[22/12/2009] News toscana
FIRENZE. Nevica 15-20 cm e viene chiusa la Fi-Pi-Li. Nevica 15-20 cm e, a metà mattina del giorno dopo, con ancora mezza città bloccata, Firenze finisce il sale da gettare sulle strade, e i rifornimenti (comunque insufficienti per una completa copertura del territorio comunale) giungono solo nel pomeriggio. Nevica 15-20 cm e l'Alta velocità diventa "velocità normale", la partita di calcio viene annullata all'ultimo minuto (non potevano deciderlo prima, invece di far giungere a Firenze migliaia di persone dalla Toscana e dalla Lombardia?), il servizio di autobus si riduce ai minimi termini, checché ne dicano i rassicuranti comunicati di Ataf. E pure i taxi segnano il passo.
... E meno male che l'effetto-nevicata è avvenuto proprio nel momento logisticamente "migliore": ha cominciato a nevicare (in tutta la Toscana centro-settentrionale) dal tardo pomeriggio di venerdì, e ha smesso generalmente nella mattinata di sabato. Ma poi, contrariamente a quanto di solito avviene in Toscana in casi analoghi, la neve non si è sciolta rapidamente, ma anzi si è evoluta in lastroni di ghiaccio nel corso del week-end, quando temperature molto rigide (intorno a -8°/ -10° in pianura tra sabato e domenica) hanno ulteriormente peggiorato le cose.
E' andata bene, insomma, perché se quanto avvenuto nel corso del week-end si fosse verificato in un qualsiasi giorno della settimana il bilancio (sia economico, sia sociale, sia sanitario) della nevicata sarebbe stato ben peggiore.
Firenze insomma, così come buona parte della Toscana di pianura, si è fatta trovare sostanzialmente impreparata davanti ad un evento che - pur relativamente raro - non riveste certo carattere di eccezionalità: impreparati si sono fatti trovare molti cittadini che, nonostante l'arrivo della perturbazione fredda fosse annunciato da giorni, e nonostante la nevicata fosse stata già preceduta da una leggera spruzzata nei giorni precedenti, non si sono dotati di catene e/o gomme da neve, oppure non sono stati in grado di montarli, o ancora non hanno modulato i loro spostamenti in considerazione di quanto stava per avvenire.
E - elemento ben più grave - impreparati si sono fatti trovare i servizi di mobilità: se Ataf comunica che solo il 9% dei mezzi non ha compiuto il percorso, in realtà (almeno secondo "Repubblica" di ieri) questo dato è ben più alto, poiché l'azienda considera valida una corsa anche se essa compie un percorso solo parziale. Dati del sindacato autisti parlano di «una corsa su tre» saltata, e va ricordato come il servizio, nella giornata di sabato, sia stato interrotto completamente prima dalle 7.30 alle 9, e poi dalle 20 in poi. Per i taxi, infine, i mezzi in servizio si sono ridotti del 40%.
Certo, è giusto sottolineare che , anche se come detto l'evento non è straordinario (per Firenze, l'ultima nevicata analoga risaliva al 27 dicembre 2005, ma allora la neve si sciolse molto più rapidamente), comunque esso è stato particolarmente intenso. E' chiaro, quindi, che non è scandaloso pensare che, quando la "natura" decide di agire con veemenza, sorgano grossi disagi per la mobilità anche in presenza di un'organizzazione perfetta.
Il problema è che questa organizzazione, "perfetta", non è. In particolare, appare grottesco che il servizio bus sia stato così penalizzato, in una giornata in cui alle persone veniva continuamente raccomandato, dai vari bollettini e dalle varie comunicazioni, di "non prendere il mezzo privato". E, ripetiamo, se l'evento fosse avvenuto in un giorno feriale le conseguenze sarebbero state enormi in termini economici e sanitari, e se così non è stato lo dobbiamo solo al caso.
E' mancata organizzazione, insomma, è mancata lungimiranza, è mancata la capacità di agire secondo un principio precauzionale: la città - è evidente - era pronta (ad esempio in termini di scorte di sale, o di preparazione degli operatori - a terra e sui mezzi - del servizio pubblico) per arginare i disagi di una "spruzzata di neve", ma appena è giunta una "vera nevicata" (peraltro, "vera nevicata" per modo di dire, perché in città il manto non ha superato i 10 cm, mentre sui colli l'accumulo è stato di 15-20 cm) ogni precauzione presa si è rivelata inutile.
E' arrivata la neve, insomma (e nemmeno la nevicata del secolo), e tutto si blocca, come ghiacciato. Senza sale da gettare sulle strade, senza una corsia d'emergenza sulle superstrade, con un sistema di spazzaneve-spargisale sottodimensionato, senza autobus in gran parte del territorio comunale, senza un sistema di mobilità ferroviaria che al rallentamento della Tav faccia corrispondere per lo meno un minimo di efficienza dei treni pendolari, che invece dalla Lunigiana al Mugello si sono fermati in buona parte, con il mantenimento in funzione solo di alcune tratte.
E' questa la Toscana di oggi, che si specchia nel suo capoluogo. E occorre considerare che la Toscana di "domani" potrebbe essere ancora peggiore, almeno nelle proiezioni climatologiche che sembrano più attendibili per l'area climatica di cui fa parte la regione, e in assenza di interventi migliorativi in direzione di una migliore dotazione di servizi collaterali per la mobilità.
A estati sempre più lunghe, calde e secche è probabile si contrapporranno inverni sempre più brevi ma anche sempre più intensi, freddi o perlomeno piovosi. E il problema fondamentale sarà la spiccata alternanza di caldo e gelo, di grandi piogge e di grandi siccità, che inciderà in primo luogo sulla stabilità dei versanti, sulla sicurezza idro-geologica e sulla gestibilità dei flussi di traffico durante emergenze analoghe a quella di questi giorni.