[10/12/2009] News
LIVORNO. La Cina ha rimandato al mittente le critiche fatte dal Comitato esecutivo del Clean devlopement machanism (Cdm) dell'Onu ai suoi progetti di energia eolica che non sarebbero realizzati in maniera sostenibile e secondo i criteri del Cdm. A Copenhagen il responsabile della delegazione cinese, Li Gao, ha detto che «La Cina nota con viva preoccupazione che i questi ultimi anni lo sviluppo dei progetti nel quadro del Cdm si è scontrato in alcuni settori con delle difficoltà ed ostacoli senza precedenti, dovuti in parte a delle decisioni irrazionali, opache ed ingiuste del Comitato esecutivo che è specificamente delegato ad essere giusto e imparziale».
Ai cinesi non è andato proprio giù l'esame sistematico organizzato recentemente dal Comitato esecutivo del Cdm sui colossali progetti eolici che la Cina ha fatto inserire tra le iniziative finanziabili con il Clean devlopement machanism. Secondo l'Excutive board del Cdm il governo comunista di Pechino avrebbe sistematicamente abbassato i prezzi per l'acquisizione dei progetti eolici con l'obiettivo di favorire lo sviluppo dei progetti nel quadro del Cdm e per questo ne ha respinto molti.
La Cina è infuriata perché l'accusa nemmeno tanto velata di "truffa" la mette in cattiva luce con i Paesi in via di sviluppo che sta cercando di capeggiare a Copenhagen, insieme all'India, il tentativo ingombrante di volersi appropriare di gran parte dei fondi Cdm a danno di altri, approfittando di uno sviluppo industriale accelerativo, potrebbe diventare fin troppo evidente.
Secondo Li «La delegazione cinese è dell'avviso che questa pratica del Comitato esecutivo sollevi almeno tre questioni molto gravi. Primo, dovrebbe essere il Paese ospite a determinare le sue politiche per l'energia rinnovabile in funzione della sua situazione. E' irresponsabile che da parte dell'Excutive board ci si spinga a stime aleatorie su queste politiche e che si prendono decisioni in conseguenza, questo và ben al di là del mandato di supervisione del Cdm che gli è attribuito. Se una tale logica venisse mantenuta, tutti i progetti energetici dei Paesi in via di sviluppo potrebbero, e saranno, essere rimessi in discussione con lo stesso pretesto. Secondo, le organizzazioni competenti hanno presentato al Comitato dei rapporti documentati che dimostrano sufficientemente che le tariffe di acquisto dei progetti di energia eolica in Cina hanno mantenuto lo stesso aumento. Pertanto, il Comitato esecutivo ha ignorato questi documenti e preso la sua decisione in maniera opaca. Terzo, benché le questioni sollevate dal Executive board siano di natura generale e suscettibile s di essere poste a proposito dei progetti di non importa quale Paese, é sconcertante che solo i progetti Cdm della Cina siano stati fatti oggetto di un tale esame. Una tale pratica é ingiusta ed é del tutto legittimo interrogarsi sulle vere motivazioni sulle quali si basa. L'energia eolica è universalmente considerata come pienamente in accordo con gli obiettivi del Cdm e come meritevole di essere incoraggiata per diversi motivi. Conseguentemente, tali decisioni basate esclusivamente sui progetti di un determinato Paese, costituiscono una discriminazione flagrante».
I sospetti dei cinesi riguardano tutti il possibile tentativo di mettere un freno all'industria eolica cinese che in pochi anni è diventata la più grande del mondo, l'altro sospetto, tutto politico, è che su questa partita dell'eolico si voglia giocare la battaglia di Copenhagen sui finanziamenti per le tecnologie pulite ai Paesi in via di sviluppo, gettando forti sospetti sull'affidabilità cinese che, in quanto Paese emergente, si troverebbe ad essere beneficiario degli incentivi Cdm per gli impianti eolici ed esportatore di tecnologie eoliche.