[09/12/2009] News toscana

Ri-prodotti e ri-consumati: dalla differenziata al riciclo secondo la Rea

GROSSETO.Ri-prodotti e ri-consumati: dalla differenziata al riciclo. Questo il titolo del convegno che come ogni anno, anche quest'anno  la Rosignano Energia Ambiente S.p.A (Rea) organizza per fare il punto sul tema della gestione dei rifiuti.

Al centro del dibattito sarà appunto la necessità di non parlare più solo in termini di percentuali di raccolta differenziata di rifiuti ma di spostare il baricentro su cosa avviene, o meglio dovrebbe avvenire, dopo: ovvero il riciclaggio delle matrici intercettate attraverso la raccolta differenziata, il loro impiego per farne nuovi manufatti e infine l'utilizzo di questi prodotti nei campi in cui è fattibile, a partire dagli acquisti negli enti pubblici.

«Troppo spesso si parla di raccolta differenziata e di quantità raggiunte e si dimentica la vita successiva del rifiuto» ci ha detto il presidente della Rea, Fabio Ghelardini.

«Se non c'è l'utilizzo dei materiali che provengono dal riciclo dei rifiuti raccolti in maniera differenziata, e quindi se non ci sono impianti per il riciclo e un mercato per i prodotti, i costi della raccolta diventano insostenibili e la raccolta differenziata, se fine a sé stessa, non ha ragione di esistere».

Partendo dai dati della raccolta differenziata che riuscite ad ottenere nei comuni da voi serviti qual è la quota di effettivo riciclo dei materiali?

«Complessivamente raggiungiamo una media del 37% nei 13 comuni presso cui operiamo il servizio, con una punta del 76% a San Pietro in Palazzi dove abbiamo un servizio di porta a porta».

E quanto di questa percentuale viene effettivamente riciclato?

«Noi mandiamo tutto agli impianti di trattamento. Il multimateriale a Revet, l'organico a Montespertoli, il Cdr a Livorno e la carta alle cartiere. Ma so che anche gli impianti sono in sofferenza a causa della crisi che ha fatto calare i prezzi delle materie prime e di conseguenza anche quelli delle materie seconde. La carta, per esempio, che esportavamo all'estero adesso è ferma perché anche la Cina ha fermato gli ordini. E' calato il prezzo del legno, come  quello del vetro. In pratica tutte le filiere in grado di assorbire i materiali post consumo sono in crisi e questo si riflette sull'intero settore».

Crede che possa esserci anche un riflesso negativo sulle raccolte differenziate?

«Il riflesso negativo sta nel fatto che noi abbiamo difficoltà a conferire a prezzi ragionevoli quello che raccogliamo a prezzi consistenti».

Il riassetto in corso nell'Ato e le nuove regole per i servizi pubblici locali potranno aiutarvi o vi creeranno ancora più problemi?

«Credo che una riorganizzazione su larga scala potrà indurre effetti positivi, ma è necessario che vi sia un impegno complessivo affinché gli obiettivi siano quelli di fare raccolte differenziate di qualità così da ottenere, con il riciclo, materiali che si rapportino con le esigenze industriali. Le potenzialità ci sarebbero, come emerge anche dall'ultimo rapporto di Fise Unire che indica che le quantità di materiali riciclati, 38 milioni di tonnellate nel 2008, non sono state sufficienti a coprire la domanda da parte dell'apparato industriale. Questo avveniva prima della crisi, ma ci potremmo organizzare meglio per quando ci sarà la ripresa».

Nel convegno si parla anche della necessità di creare un mercato a questi ri-prodotti, quali sono secondo lei le criticità in questo campo?

«Io credo che gli acquisti verdi nelle pubbliche amministrazioni, che potrebbero garantire un buon mercato, si scontrino ancora con il problema del rapporto costo-qualità. L'attenzione da parte delle amministrazioni ci sarebbe, ma quando in un comune si deve fare i conti con bilanci sempre più stretti si sceglie di acquistare ciò che costa meno».

Quindi sarebbe necessario rivedere il sistema?

«Io credo e questo è anche un obiettivo del convegno, che si debba fare uno sforzo collettivo per capire come uscire dalla crisi con un sistema integrato più efficiente, che sappia trovare un rapporto migliore tra produzione e ambiente e in cui la raccolta differenziata e il riciclo possano contribuire ad individuare nuove risorse. Per fare questo serve più innovazione, e quindi una ricerca vocata a questo, come servono più impianti e un nuovo patto sociale per ridurre le resistenze che si creano sul territorio, quando si configura l'ipotesi della loro realizzazione. Mi auguro che le esperienze che si potranno scambiare e i dati che si potranno acquisire al convegno, per quanto non esaustive,  possano dare un contributo a raggiungere questi obiettivi».

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