
[09/12/2009] News
FIRENZE. La World meteorological organization (Wmo) ha reso note le stime preliminari per il clima dell'anno che va a terminare e per il decennio 2000-2009. I dati definitivi saranno pubblicati in gennaio, ma comunque, come era da attendersi vista la dinamica del clima globale in questa annata, anche il 2009 è secondo la Wmo «probabilmente destinato ad entrare nella top-ten» degli anni più caldi dall'inizio delle misurazioni strumentali (1850).
La temperatura risultante dalla media delle rilevazioni effettuate su aree terrestri e marine è stata - relativamente al solo periodo gennaio-ottobre - superiore di 0,44° ± 0,11° C alla media climatologica 1961-1990. Se l'annata 2009 finisse ora, sottolinea la Wmo (ricordiamo che l'anno meteorologico finisce il 1° dicembre, e che quindi manca, per una valutazione globale sul 2009, il solo mese di novembre), si classificherebbe come «il quinto anno più caldo» da 150 anni.
Riguardo al decennio 2000-2009, è sottolineato come esso sia stato più caldo del decennio precedente, che a sua volta aveva superato quello 1981-1990. Ed è questa, anche in assenza di numeri precisi che pure saranno resi disponibili in seguito, una valutazione ben più significativa rispetto a quelle annuali, la cui utilità è - dal punto di vista climatologico - limitata, e assume solo valore indicativo.
Ricordiamo, a questo proposito, le valutazioni espresse dalla Nasa nel suo sito (http://climate.nasa.gov/) dedicato alla misurazione degli indicatori di cambiamento climatico, valutazioni secondo le quali «i 13 anni più caldi dal 1850 si sono verificati negli ultimi 14 anni».
Comunque sia, la Wmo ricorda come le sue stime costituiscano una interpolazione dei dati provenienti da tre database associati ai principali centri di ricerca mondiale: il database Ncdc della Noaa, il Giss della Nasa e il database unificato Hadley center-Climate research unit (vedi immagine).
Ed è proprio la Noaa ad aver pubblicato stanotte le sue valutazioni sul 2009, che rispetto a quelle riportate dalla Wmo sono più approfondite: in particolare, secondo l'ente dipendente dal segretariato del Commercio statunitense, le analisi preliminari evidenziano come il 2009, che anche secondo la Noaa è destinato ad entrare nei dieci anni più caldi da 150 anni, dovrebbe più precisamente classificarsi al «quarto, quinto o sesto posto» nella classifica delle annate più calde.
Dati più precisi sono invece disponibili su base decennale: è stimato infatti che il decennio 2000-2009 è destinato ad essere registrato come «il più caldo dall'inizio delle misurazioni, con una temperatura media superficiale superiore di circa 0,96° F (0,53° C) alla media del 20° secolo». Questo valore di anomalia, secondo la Noaa, «supererà agevolmente quello degli anni '90, (che è stato) di 0,65° F», circa 0,36° C.
Va ricordato che le valutazioni sulla temperatura media sono sostanzialmente espressione dell'energia presente nel sistema terra-acqua-atmosfera, e che anomalie di temperatura globale che possono apparire limitate (come quella, relativa al 2009, di 0,53° C), si ripercuotono poi a livello locale in maniera non equamente distribuita sul pianeta: ad esempio, stime pubblicate in questi giorni dal Cnr per il territorio italiano parlano di un'anomalia, per il 2009, di 1,15° C, ben maggiore di quella che ha caratterizzato il pianeta nella sua globalità. E - non stiamo qui a spiegare per l'ennesima volta il motivo - ciò conferma il fatto che il Mediterraneo (e quindi l'Italia) siano tra le zone più sottoposte agli effetti del surriscaldamento globale.
Va comunque aggiunto, in chiusura, che altri indicatori ritenuti veicolo di sfogo della maggiore energia presente nel sistema (come gli uragani e i tornado) non hanno mostrato, almeno nel territorio statunitense e nelle aree oceaniche contigue, un'attività particolarmente intensa nel corso del 2009 né in termini quantitativi né in termini di potenza dei singoli eventi: ne sono testimonianza le valutazioni della Noaa che parlano di una stagione delle tempeste atlantiche «inferiore alla media per attività, con nove tempeste che hanno ricevuto un nome (si intende "sufficientemente forti da aver ricevuto un nome ufficiale", nda), di cui tre uragani», e quelle sul numero di tornado, stimato in 1150 nel corso dell'anno, fattore che porta la Noaa a definire il 2009 come il «sesto anno più calmo» in termini di tornado registrati negli Stati Uniti.