[15/12/2009] News
LIVORNO. Il Consiglio direttivo dell'ente parco del Gran Paradiso ha approvato il suo piano del parco. Inizia ora la trafila delle osservazioni già superata dai piani di due parchi toscani molto più giovani, quello delle Foreste Casentinesi e dell'Arcipelago Toscano, poi anche un parco nazionale "storico" e pre-legge 394/91 con me il Gran Paradiso potrà definitivamente dotarsi del Piano. L'approvazione del Piano da parte del Consiglio direttivo è infatti il primo passo di un lungo percorso che prevede la sua adozione da parte delle regioni Piemonte e Valle d'Aosta e l'apertura delle fasi di pubblicazione e delle osservazioni. Dopo aver trovato un'intesa tra Ente Parco, Regioni e, limitatamente alle zone di promozione economica e sociale, Comuni, il piano verrà definitivamente approvato.
L'Ente parco nazionale Gran Paradiso ha comunque adottato all'unanimità il Piano del parco, il più importante strumento di pianificazione previsto dalla legge quadro sulle aree protette. Rispetto all'Arcipelago Toscano però il Gran Paradiso è un passo avanti, perché ha già approvato il regolamento del Parco, che disciplina l'esercizio delle attività consentite entro il suo territorio in base alle zonazioni previste dal Piano, ed ha dato parere positivo anche al Piano pluriennale economico e sociale, approvato dalla Comunità del parco del Gran Paradiso già a luglio, mentre nell'Arcipelago Toscano la situazione è al contrario: il Direttivo ha già approvato il Piano del parco da molti mesi mentre la Comunità del parco non riesce ad approvare un Piano pluriennale la cui bozza è pronta da anni. Eppure si tratta di uno strumento importante per favorire lo sviluppo economico e sociale delle collettività residenti nel parco e nelle zone adiacenti. Il Piano economico e sociale del Gran Paradiso prevede cinque i progetti strategici: fare impresa, creare qualità, promuovere il territorio, un territorio per la ricerca e fare comunità, che comprendono anche la valorizzazione della rete sentieristica, il rafforzamento dell'immagine, della capacità di iniziativa del Parco e del suo radicamento nel sistema locale.
Il Piano del Gran Paradiso propone una vastissima riserva u integrale (la zona A dove l'ambiente naturale è conservato nella sua integrità) su circa il 48,4% del territorio protetto, con dentro vette, deserti nivali e morenici e ambienti di alta quota, praterie alpine, zone umide, rocce e macereti (nell'Arcipelago Toscano, ma in genere in tutti i parchi, le zone A sono piccolissime). Le zone B delle riserve generali orientate comprendono il 49% del territorio, si tratta di aree boschive e pascoli in cui è prevista la gestione attiva e nelle quali è vietato costruire nuove opere edilizie, ampliare le costruzioni esistenti, eseguire opere di trasformazione del territorio; sono consentite le utilizzazioni produttive tradizionali, la realizzazione delle infrastrutture strettamente necessarie, nonché interventi di gestione delle risorse naturali a cura dell'Ente parco. Ridottissime, solo il 2,4% le zone C di protezione, le aree "agricole" che negli altri parchi spesso occupano la maggior parte del territorio e che nel Gran Paradiso comprendono le aree prative del fondo valle e le aree limitrofe in abbandono recuperabili ai fini agricoli. La Zone A di promozione economico-sociale e gli aggregati di interesse storico-culturale sono lo 0,21% (nell'Arcipelago Toscano sono più estese delle zone A e comprendono tutto l'ex compendio minerario) e interessano le aree urbanizzate o urbanizzabili definite sulla base delle previsioni dei piano regolatori, e le aree interessate da strutture storiche, nelle quali sono consentite attività compatibili con le finalità istitutive del parco e finalizzate al miglioramento della vita socio-culturale delle collettività locali e al miglior godimento del parco da parte dei visitatori.
Il Presidente del parco del Gran Paradiso, Giovanni Picco, è soddisfatto: «Dopo parecchi anni di studi e parziali elaborazioni approdiamo finalmente alla fase finale dell'approvazione del Piano, che il Ministero dell'Ambiente dovrà sancire. E' un'importante traguardo il consenso delle realtà territoriali cui competerà il concorso nella gestione del Piano. Il Piano del Parco è in realtà non solo un documento di tutela e conservazione, ma anche e soprattutto dei possibili futuribili che le attività delle popolazioni residenti dovranno continuare a sviluppare, in un crescendo di compatibilità con la biodiversità . Mai più conflitti, ma responsabilità comuni di residenti, operatori e turisti».
Clima di collaborazione e condivisione da parte di Osvaldo Naudin, presidente della Comunità del parco: «E' stato compiuto un altro importante passo avanti ed ora vediamo con piacere arrivare la fine di un lungo tragitto, compiuto attraverso il confronto e con il concorso della comunità locale. Riteniamo che si tratti di un buon risultato sia per la Comunità del Parco, sia per il Parco stesso».