[04/12/2009] News

Contabilità ambientale: l'alternativa al Pil secondo L'Eea

GROSSETO. La giusta intuizione espressa nei riguardi del Pil nel 1968 dall'allora presidente Usa Robert Kennedy , è stata spesso ricordata in questi ultimi mesi e forse, finalmente, è riuscita a trovare anche una dignità operativa. «Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell'indice Dow Jones né i successi del Paese sulla base del Prodotto Interno Lordo.- diceva Robert Kennedy in un discorso tenuto agli studenti della Kansas University il 18 marzo 1968-  Il Pil comprende l'inquinamento dell'aria, la pubblicità delle sigarette, le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine del fine settimana...  Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari», ma allo stesso tempo continuava il presidente degli Usa «Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione e della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia e la soli-dità dei valori familiari.  Non tiene conto della giustizia dei nostri tribunali, né dell'equità dei rapporti fra noi. Non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio né la nostra saggezza né la nostra conoscenza né la nostra compassione. Misura tutto, eccetto ciò che rende la vita degna di essere vissuta».

Da qualche anno- come segnala Arpat in un suo documento sulla contabilità verde, qualcosa comincia però a muoversi. Ricordando che nel novembre di due anni fa a Bruxelles si è tenuta la conferenza internazionale Beyond Gdp (oltre il PIL) organizzata dalla Commissione europea, dal Parlamento Europeo, dall'Ocse e dal Wwf, che ha richiamato leader politici, la Banca Mondiale e le Nazioni unite con l'obiettivo di chiarire quali possano essere gli indicatori più appropriati per misurare il progresso.

E che nel 2008 il presidente francese Nicolas Sarkozy ha incaricato due premi Nobel per l'economia, l'americano Joseph Stiglitz e l'indiano Amartya Sen, di riflettere su come cambiare gli indicatori della crescita in Francia, che hanno recentemente prodotto un documento che analizza da una parte le criticità dell'indicatore Pil e dall'altra indica i criteri per giungere alla definizione di altri indicatori più rispondenti alle esigenze di conoscere la qualità del benessere complessivo di un paese.

Quindi anche se ci sono voluti trent'anni dall'intuizione di Kennedy si sta passando finalmente all'azione. Quello di cui c'è bisogno è dunque - come  dice anche Arpat - di indicatori per assicurare che le politiche e gli investimenti migliorino e garantiscono il benessere e le informazioni per le generazioni attuali e future.  Un passaggio non certo privo di difficoltà concettuali e anche pratiche. Dal punto di vista ambientale scrive Arpat-  la sfida principale consiste nel definire, quantificare e valorizzare il capitale naturale.

Intanto perché mentre per definire il Pil esistono già schemi per quantificare l'attività economica esistono invece molti meno sistemi per misurare l'entità e il costo dell'impatto ambientale e sociale. Per questo motivo- ricorda Arpat- l'Agenzia europea dell'ambiente (Eea, European Environment Agency) sta sviluppando tecniche coerenti di contabilità nazionale per registrare il contributo degli ecosistemi per il benessere della società.

In particolare l'Eea sta proponendo  l'utilizzo di una serie di indicatori di potenziale ecologico, che rappresentano lo stato del paesaggio, la produzione degli ecosistemi, la biodiversità, l'acqua e la capacità di sostenere le popolazioni in buona salute. Tra questi un aspetto importante è quello dell'uso del suolo come una risorsa limitata ma fondamentale per la sostenibilità. Infatti la comprensione delle implicazioni che i cambiamenti nella copertura del suolo e nell'uso del territorio possono determinare in un territorio sia come cambiamento degli ecosistemi sia come impatto sulle aggregazioni sociali è una parte fondamentale della pianificazione per lo sviluppo sostenibile.

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