[30/12/2009] News toscana

Tralicci Lucca: il punto con Michele Urbano (Legambiente)

FIRENZE. Interrare i cavi in tutte le aree sottoposte a tutela paesaggistica, in ottemperanza anche a indicazioni del Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp). Questa, tra le altre cose, è la richiesta che Legambiente Lucca ha presentato nell'audizione che ha preceduto il consiglio comunale del 22 dicembre, in cui i gruppi più numerosi di maggioranza (Pdl) e opposizione (Pd) hanno approvato una mozione che chiede a Terna di riaprire il tavolo tecnico sulla risistemazione della linea ad alta tensione che attraversa frazioni dei comuni di Lucca e Borgo a Mozzano situate in territori di pregio.

Della vicenda, e delle sue implicazioni di natura paesaggistica, sanitaria, economica e per la politica di governo del territorio, discutiamo più approfonditamente nell'altro articolo di oggi (vedi link in fondo alla pagina). Riportiamo qui l'intervista al presidente del circolo Legambiente Lucca, Michele Urbano.

Urbano, il punto sulla vicenda?

«Il consiglio comunale del 22 dicembre era stato convocato proprio per discutere delle eventuali misure mitigative per l'impatto ambientale previsto dai nuovi tralicci (alcuni alti fino a 36 metri) nelle frazioni di Cappella, Mutigliano e S.Alessio. La mozione presentata dal consigliere comunale (e regionale) del Pdl Dinelli non chiedeva esplicitamente l'interramento dei cavi, ma generiche misure per ridurre gli impatti previsti, oltre alla riapertura del tavolo tecnico con Terna. Stessa richiesta (per la riapertura del tavolo tecnico), peraltro, era stata fatta dalla VI commissione del consiglio regionale il 12 novembre scorso.

L'opposizione Pd in consiglio comunale ha poi emendato la mozione al fine di chiedere esplicitamente l'interramento dei cavi. Infine, il presidente della 6° circoscrizione del comune, Giuseppe Nardi, che ha preso parte all'audizione che ha preceduto la votazione, ha chiesto anch'esso la riapertura del tavolo tecnico, ma ha aggiunto la richiesta di farvi prendere parte anche le associazioni ambientaliste e il comitato "Le vie del vino e dei tralicci".

Alla richiesta di Nardi si è poi unito il consigliere Pd Tambellini, che ha chiesto di aprire il tavolo alle associazioni e ai soli comitati legalmente riconosciuti, e ha appunto aggiunto l'emendamento citato, chiedendo che i cavi fossero interrati.

Ed è anche questa la posizione di Legambiente: noi abbiamo prodotto un documento in cui chiediamo l'interramento dei cavi in tutte le aree sottoposte alla legge Galasso per la tutela paesaggistica (legge 431/1985, nda). Questo per un principio generale, ma anche perché sulla questione incidono anche prescrizioni dell'amministrazione provinciale: il Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp), infatti, sancisce che in casi come questo gli elettrodotti devono essere interrati, e comunque che in ogni caso dovranno essere attuate misure di contenimento».

Ma, vista anche la diatriba dei giorni scorsi sul governo del territorio, in cui in discussione è stata l'effettiva natura di "prescrittività" o meno dei piani territoriali di origine regionale (il Pit) e provinciale, viene da chiedersi se il Ptcp a questo riguardo abbia prodotto "prescrizioni" o semplici "indicazioni" non cogenti.

«Sul Ptcp è scritto che le misure "dovranno" essere attuate. Comunque sia, il Ptcp risale al 2001, quindi esso era già vigente al momento in cui si decise di compiere l'intervento di risanamento delle linee. Esso, inoltre, impedisce di realizzare interventi "lineari" nelle aree di pertinenza fluviale, e permette ai cavi solo di "attraversare" queste aree.

Ciò è stato anche puntualizzato dalla Regione stessa, nel "Rapporto interdisciplinare sull'impatto ambientale", un documento del 2004.

Nel corso dell'audizione che ha preceduto il consiglio comunale del 22 dicembre, Legambiente ha sottolineato che, se un tratto di linea (quello che passa per la frazione di S.Donato) è stato interrato per motivi di impatto ambientale (e cioè per la legge Galasso), non si capisce perché su zone col medesimo vincolo non siano stati proposti e/o effettuati interventi analoghi.

Comunque, il comune ha approvato sia la mozione del Pdl sia l'emendamento del Pd per la richiesta esplicita di interramento dei cavi. Non è invece stata accettata la richiesta di far partecipare Legambiente al tavolo tecnico: e questo è curioso, perché va ricordato che è stata proprio Legambiente, insieme ad altre associazioni, a chiedere l'audizione in Regione, aprendo la strada ad una possibile futura soluzione del problema».

Quali saranno, quindi, i prossimi passi?

«Il Comune, a questo punto, dovrà coordinarsi con la Regione, con il ministero dello Sviluppo economico e con Terna, per ricercare le soluzioni al problema.  Riguardo a Terna, va ricordato come nel corso dell'audizione in c.r. espresse parere contrario all'interramento, ma non chiuse il suo discorso con un vero "no". E questo lascia sperare.

Ciò che è significativo è che, secondo stime che abbiamo prodotto a partire da un documento dello stesso comune ("integrazione alla SIA" del dicembre 2004), il differenziale di costo tra la linea aerea e quella interrata va da 400.000 a 600.000 euro/km a seconda delle tecnologie adottate. E sono pochi soldi, perché la lunghezza della tratta da interrare, incidente nelle aree vincolate, è solo di 4-5 km.

Al di là di questo, va ricordato che Terna, nell'audizione del 12/11, affermò di non essere tanto preoccupata dell'aspetto economico, ma soprattutto di quello autorizzativo: e questo evidenzia che la soluzione passa per la capacità di agire in tempi brevi da parte degli enti autorizzativi stessi. Abbiamo quindi contattato l'assessore provinciale all'Ambiente, Cavallaro, per sollecitare una certa velocità di autorizzazione nel caso che Terna decidesse di adempiere alle richieste di Comune e Regione, e abbiamo scritto anche alla Soprintendenza, ma senza ricevere finora risposta. Questo per far sì che, appunto, tutti gli enti e le amministrazioni coinvolte possano eliminare ogni possibile ostacolo al miglioramento del progetto. E abbiamo visto che molti stanno finalmente rendendosi conto che l'impatto di tralicci così alti (alcuni misurano 36 metri) è forte.

Come Legambiente, come detto, per ora restiamo esclusi dal tavolo tecnico. E' chiaro che una nostra partecipazione ci consentirebbe di capire "dall'interno" se il problema è affrontato in modo corretto. Comunque sia, va detto che il comune di Lucca ha agito con ritardo, sulla vicenda, e in particolare sembra essersi attivato solo dopo la manifestazione di protesta che si è tenuta il 12 dicembre scorso».

 

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