[07/12/2009] News
LIVORNO. «Consentire un aumento della velocità massima a 150 km/ora in alcuni tratti, oltre agli aspetti legati alla sicurezza implica anche un aumento delle emissioni di CO2, direttamente legate ai consumi» spiega Andrea Lepore, responsabile campagna Trasporti e Clima di Greenpeace, che risponde con i numeri e gli studi scientifici alla proposta della Lega Nord subito avallata dal ministro dei Trasporti Altero Matteoli, da sempre favorevole ad alzare i limiti.
Non c'è quindi solo un problema di sicurezza innegabile (anche se la proposta prevederebbe l'aumento solo nelle tratte autostradali dotate del tutor, il dispositivo che legge la velocità media dei veicoli). L'aspetto ambientale infatti non è stato minimamente considerato e invece è tutt'altro che trascurabile: a seconda dei modelli infatti, questi aumenti delle emissioni di CO2 oscillano tra il 20 e il 30 per cento, e allo stesso modo aumentano le emissioni di altri inquinanti essendo legati al maggior consumo di carburante.
De resto il Tutor stesso ha dimostrato in modo inequivocabile che diminuendo la velocità crolla anche la mortalità, per cui nessun gestore di autostrade in Italia si è voluto prendere la responsabilità di passare a 150, km, anche se il codice della strada glielo permetterebbe, visto che «solo su determinate strade e in condizioni di perfetta visibilità, come recita il codice della strada» la scelta di passare da 130 a 150 è infatti lasciata al gestore della strada che fino a oggi si è ben guardare dal farlo.
Uno studio pubblicato proprio oggi da Transport and Environment (la Federazione Europea per il Trasporto e l'Ambiente), dimostra che una politica comunitaria di riduzione dei limiti di velocità rispetto agli attuali, sarebbe invece vantaggiosa per l'ambiente e per la sicurezza stradale ed è infatti all'origine di alcune decisioni prese nei mesi scorsi da alcuni Paesi proprio per ridurre l'inquinamento atmosferico.
Ref: (http://www.transportenvironment.org/tag/cars)