[28/12/2009] News

Science prova a illuminare gli italiani: «Non sparate sui ricercatori Ispra»

GROSSETO. Sarà bollata ancora una volta come la stampa che rema contro il nostro Paese l'iniziativa del sito internet di «Science», la più autorevole rivista scientifica del mondo, in cui si parla della situazione dei lavoratori precari dell'Ispra e della loro protesta contro i tagli ai posti di lavoro recentemente annunciati dal ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo. Duecento persone sono state già licenziate quest'anno, e altre 250 potrebbero vedere il mancato rinnovo dei loro contratti temporanei nel 2010. «Più di un terzo degli oltre 1.000 scienziati che lavorano all'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale italiano sono a rischio, dicono i manifestanti».

«Don't shoot research, Italian Environmental Scientists Protest», titola l'articolo che rimanda anche la link del video autoprodotti dai ricercatori che si intitola, appunto, «Non sparate alla ricerca».
I precari dell'Istituto, che da oltre un mese occupano il tetto della sede di via Casalotti per protestare contro i licenziamenti annunciati per fine anno, vi hanno trascorso anche Natale, isolati dall'esterno, perchè un avviso al personale del prefetto Vincenzo Grimaldi (commissario dell'ente), aveva stabilito rigide limitazioni all'accesso in sede per il periodo festivo.
Gli unici a raggiungerli, anche scavalcando i cancelli chiusi, alcuni deputati del Pd che hanno voluto portare la loro solidarietà ai precari che rischiano il posto.

I cancelli della sede Ispra sono infatti rimasti chiusi, nonostante nei giorni antecedenti le festività natalizie ci fosse stata un'apertura da parte del ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, che aveva lanciato un appello al Governo per «non disperdere il grande patrimonio di professionalità dei ricercatori e valorizzarne per il futuro le competenze maturate».

Oltre ai parlamentari Marianna Madia, Giovanni Bachelet, Roberto Della Seta, Francesco Ferrante, Furio Colombo e Ignazio Marino, che hanno organizzato una "staffetta" per non lasciare soli i manifestanti, c'è stato anche un presidio continuo dei cittadini del quartiere, che hanno consegnato cibo e bevande attraverso il cancello sbarrato.

Inutile è stato anche il tentativo del sindacato USI - RdB, che ha chiesto un'assemblea urgente alla vigilia di Natale per tenere la sede aperta, la richiesta è stata infatti respinta dalla struttura commissariale.

«E' assurdo e inaccettabile - ha dichiarato Roberto Della Seta - che né il ministro Prestigiacomo né il commissario dell'Ispra abbiano finora accettato d'incontrare i lavoratori in lotta. Li trattano come avversari, quasi come degli intrusi, mentre sono un patrimonio di conoscenza e di intelligenza prezioso, di cui qualunque altro Paese andrebbe fiero. Chiedono solo di poter dare il loro contributo di lavoro e di ricerca in un campo, l'ambiente, che in tutto il mondo vede crescere anno dopo anno gli investimenti sia pubblici che privati».
Tutti i lavoratori precari dell'Ispra, che rischiano di essere mandati a casa il 31 dicembre di quest'anno, svolgono compiti di ricerca e monitoraggio in settori quali svolti la gestione dei rifiuti, compresi quelli nucleari, l'inquinamento dell'aria, gli ecosistemi marini: competenze fondamentali per la tutela ambientale, verso i quali però in questi oltre 30 giorni di protesta c'è stata l'indifferenza pressoché totale,da parte delle istituzioni e in particolare dal ministero dell'Ambiente, che di queste competenze dovrebbe fare tesoro.
«Se il 2010 sarà per l'Italia un 'buon anno'- ha detto Della Seta- dipende anche dall'esito della
lotta dei lavoratori dell'Ispra, che da oltre un mese vivono sul tetto di una delle sedi dell'Istituto per difendere il loro lavoro e il futuro della ricerca ambientale nel nostro Paese».

«Per questo motivo - ha continuato Della - bisogna che il governo si muova con
rapidità, e il Partito democratico farà di tutto per favorire l'unica soluzione degna di questa incredibile vicenda: la continuità del lavoro per tutti i ricercatori dell'Ispra».

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