[11/01/2010] News

Gli investment manager ignorano i cambiamenti climatici

LIVORNO. Secondo il recente rapporto "Investment Managers Still Lagging in Response to Climate Change Risks and Opportunities", la maggior parte dei più grandi  investment  managers non includono il cambiamento climatico nelle loro decisioni di investimento, nonostante la crescente consapevolezza del suo potenziale impatto finanziario.

Secondo Mindy Lubber, presidente di Ceres, la coalizione di gruppi di investimento, associazioni ambientaliste e fondi di investimento che ha realizzato il rapporto, quasi la metà (44%) degli 84 manager (su 500 ai quali era state inviate le domande)  «Non prendono del tutto in considerazione i rischi climatici, perché non credono che il cambiamento climatico sia finanziariamente "material" per prendere decisione di investimenti. Nonostante il crescente riconoscimento dei profondi impatti che il cambiamento climatico avrà sull'economia globale, solo una manciata di asset manager sta integrando i rischi e le opportunità climatici in tutte le loro pratiche di investimento. Questi risultati rendono evidente che la comunità degli investitori è eccessivamente concentrata sui risultati a breve termine, ignorando le tendenze a lungo termine, quali le attività legate ai rischi ed alle opportunità del cambiamento climatico. Il recente tracollo dei mutui subprime è un ricordo doloroso delle ricadute che gli investitori che hanno ignorato i "ridde long-term risks"».

Lubber dirige anche l'Investor Network on Climate Risk, la rete di oltre 80 fondi pensione e di altri investitori istituzionali che ha commissionato il rapporto, e sottolinea che «Questi risultati dimostrano la miopia di molti manager. Il cambiamento climatico produce un reale rischio finanziario per le imprese. Dovrebbe essere analizzato e valutato come tale».

Nonostante questo il 49% degli asset managers interpellati ha detto di non analizzare il rischio climatico perché i clienti, come i fondi pensione e gli investitori istituzionali, non hanno chiesto loro di farlo. Un altro fattore limitante, secondo il rapporto, è che le strutture di incentivazione e i parametri utilizzati per valutare i manager sono pesantemente incentrate sulle performance a breve termine.

I risultati dell'indagine di Ceres, raccolti all'inizio del 2009, evidenziano il ritardo dei principali mercati finanziari nel far fronte ai cambiamenti climatici, anche dove sono in fase di adozione forti politiche climatiche nazionali: quasi tre quarti dei manager non prendono espressamente in considerazione i rischi climatici nel loro complesso;  le imprese che offrono "gren investment opportunities" hanno più probabilità di analizzare i rischi climatici per tutti i loro investimenti rispetto ai loro concorrenti tradizionali; la metà di tutti i manager ritiene alcuni settori abbiano una notevole esposizione ai rischi climatici, ma quasi la metà di questi non effettua un'analisi dei rischi climatici nei loro due diligence process; meno di un terzo dei asset manag inserisce il rischio climatico nelle analisi di corporate governante, anche in settori in cui ritengono che rischio climatico possa essere importante, tre quarti de manager non hanno cambiato la loro analisi della governance per includere tale rischio; meno di un terzo dei manager ha le deleghe necessarie per poter analizzare le decisioni dei soci riguardanti le politiche climatiche depositate presso le aziende.

La Securities and Exchange Commission ha fatto sapere che potrebbe presto chiedere alle società di fornire maggiori informazioni riguardo all'impatto del cambiamento climatico sulle loro attività. Molte aziende stanno già fornendo volontariamente alcune di queste informazioni.

Un numero crescente di investitori e autorità di regolamentazione vuole informazioni per poter decidere  investimenti a lungo termine, soprattutto perché si aspettano che il Congresso Usa mette un prezzo alle emissioni di CO2. I sito di Down Jones spiega che la National Association of Insurance Commissioners (Naic) nel 2009 ha adottato come requisito obbligatorio che le compagnie di assicurazione con un  premio annuale di  500 milioni di dollari o più, rivelino alle autorità di regolamentazione i rischi finanziari che devono affrontare a causa dei cambiamenti climatici.

Il rapporto Ceres raccomanda che gli investitori istituzionali spingano i loro manager a prendere maggiormente in considerazione i rischi ei benefici connessi ai problemi climatici.

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