[04/01/2010] News toscana

Il dibattito sul Parco della piana: cosa non convince

PISA. Mostardini su greenreport.it ha molto opportunamente ripreso il discorso sul parco della Piana a cui anch'io avevo dedicato qualche riflessione critica manifestando talune perplessità. Anche in questa occasione è Morisi a parlarne a cui si aggiungono alcune considerazioni del Prof Fabio Salbitano. Sulle ragioni che indurrebbero e consiglierebbero  una gestione in qualche modo ‘speciale' di questo territorio ad alto rischio ‘ambientale' non c'è molto di nuovo. Tra le difficoltà da superare,  aggiunge Salbitano, vi è che l'opinione pubblica potrebbe considerare quella da proteggere ‘una terra di nessuno'. Ciò che colpisce ancora una volta è che pur riconoscendo che quell'area è ‘stracolma di funzioni urbanistiche' per cui sarebbe davvero strano che si pensi di aggiungerne qualche altra, non si prenda appunto le mosse da una domanda semplice semplice; con quali strumenti si può tutelare adeguatamente questo territorio visto che quelli urbanistici non sono sufficienti e sufficientemente adeguati?

Inutile continuare ad arzigogolare sul destino di questo territorio se non si parte da qui; da come riportare l'ambiente nel suo complesso ad una tutela ormai indispensabile ed efficace che non può restare affidata unicamente ai già sovrabbondanti strumenti urbanistici? La prima stranezza, infatti, è proprio questa e cioè che finora in questo dibattito sono stati coinvolti a partire dalla regione unicamente urbanisti. Eppure la Regione Toscana in fatto di parchi qualche esperienza ce l'ha e Morisi dovrebbe saperlo. Il prof Salbitano  ai parchi veri e non a quelli che dovrebbero chiamarsi così ma per non esserlo nei fatti, fa invece riferimento in rapporto innanzitutto a come essi possono assicurare la necessaria partecipazione dei cittadini, per evitare che il territorio della Piana sia considerato appunto ‘terra di nessuno'.

Salbitano si chiede preliminarmente se il parco è un bene pubblico. Oggi lo è anche se più d'uno sta mestando perché lo sia sempre di meno.

Invitato a parlare delle esperienze dei parchi che consiglierebbero la istituzione anche alla Piana di un parco vero e non finto, il prof Salbitano accenna prima a Bolzano, poi al vecchio parco delle Stelvio e ad alcune regioni non citando mai la Toscana. Un silenzio sorprendente perché proprio taluni dei nostri parchi che di piani seri si sono dotati da decenni dimostrano che solo i parchi veri possono rispondere a certe esigenze specie se si parla di boschi, acqua, suolo etc.

Dicevo in un precedente commento che cercano la pipa e l'hanno in bocca,ecco perché stupiscono certi silenzi. D'altronde se non ci fosse qualcosa che non gira a dovere sull'argomento non avremmo neppure assistito all'affondamento della nuova legge regionale sui parchi. Nonostante queste zone d'ombra e vere e proprie  elucubrazioni sulla tutela alla Piana e cioè se essa deve essere impeditiva di qualsiasi intervento oppure aperta ad altri interventi visto che il consumo del territorio non è poi così drammatico in Toscana, la commissione ambiente del consiglio regionale ha messo nel conto la istituzione in Val di Cornia del quarto parco regionale. Lì forme piuttosto serie di collaborazione urbanistica tra i comuni ci sono già da anni, vorrà dire perciò pur qualcosa se ora si pensa di passare ad una gestione dell'ambiente dotata di poteri che nessuno strumento urbanistico possiede.

Il nodo è tutto qui, il resto è solo manfrina per eludere scelte certo più impegnative ma anche più valide ed efficaci.

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