[17/12/2009] News

Evo goes to Copenhagen, il socialismo comunitario di Morales per salvare Pacha Mama

LIVORNO.  Ieri il presidente del Venezuela Hugo Chavez ha fatto nuovamente notizia accusando Obama di essere un Premio Nobel per la Pace guerrafondaio e dicendo che «Un fantasma si aggira per le strade di Copenaghen. Quel fantasma é il capitalismo, il suo modello distruttivo é quello che sta distruggendo la vita». I media, che amano le intemperanze del vulcanico Chavez, si sono buttati a pesce sulle sue ennesime sanguigne dichiarazioni, rubricandole subito tra il folklore dell'estrema sinistra latinoamericana caudillista, ma forse farebbero bene a capire meglio cosa si sta muovendo nel subcontinente ed emergendo nella capitale danese e, soprattutto, a chiedersi se quella di Chavez sia davvero tutta farina del suo sacco, oppure se la reinterpretazione di Karl Marx in salsa caraibica non nasconda lo scopiazzamento di altri e più fini interpreti del socialismo andino, ad iniziare da Evo Morales. Farebbero bene a chiedersi perché perfino il moderato e filostatunitense governo del Perù ha chiesto una maggiore protezione dell'Amazzonia e dei suoi ghiacciai.

Elizabeth Leon, una deputata peruviana che fa parte della delegazione del suo Paese a Copenhagen, ha detto che esistono differenze tra i Paesi ricchi e poveri «a causa delle loro divergenze sul principio di responsabilità condivisa. Per questa ragione l'America latina deve presentare una posizione omogenea. I Paesi dell'America latina concordano che la lotta contro il cambiamento del clima debba essere legata alla preservazione dell'Amazzonia, ma dobbiamo incontrarci e trovare dei punti in comune».

Ma veniamo al presidente boliviano Evo Morales, che con il suo immaginifico linguaggio indio-socialista alla Manuel Scorza, ha parlato di «Difesa dei diritti della Pacha Mama (Madre Terra) per garantire la vita dell'umanità» ed ha chiesto «La creazione di un tribunale di giustizia climatica e che le sanzioni contro le nazioni che attentano contro l'umanità devono essere incluse nelle conclusioni del summit che si celebra in questa capitale, al fine di adottare iniziative in difesa dell'ambiente. E' necessario che i diritti della Madre Terra vengano riconosciuti come un bene massimo che difenderà la sopravvivenza del pianeta. Se vogliamo salvare la vita e l'umanità, dobbiamo definire azioni che cambino il sistema capitalista che pretende di scaricare la responsabilità del cambiamento climatico sulle nazioni in via di sviluppo. I Paesi che mandano avanti irrazionali processi di industrializzazione devono cambiare la mentalità della cultura della morte per la difesa della vita. Il mondo nel suo insieme, specialmente i leader delle nazioni capitaliste, deve scegliere tra la vita o la morte per salvare l'umanità nel suo insieme».

Morales ha duramente criticato «Le manovre permanenti del mondo industrializzato per adottare decisioni di carattere selettivo ed imporre modelli che promuovono la cultura della morte. Dobbiamo finirla con le pratiche imperialiste, colonialiste, egoiste e segrete. Il problema del cambiamento climatico è un effetto del modello di vita, perché non può essere una questione legata ai guadagni economici. Vivere bene non è vivere a spese degli altri, ma la ricerca dell'equilibrio di tutti con la natura. La Madre Terra sopravviverà senza gli esseri umani, ma questi non sopravviveranno senza la salvaguardia della natura. E' molto importante difendere il diritto della Madre terra per difendere la vita e l'umanità». 

Morales ha detto che l'Onu ha preso diversi anni fa una posizione in difesa dei diritti umani e due o tre anni fa sui diritti dei popoli indigeni «Però non si è mai espressa si diritti della Pacha Mama», ha riconosciuto che l'Onu ha dichiarato la giornata della Madre Terra «il che è una conquista che deve essere consolidata in questo nuovo millennio nel quale il mondo deve assumere un difesa serrata dei diritti della natura come un elemento essenziale per la sopravvivenza dell'umanità».

Il presidente boliviano ha fatto l'esempio delle iniziative di alcuni Paesi in via di sviluppo per difendere il diritto all'acqua «Che è un diritto umano che non deve essere soggetto a politiche di mercato».

Morales è anche preoccupato per la produzione di bio-carburanti (che preferisce chiamare più correttamente agro-combustibili), perché secondo lui si trasforma il diritto umano al cibo convertendo queste risorse naturali in prodotti che servono a fini mercantili: «In questa maniera le risorse naturali che non sono rinnovabili stanno finendo e l'umanità sta morendo di fame non avendo il cibo per sopravvivere. Il 100% degli alimenti dei Paesi dell'0ccidente dipendono dal petrolio e se questo prodotto finisce non ci sarà cibo, il che minaccerà la vita dell'umanità. E' necessario che il mondo la smetta con il consumismo e il lusso perché la gioventù non serve a vestirsi bene o truccarsi, se non è sostenuta da un atteggiamento solidale, rispettoso e dall'acquisizione di conoscenze, così come dalla pratica di una politica di servizio al popolo. Dobbiamo costruire un socialismo comunitario nel quale si riconosca  la diversità culturale  in un quadro di riferimento che permetta al socialismo di vivere in armonia con la natura».

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