
[07/01/2010] News
GROSSETO. L'Europa ha di fronte a sé un decennio per raggiungere gli obiettivi del 20-20-20 che si è data in maniera vincolante per contribuire alla lotta contro la crisi climatica; uno dei tre 20 rappresenta l'incremento di efficienza energetica da raggiungere, come gli altri obiettivi entro il 2020. Ma cosa si intende quando si parla di efficienza energetica? Nella definizione comune si intende la capacità di un sistema di sfruttare al meglio l'energia ad esso fornita per soddisfarne il bisogno: minori sono i consumi relativi al soddisfacimento di un determinato fabbisogno, migliore è l'efficienza energetica della struttura. Resta però da chiedersi quale sia la fonte migliore da scegliere per sopperire a quel fabbisogno, ovvero quella che darà maggiore efficienza energetica in fase di produzione.
A questa domanda risponde in maniera egregia, l'Eroei, un indice che ancorché poco utilizzato, è in grado di dire qual è il rapporto fra l'energia che produrrà un impianto durante tutto l'arco della sua vita e quella necessaria al suo stesso ciclo di vita, ovvero per costruire, mantenere in vita e poi smantellare quell'impianto, compresa la filiera del combustibile che utilizza. E di conseguenza dirà se un determinato investimento energetico è efficiente anche dal punto di vista economico. Eroei è infatti l' acronimo di Energy return on energy investment, ovvero il ritorno energetico sull'investimento energetico e quanto più il valore sarà maggiore di 1 tanto più efficiente sarà quel tipo d'investimento: in altre parole un investimento energetico ha senso se l'energia che viene prodotta da quell'impianto durante la sua vita attiva è superiore a quella che è stata necessaria per realizzarlo.
Interessante notare che l'utilizzo di un indice come questo potrebbe essere considerato il vero metro per dare l'esatto valore ad una tecnologia energetica, senza il bisogno di entrare in dettagli tecnici né- tanto meno - ideologici, perché rappresenta una misura strettamente legata al principio di conservazione dell'energia.
L'Eroei per il petrolio, ad esempio, che era calcolato quasi pari a 100 negli anni di grande abbondanza, è sceso rovinosamente a causa del progressivo esaurimento dei pozzi di facile utilizzo e diviene - secondo diverse stime- addirittura minore di 1 se si considerano le sabbie bituminose che sono la nuova frontiera dei pozzi petroliferi.
Al contrario tende al rialzo da qualche anno a questo parte l'Eroi relativo alle fonti rinnovabili grazie all'innovazione tecnologica che ha migliorato sensibilmente l'efficienza dei sistemi di captazione e trasformazione, mentre scende, in maniera quasi complementare, l'Eroi del nucleare che - se calcolato sull'intero ciclo di vita della filiera - raggiunge valori molto più bassi dell'energia eolica.
E' evidente che definire l'efficienza energetica di un sistema, lungo tutta la filiera può risultare un calcolo assai complesso, una sorta di Lca energetico con la differenza che per l'Eroei non esistono standardizzazioni come nel caso dell'analisi del ciclo di vita (che nonostante questo, però, è ancora pochissimo applicato).
Per ottenere il rapporto tra l'energia prodotta e quella consumata , cioè l'Eroei di un impianto, si dovrebbe infatti calcolare l'energia necessaria alla costruzione di un sistema e quindi sommare tutti i contributi energetici provenienti da tutte le sorgenti: l'energia di estrazione e trasporto della materia prima compresi gli eventuali trattamenti e lavorazioni. L'energia necessaria per costruire il sistema stesso, comprensivo dei contributi energetici ai pezzi necessari per la sua realizzazione, quella per il suo funzionamento e poi smantellamento a fine vita, compresi i contributi energetici necessari per lo smaltimento dei rifiuti prodotti.
A tutto questo andrebbero poi aggiunti i costi in termini ambientali per la scelta di un determinato tipo di energia (le emissioni gassose degli impianti di produzione energetica sono anch'essi rifiuti) che andrebbero internalizzati, mentre attualmente sono soprattutto a carico della collettività; come è il caso del petrolio e del carbone in termini di aumento dell'effetto serra per le alte emissioni di Co2. Se nel calcolo dell'Eroi degli impianti a carbone o a petrolio si tenesse conto anche di questi fattori, sicuramente il valore si abbasserebbe di molto rispetto a quello tendenzialmente riconosciuto e farebbe salire di molto invece quello delle energie rinnovabili. Sarà per questo che nonostante da anni si conducano studi su questo indice, se ne parla invece così poco e si usi ancora meno per indirizzare le scelte energetiche?