[21/12/2009] News toscana
FIRENZE. Copenhagen si è appena concluso con un mini accordo e con un sostanziale rinvio ai prossimi summit. Ma il tempo purtroppo stringe e occorre far presto. E in quanto a tempo (non quello meteorologico), come stiamo in Toscana?
Pare che non si sia messi molto bene a stare ad alcuni rapporti usciti in queste settimane: da quello della Fondazione Toscana Sostenibile a quello di Irpet. Entrambi costruiti su alcuni modelli i quali come è noto non sono fatti per rappresentare la verità né per essere seguiti alla lettera, quanto per stimolare l'intelligenza sociale e la conoscenza, soprattutto l'azione nei confronti dei problemi rilevati.
Il primo, al di là dell'enfasi posta su una improbabile graduatoria sulla sostenibilità della Toscana che la collocherebbe al secondo posto in Italia dopo il Trentino, ma a molta distanza, non dice la cosa principale: come si collocherebbe la Toscana in una graduatoria delle regioni d'Europa. Ma dice anche che la Toscana ha ancora buone performances nei settori del welfare, mentre ha valori critici in materia di energia e cambiamenti climatici, consumo e produzione sostenibili, livelli di produttività e di innovazione, rapporto tra spese per la ricerca e PIL, qualità del lavoro, efficienza e sostenibilità dei modelli di consumo!
Il secondo dice che la crescita economica non assicura risorse sufficienti per mantenere in futuro il sistema di welfare (mettendo in crisi proprio l'unico punto di forza rilevato in fin dei conti dalla FTS), che il livello di utilizzo del territorio è vicino ai limiti potenziali nelle aree a più alta possibilità di investimenti, che i processi decisionali sono lenti, quelli di decentramento inadeguati e soprattutto, dal punto di vista delle strategie di sostenibilità, "istituzioni locali territorialmente e funzionalmente inadeguate alle esigenze di coordinamento [e integrazione, aggiungiamo noi] di processi complessi".
Allora bisogna far presto. Sarebbe utile che il candidato del centrosinistra Enrico Rossi, quello della destra non c'è, anticipasse che cosa intende fare, se eletto, per onorare quello che uscirà da Copenaghen.
Qualche suggerimento: a partire dall'ottica che è necessario assumere nel valutare le relazioni tra ambiente, società, energia ed economia, poiché, come diceva Nicolas Georgescu-Roegen "..l'energia e la materia aggregata non sono reciprocamente convertibili, cioè non esiste una relazione f(M,E) = cost; non esiste perciò una griglia di isoquanti, riguardanti le risorse naturali, con cui poter ridurre la scelta economica a calcoli chimo-fisici o fisico-tecnologici [...] la natura del problema è solo sociale e politica, non tecnica, perché entrano in campo grandi quantità di variabili e di incertezze". Occorre costruire, perciò, un piano d'azione credibile e verificabile, a scadenze e valutazioni certe e condivise, per adeguare (niente di più ma neanche di meno com'è stato fino ad oggi) lo sviluppo della Toscana agli obiettivi di riduzione delle emissioni serra e dei consumi delle risorse non rinnovabili; occorre la critica radicale all'approccio tecnologico/economico e la netta prevalenza dell'approccio socio/politico ed una analisi a fondo sulle relazioni (interazioni/integrazioni) intersettoriali di tutte le attività produttive e di servizio, turismo e tempo libero, tesa a cogliere tutte le interconnessioni e il raggiungimento o meno degli obiettivi sulla base di pochi e condivisi indicatori sintetici oltre PIL.
(1. continua)