[11/01/2010] News toscana
LIVORNO. Nel Piano di Indirizzo Energetico Regionale (PIER) approvato nel 2000 non c'era traccia di rigassificatori. Eppure il Comune di Livorno pensò che fosse un'opportunità da non perdere per incrementare lo sviluppo economico del territorio. E così il progetto fu approvato.
Il successivo piano energetico regionale approvato nel 2008 non ha potuto che prendere atto della realizzazione dell'impianto e giustificarne la realizzazione per garantire "un'adeguata diversificazione delle fonti di approvvigionamento di gas metano" e di un suo utilizzo durante la fase di transizione da energie fossili a energie rinnovabili. Allo stesso scopo insieme a questo impianto l'altra infrastruttura prevista sempre nella stessa provincia di Livorno consiste nell'approdo sulla costa toscana del secondo gasdotto algerino, proveniente dalla Sardegna.
Citando sempre il PIER, "la realizzazione dei due impianti sopra descritti (n.d.r. il rigassificatore e il gasdotto), che dovrà avvenire in un contesto di assenza di rischi per la salute dei cittadini e di comprovata sostenibilità ambientale, non garantisce, automaticamente, i benefici derivanti dalla diversificazione degli approvvigionamenti. E' perciò necessaria un'azione della Regione rivolta ad assicurare, in primo luogo, una stabilizzazione delle forniture ed una riduzione delle tariffe, a favore delle famiglie e delle imprese della Toscana, (perché la nostra Regione non sia soltanto il territorio da cui passano o dove arrivano i grandi collettori) e, in secondo luogo, a far sì che il surplus di metano, rispetto al fabbisogno registrato, venga anche impiegato in modo tale da risultare compatibile con le strategie definite dal PIER".
Dunque è stata decisa e approvata in primis a livello comunale un'infrastruttura che ha invece rilevanza nazionale e che non era prevista né a livello regionale né a livello nazionale (dove continua a mancare una visione strategica unitaria) e i cui benefici non sono ad oggi prevedibili e garantiti (mentre a livello locale c'è sempre qualcuno che sembra sicuro dei cambiamenti positivi che apporterà).
Nell'aspro dibattito tra coloro che sono contro o a favore di un impianto industriale in mare aperto, una cosa pareva ormai assodata: che la Regione avesse stabilito che un rigassificatore e un gasdotto sarebbero stati oltremodo sufficienti per l'approvvigionamento di gas metano (tanto che si parla di surplus di gas). Invece adesso neanche questa pare essere più una certezza. Si torna a parlare di nuovo del rigassificatore di Rosignano e dei numerosi benefici che perderemmo non realizzandolo. Due è sempre meglio di uno.
L'altra novità a Livorno riguarda il progetto di centrale a biomasse nel porto di Livorno che sarà alimentato prevalentemente a Olio di Palma del Sudamerica e dell'Africa. E' interessante leggere sul PIER cosa viene detto su questo tipo di infrastrutture: la Regione Toscana "in base alle esperienze pilota condotte, ritiene opportuno, a fini energetici, solo l'utilizzo di risorse provenienti da un bacino di approvvigionamento strettamente connesso al luogo di utilizzo della biomassa" e l'utilizzo a scopo energetico dell'olio di palma "risulta assolutamente incompatibile con gli obiettivi della Regione Toscana".
C'è da aggiungere che il Comune di Livorno non si è mai dotato di un piano energetico comunale, pur avendo più di 50.000 abitanti ed essendo quindi obbligato per legge a farlo (L10/1991).
Infine una nota sul Piano Energetico Provinciale in preparazione: il WWF Livorno nel 2009 era già stato chiamato ad un incontro di presentazione, il piano era stato pressoché ultimato dalla giunta provinciale precedente. Ora invece si parla di un piano da realizzare e ancora tutto da decidere. Come è possibile? Forse che ci sia bisogno di fare qualche aggiunta ad hoc che giustifichi qualche nuova idea? O dobbiamo pensare che si tratti di un'occasione per allargare e rinnovare la discussione sulle scelte energetiche provinciali?
Tutto questo rende necessaria ed urgente una riflessione sull'importanza della pianificazione energetica e sui modi con cui essa viene realizzata e attuata. Il PIER (seppur con meno forza di quanto vorremmo) prevedeva già priorità, urgenze e necessità del territorio e soprattutto inquadrava le infrastrutture energetiche in una strategia tesa a diminuire il consumo di combustibili fossili e di incrementare l'utilizzo di risorse rinnovabili e il risparmio e l'efficienza energetica. Ma che senso può avere tale pianificazione se viene ogni volta messa in discussione e disattesa nei suoi principi cardine? Se la politica da una parte pianifica (pagando degli esperti) e dall'altra contraddice ciò che scrive nei piani, si intravede solo un'ammissione di una sconfitta che ricade su tutti noi.
Questo modo di prendere decisioni rischia a nostro avviso di alimentare sia il comitato del "sì a tutto" che quello del "no urlato sempre più forte", col risultato di inasprire lo scontro e polarizzare sempre più le posizioni. Tra il sì e il no ci sono quelli che vorrebbero, prima che sia troppo tardi, quantomeno iniziare una discussione più approfondita: perché le infrastrutture energetiche e il loro impatto sul territorio riguardano tutta la popolazione e per questo le decisioni dovrebbero essere il più possibile condivise.
Come WWF Livorno partecipiamo al Forum per il Controllo delle Scelte Energetiche che porta avanti l'idea di costituire a Livorno un "Tavolo Partecipativo" sulla questione clima - energia - sostenibilità del quale facciano parte tutti i principali soggetti e attori istituzionali pubblici e privati che operano nel settore insieme alle realtà associative e alla cittadinanza. Riteniamo assolutamente cruciale che questo intero processo avvenga in un clima di dialogo costruttivo e per questo motivo proponiamo che sia moderato e guidato (almeno nei momenti cruciali) da un facilitarore/facilitatrice esperto di ascolto attivo e confronto creativo. Vorremmo in pratica spingere le istituzioni a fare quello che ormai non è più possibile rimandare: aprirsi all'ascolto di tutti quelli su cui ricadranno le loro scelte, adesso e in futuro. Dopo il primo incontro organizzato dal Forum avvenuto il 10 dicembre 2009 sembrano aprirsi spiragli positivi e l'Amministrazione comunale pare indirizzata a concretizzare la nostra proposta di tavolo partecipativo.
Ci auguriamo dunque che la nostra classe dirigente locale cominci seriamente a lavorare per trovare alternative ad antiche modalità di sviluppo scarsamente lungimiranti che non fanno i conti con i problemi che ormai attanagliano tutto il pianeta. Le decisioni globali in direzione della sostenibilità infatti potranno avere successo solo se ci sarà un'assunzione piena di responsabilità, discussa e condivisa dai cittadini, verso questo grande obiettivo a livello locale.