[11/12/2009] News toscana
LIVORNO. Un presidio simbolico sotto la sede del Consiglio di Stato che martedì è chiamato a decidere sul ricorso presentato da Olt contro la sentenza del Tar che nel luglio 2008 ha sospeso l'autorizzazione al progetto ritenendola illegittima. Lo ha organizzato il Comitato no-off shore che ritiene il progetto non solo illegittimo, ma anche pericoloso.
«Conosciamo ancora poco di tutta l'operazione perché Olt non ha fatto sapere se ha già dei contratti per la fornitura del gas, qual è il piano industriale, quando sarà terminato l'impianto - ha spiegato Maurizio Zicanu del Comitato - Di sicuro, ma solo perché abbiamo fatto delle ricerche, sappiamo soltanto che le ricadute occupazionali saranno scarse. Nel rigassificatore di Rovigo che è molto più grande di quello progettato a Livorno, lavorano 40 persone sulla piattaforma e una decina a terra».
Secondo il Comitato che denuncia scarsa trasparenza, sarebbe addirittura scomparsa nel nulla la Commissione internazionale di esperti chiamata dalla Regione Toscana a fare una valutazione sulla pericolosità del progetto. Ma gli attivisti non si lasciano sfuggire il dibattito degli ultimi giorni e ci tengono a sottolineare le incoerenze della proposta di Edison che vuole fare un rigassificatore a Rosignano.
«Siamo esterrefatti delle rozze polemiche sul rigassificatore di Rosignano - hanno spiegato i membri del no-off Shore sul quale vengono sparate cifre tanto iperboliche quanto incredibili sia in merito agli investimenti che alle ricadute occupazionali, sarebbe invece necessario che si riprendesse il dibattito anche su quello di Livorno che a quasi quattro anni dall'autorizzazione ministeriale mostra evidenti crepe».
Oltre alle preoccupazioni sui ritardi e sulle mancate promesse che si sono accumulate negli anni, il Comitato nutre alcune perplessità sui lavori alla nave gasiera che sarebbe rimasta "impantanata" nella crisi finanziaria di Dubai. Secondo gli attivisti no-off shore i Drydocks World, uno dei dieci gioielli della Dubai World, cantieri navali che gestiscono ogni hanno 300/400 navi, hanno sottoscritto in ottobre un prestito di 2,2 miliardi di dollari con 15 istituti di credito. A questi cantieri la Saipem ha affidato la trasformazione della Golar Frost, il terminale galleggiante di rigassificazione per la Olt.
«Da quello che si sa - spiega Zicanu - la riconversione della Golar Frost è iniziata a settembre e dovrebbe finire nel giugno 2010. La Olt sostiene che i lavori sulla nave proseguono e probabilmente è vero. Quello che non dicono è che la Golar, proprietaria di una quota di minoranza della Otl, ha approntato un piano di emergenza nel caso il cantiere del Dubai non sia più in grado di onorare gli impegni contrattuali. Sarebbe interessante - ha concluso Zicanu - conoscere questo piano anche perché attualmente non esistono cantieri che possono svolgere la riconversione della Golar Frost poiché non ci sono nel mondo altri progetti simili a quello di Livorno».