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[30/12/2009] News
GROSSETO. Conto alla rovescia a Napoli per l'emergenza rifiuti. Allo scoccare di mezzanotte del 31 dicembre in Campania non si festeggerà infatti solo l'inizio del nuovo anno ma anche la fine dell'emergenza rifiuti che dura ininterrottamente da ben sedici anni. Che forse, però, non sarà salutata a suon di fuochi d'artificio come è tradizione per la fine d'anno.
Con il primo gennaio- secondo quanto previsto dal decreto del Consiglio dei ministri approvato il 17 dicembre ma che non è stato ancora firmato dal Capo dello Stato- la gestione dei rifiuti torna infatti ad essere competenza degli enti locali , ovvero regione e province, e non più del commissario Guido Bertolaso.
L'obiettivo è quello di riportare alla gestione ordinaria l'intero ciclo dei rifiuti, dalla raccolta allo smaltimento, passando per le operazioni di riciclo e di recupero, ma la situazione in campo non fa certo dormire sonni tranquilli agli amministratori campani che si vedranno passare -tra poche ore- il testimone, con molte questioni ancora da discutere e da risolvere.
Questione che sono da ieri al centro della riunione tra gli assessori all´Ambiente delle province campane ed i tecnici della struttura commissariale che dovranno lasciare le consegne, anche se rimarranno in piedi due unità operative ( per tutto il prossimo anno)che fanno capo alla Protezione civile e che dovranno occuparsi una di chiudere i lavori in corso nelle discariche a Terzigno, a Chiaiano e presso alcuni stabilimenti di tritovagliatura e l'altra di chiudere i conti, ancora aperti, con molti comuni.
«Ci siamo ridotti all´ultimo minuto - ha sottolineato il coordinatore della struttura commissariale, Mario Morelli - anche se il decreto che prevede lo scioglimento dell´emergenza era pronto da settembre. Noi come struttura-ponte siamo naturalmente pronti ad offrire supporto. Ma le province sappiano che dal primo gennaio tutto deve gradualmente ricadere sotto la loro responsabilità».
«L'emergenza non è finita - ci ha detto Michele Buonuomo, presidente di Legambiente Campania -Alcune province, come Salerno, sono più avanti perché raccolgono l'eredità di consorzi di bacino che hanno lavorato bene. Altre come Napoli e Caserta, sconteranno i ritardi accumulati e si troveranno con pesanti eredità sociali e ambientali, in termini di migliaia di lavoratori in esubero e un sistema ancora tutto da impostare».
Insomma è come se si ricominciasse da capo, solo senza rifiuti per strada?
«In pratica è così. L'emergenza è stata una grande occasione mancata e nonostante i poteri straordinari e le risorse economiche non si è riusciti a impostare una prassi diversa dal passato. Quello che rimane sono ancora discariche e impianti non risolutivi come quello di Acerra, o quelli di tritovagliatura che aspettano ancora di vedere partire il revamping previsto. Ma in particolare quello che resta sono discariche cui si rischia se ne aggiungano altre, mentre non è stato fatto niente per impianti necessari a sostenere il ciclo della gestione dei rifiuti, e iniziative serie di prevenzione seppure le norme regionali dessero potere alle province su questo. Il paradosso è che i comuni più virtuosi che pure esistono sono i più penalizzati da questa situazione e lo saranno anche in futuro».
Ed è ancora emergenza anche a Palermo, dove anche la notte scorsa si sono registrati incendi di cassonetti e rifiuti che invadono strade e marciapiedi in diversi quartieri, nonostante l'attività di raccolta che- ha fatto sapere il direttore dell'Amia , la società d'igiene urbana- nel week end natalizio ha tolto dalle strade 2.800 tonnellate di rifiuti, 1.300 tonnellate ieri e sono già circa 600 tonnellate nella sola mattinata di oggi.
Ieri intanto il Consiglio comunale di Palermo ha approvato la ricapitalizzazione dell'azienda municipale per i rifiuti con circa 95 milioni di euro, che dovrebbero derivare dall'incameramento della proprietà di alcuni immobili e del 49% delle azioni dell'azienda del gas Amg.
Una boccata d'ossigeno per salvare l'azienda che pare abbia debiti per oltre 180 milioni di euro e su cui incombe la decisione del tribunale fallimentare, ma che servirà poco a risolvere il problema dell'emergenza rifiuti, che è divenuta una costante ormai da troppi anni nelle regioni del mezzogiorno.
Segnalazioni di emergenza giungono anche da Lecce, dove senza distinzione tra centro o periferia, la città appare letteralmente sommersa dai rifiuti.