[09/12/2009] News toscana
LIVORNO. La green economy è data, anche se si continua troppo spesso a considerarlo soltanto come il driver della crescita e non come l'ormai ineludibile cambio di paradigma del modello economico.
Partendo da questo presupposto anche la contrattazione sindacale deve muoversi in questa direzione ed è per questo motivo che domani parte da Firenze il corso di formazione organizzato da Cisl, Uil e dall'associazione Ecologia e lavoro rivolta ai rappresentanti dei sindacati, i delegati aziendali e gli imprenditori.
«Si tratta - spiega Sergio Sorani di Ecologia e lavoro - di quattro giornate a Firenze questa settimana, da domani, e di altre quattro a Lucca, la prossima settimana, più un convegno finale a fine gennaio».
L'attività di informazione che si andrà a sviluppare si pone l'obiettivo di far entrare l'ambiente nella contrattazione: si acquisiranno conoscenze sui cambiamenti sociali, economici ed ambientali in atto e saranno chiamati a valutare come adeguarsi agli stessi. Le figure sindacali così formate e stimolate ad un'analisi critica del proprio operato nell'ambito delle relazioni con le istituzioni e delle forze economiche, - è la speranza degli organizzatori - potranno contribuire alla costruzione di un percorso comune, teso ad orientare la contrattazione sul territorio in coerenza con un rinnovato approccio culturale.
Dobbiamo prendere atto del ritardo dei sindacati sui temi ambientali - spiega Sorani - ma lentamente ci stiamo muovendo in tal senso. Un esempio è l'intervista a Gramolati su Repubblica di oggi (vedi altro articolo di oggi, ndr), ma anche segnali nei contratti nazionali di lavoro sono importanti. Ad esempio in quello dei chimici il responsabile della sicurezza ora è anche responsabile dell'ambiente».
Tra questi segnali una proposta piuttosto importante è proprio quella di formare chi si occupa di relazioni industriali nell'impresa e di relazioni sullo sviluppo nel territorio, al fine di leggere «contrattazione e concertazione come veicolo delle politiche di sviluppo sostenibile».
«Da un lato se vogliamo mantenere il manifatturiero è necessario mitigarne gli impatti - prosegue il responsabile di Ecologia e lavoro - dall'altro bisogna essere coscienti che con nuovo modo di produrre, più efficiente, avremmo anche ricadute positive dal punto di vista occupazionale. Le faccio un esempio concreto: lo stabilimento Solvay di Rosignano oggi utilizza una tecnologia a membrane che ha permesso di eliminare il ricorso al mercurio. Ebbene questa innovazione tecnologica mette al sicuro i lavoratori sia rispetto alla concorrenza sia rispetto ad altri stabilimenti Solvay nel mondo».
Su queste basi si inseriscono quindi gli 8 giorni di formazione che si apriranno domani mattina alle 9,30 nella sede Cisl di Firenze in via Demi partendo da un'analisi del Piano regionale di azioni ambientali, con un occhio ovviamente a quanto accade a Copenhagen, dove sarà proprio presente un responsabile della Cisl nazionale.