlusconi ghiacciato è stato rovinato da una nottata di intensa pioggia romana, passata dai volontari di Greenpeace in tenda accanto all'effige del presidente del Consiglio, che però alle prime luci dell'alba è collassata in mille schegge di ghiaccio. Il presidio di Greenpeace è dunque finito in anticipo e Berlusconi, anche se avesse voluto, non ha avuto il tempo di rispondere alle domande rivolte da Greenpeace alla Presidenza del Consiglio.
Ma Greenpeace non si scoraggia, anzi lo scioglimento del premier attizza la vena ironica del suo responsabile della campagna energia e clima, Francesco Tedesco, «Evidentemente, la statua di Berlusconi non ha tenuto il confronto con gli imperatori romani, vicino ai quali è stata posizionata. È questa la differenza tra un vero leader e chi non è capace di incidere con le proprie politiche: i primi restano, i secondi passano. Un vero leader, infatti, fa la storia, si prende il carico di una seria riforma della politica energetica e a Copenhagen non va per farsi fotografare ma per appoggiare l'unica politica che ci salverà: quella di un taglio di emissioni di gas serra del 40% per i Paesi industrializzati e finanziamenti per i Paesi in via di sviluppo adeguati alla sfida rappresentata dai cambiamenti climatici».
Ieri, dopo il posizionamento della statua di ghiaccio in via dei Fori Imperiali, era intervenuta la polizia che aveva denunciato gli attivisti di Greenpeace e a sequestrarne gli striscioni con su scritto: "Berlusconi, don't be stupid, save the climate!" ed "Energy [R]evolution now", ma sono apparsi nuovi cartelli e è continuato il premuroso presidio di sorveglianza al premier scioglievole.
Greenpeace non sembra essere riuscita a rassicurare i permalosi politici italiani: «Si tratta di un omaggio al Presidente del Consiglio per la decisione di partecipare ai lavori del vertice di Copenhagen. Andare a Copenhagen è sicuramente una decisione positiva. Tuttavia, oltre a partecipare alle "vetrine" internazionali, occorrerebbe perseguire politiche coerenti qui in Italia, politiche che al momento non ci sono».
La statua ghiacciata di Berlusconi che si scioglieva ha fatto il giro dei media mondiali insieme ai cartelloni pubblicitari con le facce invecchiate dei leader del mondo e la scritta "Mi dispiace. Potevamo fermare gli effetti catastrofici dei cambiamenti climatici...non l'abbiamo fatto" che Greenpeace ha fatto innalzare all'aeroporto di Copenhagen.
«È la campagna che abbiamo lanciato insieme alla coalizione mondiale tcktcktck.org - spiega Greenpeace - Ci sono Obama, Sarkozy, Brown, Lula, Zapatero, Merkel e gli altri così come potrebbero apparire nel 2020. Chiedono scusa per non essere stati capaci di affrontare i cambiamenti climatici. Lo slogan della campagna è "Act now: change the future". L'aeroporto verrà utilizzato da migliaia di delegati, giornalisti e politici che arriveranno a Copenhagen per decidere il destino del clima. Gli annunci pubblicitari con le facce dei leader sono stati diffusi anche sulle riviste distribuite a bordo, per raggiungere i negoziatori in viaggio per il Summit»