[22/12/2009] News

Nucleare, tutti i 'buchi' del decreto in discussione

GROSSETO. Un Consiglio dei Ministri, quello di oggi, tutto incentrato sugli schemi di decreto proposti dal Ministero dello Sviluppo. E' stato infatti approvato in via preliminare lo schema di decreto legislativo recante disposizioni per "la localizzazione, la realizzazione e l'esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di impianti di fabbricazione del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonché le misure compensative e le campagne informative al pubblico".  Nel testo - da quanto si apprende da fonti giornalistiche, dato che il ministero è apparso reticente a dare informazioni al riguardo- sono previsti, anche i criteri per la realizzazione del deposito nazionale per lo smaltimento a titolo definitivo dei rifiuti radioattivi.

Sempre nello stesso decreto almeno quindici articoli (scrive il Velino) saranno dedicati alla definizione dei compiti dell'Agenzia, non ancora istituita però, quando invece la legge sviluppo la prevedeva prima del decreto sulla localizzazione.

Per quanto riguarda l'individuazione dei siti, la bozza di decreto legislativo prevede che le future centrali potranno sorgere in aree già sedi di centrali o che comunque abbiano una buona capacità di trasmissione elettrica. Tornano quindi in ballo- anche se non vengono indicate, perché la localizzazione dei siti sarà affidata ai soggetti che si candidano a realizzarle e poi gestirle- le aree dell'elenco che circola da mesi e su cui il Ministro, più volte chiamato a rispondere in parlamento, ha sempre glissato.

Una volta ricevuta la richiesta da parte degli operatori, il ministero dello Sviluppo economico, trasmetterà alla conferenza Stato-Regioni e all'Agenzia per la sicurezza nucleare l'elenco completo delle aree per una valutazione di merito. E qui entrano in ballo i compiti dell'Agenzia, che  avrà 60 giorni per esprimere il proprio parere tenendo presente i requisiti tecnici (sistema di raffreddamento, distanza dalle aree abitate e fenomeni sismici) e quelli ambientali (suolo, risorse idriche, valore paesaggistico e storico culturale dell'area) richiesti. Le aree che rispettano tutti i criteri e giudicate idonee dall'agenzia saranno sottoposte alla valutazione della conferenza Stato- Regioni, e qualora da parte di questa venisse espresso parere negativo verrebbe istituito un apposito Comitato interministeriale costituito dai ministeri dello Sviluppo,  dell'Ambiente e dei Trasporti da un lato e le regioni interessate dall'altro, per un ulteriore approfondimento tecnico.

Conclusa la fase di consultazione con le Regioni verrà avviata quella con i comuni e i relativi abitanti interessati che sarà gestita da un magistrato.

Nel decreto si individua anche il sistema di compensazioni per le popolazioni e i territori indicati idonei come siti d'impianto. Queste dovrebbero essere riconosciute alle persone residenti, alle imprese operanti nel territorio circostante l'impianto nucleare e agli enti locali, con oneri a carico delle imprese coinvolte nella costruzione del reattore.

Le compensazioni e i relativi corrispettivi economici sono suddivise in due fasi, quella precedente alla realizzazione dell'impianto, su base annuale, con un'aliquota unitaria commisurata alla potenza elettrica nominale della centrale  in via di realizzazione, pari a 3000-4000 euro/Mw fino a 1.600 Mw, che sarebbe aumentata del 20%o se la potenza fosse superiore.

Questi benefici dovrebbero essere ripartiti per il 40% agli enti locali e per il 60% alle persone e alle imprese residenti nel territorio attraverso sgravi sulle tasse locali (Tarsu, e addizionali Irpef, Irpeg e Ici) secondo specifiche convenzioni - che dovranno essere fissate- tra il titolare dell'autorizzazione unica per l'esercizio della centrale e gli enti locali.

La seconda fase per far decorrere i benefici economici scatta all'entrata in esercizio dell'impianto; in questo caso è prevista un'aliquota - su base trimestrale- che dovrebbe essere pari a 0,58 euro per Mwh, ma comunque commisurata all'energia elettrica prodotta e immessa in rete.

E' poi previsto un contributo (in euro a tonnellata) anche in base al quantitativo di combustibile nucleare prodotto.

Le compensazioni saranno suddivise tra la provincia interessata dalla costruzione dell'impianto per il 10%, e il comune (o i comuni) sito d'impianto per cui è previsto il 55%; mentre il 35% andrà ai comuni limitrofi. Sono considerati limitrofi quelli "la cui superficie ricada in tutto o in parte all'interno di un'area compresa nei 20 km dal perimetro dell'impianto" o di "10 km nel caso di impianto per la produzione di combustibile nucleare".

Questi benefici riconosciuti nella fase successiva all'entrata in funzione dell'impianto nucleare e quelli che arriveranno dalla fabbricazione di combustibile nucleare sono  destinati "alla riduzione della spesa per la fornitura di energia elettrica a favore dei clienti finali" che si trovano nelle zone di costruzione delle centrali. Nel caso di mancata realizzazione o esercizio dell'impianto per qualsiasi ragione, è prevista la decadenza automatica dei benefici per gli enti locali e l'altrettanto automatico rimborso delle spese sostenute dall'impresa richiedente. Secondo diversi calcoli i compensi andrebbero da 20 a 30 milioni l'anno per ogni comune interessato.

Il deposito definitivo delle scorie di seconda categoria e quello (cosiddetto temporaneo) per quelle di terza categoria , oltre al combustibile irraggiato proveniente dall'esercizio degli impianti nucleari, saranno individuati da Sogin, che torna in ballo dopo che ne era stata prevista la chiusura e disposto il commissariamento.

Mentre tutte le attività di ricerca, formazione e sviluppo tecnologico relativo alla gestione delle scorie e alla radioprotezione, comprese le tematiche relativa alla salute e all'ambiente saranno in capo ad un Centro studi e sperimentazione, di nuova nascita, dal momento che prima erano previste come attività dell'agenzia.

La Sogin entro sei mesi dall'entrata in vigore del decreto e  tenendo conti dei criteri indicati dall'Aiea, dovrà definire una proposta di "Carta nazionale" delle aree potenzialmente idonee a ospitare quello che viene definito "Parco tecnologico" e un progetto preliminare di massima del parco stesso, per la cui realizzazione sarà necessaria un'autorizzazione unica, corredata dalla Via.

Sarà infine il ministero dello Sviluppo, di concerto con il ministero dell'Ambiente e delle Infrastrutture e con parere vincolante dell'agenzia per la sicurezza nucleare, a dichiarare per decreto questa area "di interesse strategico nazionale". Passaggio che permetterà, qualora si presentassero contestazioni alla sua realizzazione, l'intervento dell'esercito per garantire l'espletamento dei lavori necessari.

Sogin avrà anche il compito di organizzare un seminario nazionale al quale parteciperanno ministeri interessati, l'agenzia per la sicurezza nucleare, le regioni, le province e i comuni che rientreranno nella Carta delle aree idonee oltre alle associazioni di categoria interessate di industriali e lavoratori, università ed enti di ricerca. Questo seminario dovrebbe avere lo scopo di approfondire tutti gli aspetti relativi al parco, e produrre osservazioni che dovranno essere recepite da Sogin per aggiornare al Carta nazionale.

Infine l'Agenzia per la sicurezza nucleare. Ad essa vengono assegnati compiti autorizzativi, di controllo e di vigilanza nella varie fasi, oltre a quello di verificare la sussistenza dei requisiti per la localizzazione dei siti nucleari.

L'agenzia dovrà stabilire le prescrizioni, le procedure e gli standard tecnici a cui gli operatori si dovranno attenere per la progettazione, costruzione e gestione degli impianti nucleari.

Dovrà poi svolgere compiti di vigilanza sia programmata che casuale che verranno effettuate attraverso ispettori nominati dal direttore generale, e dovrà pubblicare periodicamente anche rapporti su nuove tecnologie.

Nel regolamento è anche prevista la creazione di un elenco di soggetti abilitati all'esercizio delle attività di supervisore e direttore tecnico d'impianto e questo elenco sarà gestito da un apposito comitato di verifica che valuterà il possesso effettivo dei requisiti dei richiedenti. Il comitato di verifica sarà composto da un magistrato, un professore di fisica nucleare e un ingegnere con almeno 10 anni di esperienza.

Gli organi dell'agenzia sono individuati nel presidente, nei commissari e nel collegio dei revisori dei conti, che dureranno in carica sette anni e potranno essere confermati una sola volta, che dovranno nominare il direttore generale, che ha un  mandato di 5 anni, rinnovabile una sola volta.

Prevista infine anche la creazione di un Comitato di garanzia, come organo consultivo del collegio dei commissari, che si occuperà di seguire gli aspetti tecnico- scientifici dell'attività dell'Agenzia. È composto di cinque membri, tra cui scienziati anche di fama internazionale, indicati rispettivamente da ministero dell'Istruzione, dello Sviluppo economico, Difesa, Ambiente e Infrastrutture. Durerà 4 anni e sarà presieduto dal presidente della stessa agenzia.

Da un punto di vista finanziario l'agenzia avrà una dotazione fissa -prevista per legge- e altre risorse derivanti dalle prestazioni a carico dei soggetti controllati sulla base dei costi effettivi calcolati sugli interventi.

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