[07/01/2010] News
LIVORNO. «Edf veut mettre fin à son casse-tête italien» (Edf vuole mettere fine al suo rompicapo italiano), é intitolata così l'inchiesta pubblicata ieri sul noto quotidiano finanziario francese Les Echos, e il corrispondente dall'Italia, Guillame Delacroix, spiega : «Il primo grosso dossier internazionale dell'agenda 2010 di Henri Proglio: il futuro della partecipazione di Edf all'interno di Edison. Perché A2A, il suo alleato intorno al tavolo della seconda compagnia elettrica italiana, rimette in questione un partenariato fondato su un assemblaggio di capitali di rara complessità. Un sacco di nodi da districare urgentemente, mentre i francesi si interessano al nucleare transalpino».
Les Echos usa un termine italiano per definire il dossier Edf-Edison: "patata bollente" e spiega che «Il nuovo patron de Edf ha tuttavia deciso di prendere il toro per le corna e di affrontare la sorte della sua filiale transalpina al più presto». I francesi sono preoccupati perché, da 6 mesi, l'A2A si agita e pretende che il patto di azionariato che termina nel settembre 2011 non resti nell'attuale situazione. L'amministratore di A2A, Giuliano Zuccoli, vuole rimettere tutto sul tavolo a partire da questo mese, sottolineando le deludenti performance finanziarie di Edison: meno 30 % dei rendimenti nei primi 9 mesi del 2009 ed una quotazione in borsa che non riesce a sollevarsi dalla barra di un euro, un terzo in meno di quel che valeva 5 anni fa.
Secondo Delacroix il rapporto tra Edf e A2A non é mai stato sereno, perché frutto di un labirintico sistema che il giornale francese ricostruisce cronologicamente : «2001: accompagnata dall'uomo d'affari Romain Zaleski, Edf, presieduta da François Roussely, acquista gradualmente dei titoli Montedison, fino ad ottenere il 30% del capitale. Il governo italiano blocca i loro diritti di voto al 2%. 2002: sostenuta da Edf, Fiat lancia un'Opa su Montedison e crea con i francesi l'holding Italenergia, detentrice del 50,1% del gruppo italiano. 2005: Fiat esce da Italenergia e Pierre Gadonneix, alla testa di Edf, si allea a delle utility pubbliche locali di primo piano, tra le quali AEM, la società elettrica di Milano, quotata in borsa. Montedison diventa Edison. 2007: AEM si fonde con la sua omologa di Brescia per realizzare A2A. Giuliano Zuccoli prende le redini di tutto l'insieme, mantenedo la presidenza non esecutiva di Edison. 2009: con l'arrivo di Henri Proglio ad Edf, A2A cerca di rimescolare le carte in suo favore all'interno di Edison, contro il parere del direttore generale, Umberto Quadrino».
Un vero e proprio rompicapo capitalista, in cui pubblico e privato si mischiano allegramente, e che sembra funzionare tra pulsioni protezionistiche e mancanza di controllo politico, un groviglio dove dentro spuntano Transalpina di Energia, utility pubbliche di Parma e Dolomiti, la Delmi, Mediobanca e Banca Popolare di Milano.Carlo Tassara... «Risultato - spiega Delacroix - Giuliano Zuccoli può anche essere il presidente di Edison, il vero patron é il direttore generale Umberto Quadrino. Il quale rende conto al suo principale azionista, Edf, nel quale é membro del comitato strategico internazionale!»
Les Echos riporta l'opinione di un banchiere d'affari milanese : «Tra i due uomini l'alchimia non ha mai funzionato. Quando Quadrino investe 1 miliardo di euro in Egitto per diventare un importante operatore negli idrocarburi, Zuccoli non si sente coinvolto perché ragiona, giustamente, su un livello differenziato. E quando Edison, con l'appoggio di Edf, cerca di controllare tutta la catena fino al cliente finale, A2A grida alla concorrenza sleale, nella misura in cui essa stessa fornisce energia alle imprese ed ai privati».
Con le fusioni A2A é intanto diventata il più grosso operatore locale italiano nei settori dell'acqua e dei rifiuti ed ha grosse ambizioni di diventare un grande fornitore di gas ed elettricità. «Difficile fare marcia indietro quando si hanno come azionisti degli eletti avidi di ritorni rapidi sugli investimenti - scrive Delacroix - Perché l'energia é ben meno redditizia dell'acqua o dei rifiuti urbani. Secondo le nostre informazioni, non ha raggiunto che un 9% di margine lordo nel 2008 in A2A, contro il 41% per la gestione dei rifiuti. Sui 9 primi mesi del 2009, i profitti di A2A si sono sciolti come neve al sole e, colmo della sfortuna, a metà ottobre l'impresa ha dovuto rimborsare 244 milioni di euro di aiuti di Stato, su ingiunzione di Bruxelles, per degli alleggerimenti di imposte che le erano stati accordati al momento della sua privatizzazione, 10 anni fa. A bilancio, la situazione non é molto incoraggiante : al 30 settembre scorso, il debito netto di A2A era in rialzo del 12%, a 4,4 miliardi di euro. Il che fa riflettere quando si sa che Transalpina di Energia é, per parte sua, indebitata ad un livello di 1,3 miliardi ed Edison ad un livello di 3,3 miliardi. Senza parlare di Edipower, le cui centrali elettriche, in gran parte nuove fiammanti, cumulano un debito di 1,4 miliardi. Ora Edison possiede il 50% di questo «gioiello» e A2A... direttamente il 20%! Questo é molto per un'impresa legata alla vita politica del Paese e notoriamente vicina a Comunione e Liberazione, la lobby dei "catto-affaristi", come li chiamano a Milano. La gente non ha dimenticato che A2A ha pagato 1,3 miliardi di euro il suo ticket d'entrata in Edison ed Edipower. Molti capitali sono stati mobilitati e, ad oggi, l'operazione non ha generato alcun dividendo».
Ma secondo Les Echos la sfida tra le lombarde Edison ed A2A, potrebbe finire in un accordo per divorziare dai francesi di Edf, perché entrambe non hanno digerito l'accordo della multinazionale francese con l'Enel per rilanciare il nucleare in Italia. Il sospetto é che la mossa di Edf serva ad agire da sola sul mercato italiano e che sia pronta ad uscire da Edison dall'oggi al domani. Il problema di Edf é che ha investito in Italia per almeno 25 anni e, anche se il rapporto con A2A é vissuto sempre di più come contronatura, Edf non può uscirà da Edison ed allo stesso tempo dire di essere interessata all'Italia per il nucleare. «A meno che l'interesse proclamato da Edf per l'atomo italiano non sia destinato solo a far pressione sul governo, per fare in modo che la aiuti a districarsi dal groviglio di Edison».
Ma al rinascimento nucleare italiano non ci credono nemmeno i francesi, Les Echos fa proprie le parole di un non meglio individuato "oppositore del presidente del Consiglio": «In ogni modo, il programma nucleare non si farà mai, questo affare é nato durante la campagna elettorale del 2008, in piena fiammata del petrolio, Berlusconi ha venduto una soluzione agli italiani per ridurre la loro fattura energetica e, due anni dopo, non é ancora successo nulla».
Secondo Matthieu Courtecuisse, direttore generale della Sia Conseil France (una grossa società di consulenza energetica che fa parte dei cabinets de conseil en Management majeurs in Francia ed é presente in Belgio, Olanda, Italia, Marocco e Dubai) «L'accordo con Enel ridistribuisce incontestabilmente le carte e piazza Edf in posizione di forza di fronte ad A2A».
Lo scenario proposto da Les Echos é caotico : «Delle due l'una. O A2A esce dal dispositivo, al livello in cui si trovano le azioni Edison, perderebbe delle penne. Oppure, rimane lo scenario della scissione: il gas per Edf e l'elettricità per A2A. Ma né Edf, né il governo, né a maggior ragione Edison, non vogliono sentirne parlare. Resta l'idea di una fusione tra Edison ed A2A. Vantaggio: é il solo schema che non necessiterebbe del lancio di un'Opa ostile. Edf riporterebbe tutte le sue parti in Transalpina di Energia e si troverebbe automaticamente diluita nel nuovo insieme con il 30% del capital, uguale ad A2A» . Ma Jean-Louis Mathias, uno dei direttori delegati di Edf pensa che sia meglio restare «piccoli in casa propria che diventare grandi in casa d'altri». Una tesi che secondo Les Echos é condivisa anche da Henri Proglio «A rischio di far arrabbiare Enel, che avrebbe allora di fronte un concorrente più potente - termina Delacroix - Un altro "imbroglio" é in vista...».