[11/12/2009] News
LIVORNO. Un portavoce del ministero degli esteri della Corea del nord ha confermato oggi di aver raggiunto una «comprensione comune» con gli Usa sulla necessità di riprendere i colloqui a 6 e sull'importanza di mettere in opera il comunicato congiunto del 2005.
Secondo quanto scrive l'agenzia di stampa Kcna, Usa e Repubblica popolare democratica di Corea (Rpdc) hanno tenuto lunghi e riservatissimi colloqui su un vasto ventaglio di problemi, tra i quali il trattato di pace tra i due Paesi, la normalizzazione dei rapporti bilaterali, la cooperazione economica ed energetica e la denuclearizzazione delle due Coree. Si tratta dei primi colloqui bilaterali Usa-Corea del nord da quando governa Obama.
L'anonimo portavoce del governo stalinista di Pyongyang ha detto che«Gli incontri franchi e sinceri hanno aiutato le due parti ad approfondire la mutua comprensione, a minimizzare le differenze ed a trovare un terreno comune. Le due parti hanno convenuto di proseguire la cooperazione al fine di appianare le loro differenze. La Corea del nord conferma la sua disponibilità a riprendere i negoziati a 6 sul problema nucleare della penisola».
L'inviato statunitense per la Rpdc, Stephen Bosworth, ha concluso ieri la sua visita nella capitale nordcoreana, dove ha incontrato il vice-ministro degli esteri Kang Sok Ju, per cercare di persuadere il governo comunista a rimettersi al tavolo dei negoziati per mettere fine al programma di armamento nucleare. Anche secondo Bosworth i colloqui a Pyongyang sono stati «Molto fruttuosi. Gli Stati Uniti e la Corea del nord sono pervenuti alla comune comprensione».
Potrebbero perciò riprendere i negoziati a 6 avviati nel 2003 tra le due Coree, la Cina, il Giappone, la Russia e gli Usa che sono stati sospesi dopo il loro fallimento a Pechino, quando nel dicembre 2008 la dittatura nordcoreana si rifiutò di rendere noto il suo programma nucleare, lo riavviò e comincio a sparare missili verso il mare del Giappone.
Il 25 maggio 2009 la sfida fu portata al massimo livello con un test nucleare sotterraneo che provocò una crisi internazionale e sanzioni del Consiglio di sicurezza dell'Onu contro Pyongyang, compreso un embargo sulle armi pesanti che sembra essere molto doloroso per il regime e per i suoi più assidui fornitori di armi: Cina e Russia.
Si tratta sicuramente di un successo della politica della pazienza e della mano tesa del neo Premio Nobel per la pace Barack Obama, resta da vedere se questo nuovo accordo è l'ennesimo bluff di un regime che ci ha abituato alle docce fredde e che sta usando la minaccia nucleare per tenersi in piedi e riuscire a strappare aiuti e finanziamenti per non crollare sotto una crisi economica e alimentare che dura da anni e che nasconde in patria solo grazie ad una dittatura spietata ed al controllo assoluto sui media e sulla società.