[29/12/2009] News toscana

Il parco della Val di Cornia e il suo futuro

PISA. La Lista civica di Campiglia si chiede se il parco della Val di Cornia è bene e opportuno che sia trasformato in ente parco regionale. La presa di posizione segue la notizia che la Commissione ambiente del consiglio regionale avrebbe intenzione di procedere alla istituzione in Val di Cornia del quarto parco regionale. L'interrogativo è più che legittimo dal momento che finora in nessun documento ufficiale della regione anche molto recente è prevista la sua istituzione.

E' comprensibile perciò che questa improvvisa sortita induca a qualche riflessione ed anche dubbio tenendo conto peraltro che quello della Val di Cornia è un parco piuttosto atipico e unico. Una unicità talvolta considerata con qualche esagerazione un vero e proprio modello, ma pur sempre importante

Di sicuro lo è per la diversità degli ambienti e realtà gestiti attualmente che vanno dai boschi al parco archeologico alle miniere e dove sono presenti (ma questo accade in diverse altre situazioni) ANPIL Siti comunitari etc. Ma dove la presa di posizione della Lista civica si sofferma con maggiore attenzione è la questione dei ‘poteri' del parco; quelli attuali e quelli che ne deriverebbero nel caso della sua trasformazione in ente parco regionale. E qui probabilmente si evidenzia con maggiore chiarezza e nettezza la differenza più significativa tra la situazione attuale e quella che deriverebbe dal suo passaggio nella lista dei parchi regionali.

Del presente si sottolinea che i comuni e quindi i sindaci conservano interamente le loro competenze urbanistiche che consentirebbero una pianificazione -appunto urbanistica- del territorio.
Nel caso invece della trasformazione in ente parco regionale i sindaci in definitiva dovrebbero rinunciare al loro ruolo per passarlo all'ente che ne prenderebbe il posto snaturando e penalizzando l'attuale esperienza.

Qui vorrei aprire una parentesi; recentemente è stato approvato dalla Regione il piano del Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano e gli amministratori del Pdl hanno detto che ciò è merito dei sindaci e non del presidente Tozzi. Insomma il piano è dovuto ai sindaci che non sembrano quindi esautorati di alcunché dal piano del parco ma semmai premiati.

In Val di Cornia, invece, si teme che il piano del parco regionale anziché premiare i sindaci attualmente impegnati li esproprierebbe delle loro competenze e ruolo.

E qui risiede senza ombra di dubbio il nocciolo vero di tutta la questione. Ma proprio per questo bisogna evitare qualsiasi approssimazione sulle competenze e i ruoli. Il piano urbanistico di cui parla la lista civica è un piano che alle singole competenze comunali -urbanistiche appunto- non aggiunge nulla se non i vantaggi dovuti alla collaborazione. Il piano del parco non è urbanistico e assegna all'ente parco regionale ( come a quelli nazionali) un di più del tutto ‘speciale' che attiene all'ambiente nel suo complesso.

Ora si parte e si approda più o meno efficacemente all'urbanistica su una scala più ampia di quella comunale. Il piano di un parco regionale ( edi in Toscana in particolare la Maremma e San Rossore) parte dall'ambiente che riguarda la biodiversità, il paesaggio, l'assetto idrogeologico, l'agricoltura,la costa.

La differenza come ben si vede c'è e non è certo di poco conto. Il parco regionale porta ai comuni e alla provincia un di più che loro non hanno perché le competenze di un parco sono aggiuntive rispetto a quelle dei comuni e delle province; da qui la loro specialità non da tutti gradita perché riconduce all'ambiente nel suo complesso e non unicamente all'urbanistica la gestione del territorio. E' infondato quindi il timore che l'arrivo di un ente parco privi i sindaci di qualcosa o ne emargini la funzione e il ruolo.

Chiedano ai sindaci di Pisa, di Vecchiano o a quelli maremmani se la presenza ormai trentennale del parco regionale li ha in qualche modo penalizzati.

La Val di Cornia ha problemi delicati da risolvere dalle cave alla costa e le attuali competenze del parco non consentono di affrontare al meglio. Che esempi contigui -vedi il parco interprovinciale dei Montioni- con le sue lentezze e incertezze non risulti il massimo come sprone è vero. Ma per fortuna c'è in Toscana anche di meglio a cui si può guardare con fiducia.

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