[29/12/2009] News
GROSSETO- Lo studio sui costi delle raccolte differenziate commissionato da Federambiente a Bain & Company, è stato focalizzato sulle singole frazioni merceologiche degli imballaggi e dell'organico.
Per la frazione della carta la raccolta congiunta ad altre frazioni ha un costo medio di 130euro/tonnellata, e l'organizzazione è prevalentemente basata su un sistema stradale a gestione interna. In questo caso il sistema porta a porta che rappresenta il 35% sulle quantità raccolte, è caratterizzato da una maggiore intensità di personale e da frequenze di servizio nella raccolta mediamente inferiori a quelle del sistema stradale.
La raccolta selettiva ha costi medi paragonabili (137 euro a tonnellata) ed un modello organizzativo basato prevalentemente sul sistema porta a porta con servizi esternalizzati e frequenza mediamente settimanale.
Per la carta lo studio evidenzia che i costi medi di raccolta variano al variare della percentuale d'intercettazione, con costi elevati per percentuali dal 5 al 7% mentre l'economia di scala si raggiunge per percentuali d'intercettazione tra il 7 e il 9%; percentuali superiori sono possibile solo a fronte di implementazione di sistemi più onerosi.
Per la frazione della plastica i costi sono estremamente più elevati con una media di 300 euro/tonnellata con un minimo di 150 e un massimo di 565. Prevale, anche se di poco, il modello stradale (55%) sul porta a porta (44%) affidato a risorse interne; la frequenza prevalente di raccolta è molto variabile con il primo sistema e mediamente settimanale nel secondo.
Per il vetro i costi variano da un minimo di 45euro/tonnellata ad un massimo di 141 con un costo medio di 80euro/tonnellata; la raccolta multimateriale rappresenta una modalità molto diffusa (80%) delle aziende del campione e quello cosiddetto pesante, cioè comprensivo del vetro, rappresenta la modalità prevalente (75%).
L'altra categoria di rifiuto analizzata è la frazione organica, il cui costo medio di raccolta è mediamente pari a 105 Euro/tonnellata, rispetto alla media di 123 per i rifiuti d'imballaggio, ma lo studio evidenzia una varianza significativa rispetto alle diverse realtà, con punte fino a 200 euro.
L'analisi si concentrata su quattro aspetti specifici riguardo alla raccolta della frazione organica, ovvero quanto incide sull'intercettazione delle altre frazioni, quali sono i modelli organizzativi, quali sono le variabili determinanti sui costi e quanto incide il costo di trasporto e di trattamento.
L'analisi di correlazione evidenzia livelli di raccolta differenziata significativi (fino al 40-45%) anche in presenza di bassi livelli di raccolta della frazione organica, ma per superare tali soglie, risulta comunque determinante introdurre modelli "spinti" di raccolta di questa frazione. L'analisi delle modalità di raccolta delle diverse realtà evidenzia l'esistenza di differenti combinazioni di modelli organizzativi, con la prevalenza, tuttavia dei sistemi di raccolta stradale (44%) in maniera esclusiva.
Ciascuna modalità di raccolta si caratterizza per un diverso potenziale in termini di intercettazione, con 28Kg/annui/abitante ( ed un livello di impurezza dell'11%) nel sistema stradale (con un contributo del 5% alla raccolta differenziata) e 41 kg/annui/abitante ( e una percentuale d'impurezza pari al 5%) nel sistema domestico porta a porta ( con un contributo dell'8% alla raccolta differenziata).
Una variabile chiave dei costi di raccolta della frazione organica con il sistema stradale è rappresentata dalla dimensione dei comuni serviti, è cioè più onerosa nei bacini più grandi.
Per la raccolta porta a porta l'analisi delle aziende del campione evidenzia una sostanziale omogeneità dei modelli operativi di gestione, basati su: equipaggi mono-operatore, impiego di mezzi leggeri, frequenze di servizio tipicamente di 2-3 volte/settimana, assegnazione di piccoli contenitori all'utenza (max 120-240 litri).
Le differenze di costo riscontrate tra le diverse aziende (da 107 a 230 €/t) sono riconducibili per il 50% circa alla velocità di raccolta (funzione della densità abitativa dei bacini serviti) e per il restante 50% alla produttività delle risorse (tonnellate raccolte per addetto e per mezzo).
Nell'ambito della raccolta stradale della frazione organica di provenienza domestica, la variabilità dei costi tra le diverse aziende è legata alle differenti scelte delle aziende: frequenze di servizio, composizione degli equipaggi di raccolta, diffusione dei contenitori sul territorio.
L'analisi evidenzia che, a parità di efficacia dei modelli di raccolta scelti (intercettazione pro-capite), i meno costosi risultano quelli caratterizzati da equipaggi mono-operatore, una minore frequenza di svuotamento (tipicamente 2 volte/settimana) ed una maggiore capillarità dei
contenitori dislocati sul territorio (25 ogni 1.000 abitanti).
Riguardo alla filiera a valle della raccolta della frazione organica, il costo medio di trasporto presso gli impianti di compostaggio è di 14 Euro/tonnellata, a seconda della distanza. A parità di chilometri percorsi per il trasporto un altro elemento di variabilità è rappresentato dal modello organizzativo e dalle scelte di trasporto affidato a sistemi interni (a maggiore economia di scala) o esterni. Circa il 70% dell'organico raccolto dalle aziende del campione viene trattato presso impianti terzi, con costi medi di trattamento pari a 72 euro/tonnellata, con un minimo di 40 e un massimo di 100 Euro/tonnellata.
Il regime tariffario (libero mercato verso tariffe amministrate) incide solo per circa il 7% sui livelli tariffari, mentre una differenza molto significativa è legata alla dislocazione geografica degli impianti (sono più care le tariffe al nord rispetto al centro sud) condizionata anche dalle diverse tecnologie di trattamento.