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[11/01/2010] News
FIRENZE. C'è chi chiama in causa il minimo solare, chi dà la colpa al global warming, chi parla del caso, chi del destino che incombe sulle umane vicende: fatto sta che non solo tre quarti dell'Europa, ma buona parte dell'intero emisfero boreale, stanno sperimentando un'ondata di freddo che resterà negli annali climatologici degli ultimi decenni.
Non siamo, quindi, di fronte a situazioni localizzate, e a locali discese di aria fredda: a causa, tra le altre cose, delle perduranti conseguenze di una risalita meridiana di aria subtropicale verso il polo nord avvenuta a metà dicembre, dal polo continuano ad essere indirizzate masse di aria fredda e instabile verso le medie latitudini con un'intensità, e soprattutto con una persistenza, raramente viste prima.
Tra la Florida e Cuba è giunta, proprio in questi giorni, una corrente di aria artica che ha portato temperature di 0° C a circa 1500 metri di altezza, e localmente anche più in basso. Tra gli eventi più significativi associati, è segnalata la diffusa crisi termica che sta colpendo varie specie di rettili (tartarughe, iguana), che subiscono una forma di "congelamento" del loro sangue freddo, e che in alcuni casi (es. isola di Merritt, sud della Florida) hanno obbligato i tecnici della locale stazione della Nasa ad intervenire per garantire la loro sopravvivenza. Secondo il sito del "Corriere", temperature analoghe non si vedevano, in zona, da 112 anni, anche se probabilmente l'anomalia non è così secolare come riportato.
Nella Cina settentrionale, nel comune di Qingdao (penisola di Shandong), la quantità di ghiaccio formatasi sulle coste ha superato il record degli ultimi 30 anni, con una coltre ghiacciata che ha raggiunto i 20-30 cm e che ha bloccato nella banchisa circa 200 pescherecci nella baia di Jiaozhou. La pesante incidenza di questo inverno in Cina è testimoniata anche dalla crisi delle forniture energetiche che sta colpendo il paese (vedi link in fondo alla pagina).
Riguardo all'Europa, molti analisti hanno cominciato ad avanzare paragoni con quanto avvenuto nell'inverno 1985, il più rigido e nevoso dell'ultimo mezzo secolo. L'ultima settimana, in particolare, ha effettivamente portato precipitazioni nevose di grande rilievo pressoché in tutta l'Europa centro-settentrionale e, tra le regioni a clima analogo a quello italiano, anche in Spagna. Il Belpaese, invece, dopo che a metà dicembre l'aria giunta dalla Siberia ha portato i termometri a temperature non record ma comunque molto significative (-10° C nelle pianure toscane), ha visto in questi giorni forti piogge e temperature intorno alla media del periodo.
Ma, alzando la scala del ragionamento, e ragionando non in termini di eventi locali ma su scala planetaria, si evidenzia un forte abbassamento della latitudine raggiunta dalla corrente a getto, cioè del "separatore" tra masse d'aria artiche e subtropicali: la latitudine raggiunta in questi giorni su scala globale è cioè effettivamente molto più meridionale di quanto avvenne negli anni passati, escluso - parzialmente - il 2008/09.
Secondo il parere di Gianni Messeri del Lamma (vedi altro link in fondo) l'evento in corso in Europa riveste carattere di eccezionalità (ed è quindi effettivamente paragonabile al 1985) non tanto per l'intensità, ma per la persistenza temporale che lo caratterizza.
Il punto fondamentale, naturalmente, è capire la reale causa di questo evento: il fatto che eventi analoghi (anzi, più forti per molti versi) siano già avvenuti in passato può far pensare ad un fenomeno naturale, cioè ad una normale (definiamola "casuale") disposizione delle masse d'aria. Altre ipotesi possono far risalire le cause dell'evento ai primi effetti del minimo di attività solare che sta agendo ormai da molti mesi. Infine, non si può non ipotizzare anche che quanto sta avvenendo (che è, a tutti gli effetti climatologici, uno "scambio meridiano" di masse d'aria che agisce su grandissima scala) possa essere legato proprio al global warming e alla maggiore tendenza alla meridianizzazione che esso induce, come tante volte ci è stato spiegato in questi anni dai climatologi: ma, come testimonia il parere espresso oggi da Messeri, tra gli studiosi della materia non sussiste sufficiente concordia in materia.
Comunque sia, non è nell'immediato che si possono evidenziare le cause climatologiche di un evento meteorologico: saranno i prossimi anni, e i prossimi studi comparati sulle serie storiche e sulle dinamiche ancora parzialmente oscure inerenti alla fisica dell'atmosfera, a dirci se questa stagione è stata un'eccezione al global warming, oppure una sua conferma.